Dopo un fine settimana di maltempo, torna il grande caldo e si riaccende il dibattito nel Mezzogiorno sull'esigenza di ammodernare il sistema irriguo: con quali fondi, progetti e priorità. Proprio oggi, l'Osservatorio delle risorse idriche di Anbi segnala come in Basilicata i bacini artificiali "sono calati di oltre 22 milioni di metri cubi in una settimana" mentre in Puglia le riserve idriche sono diminuite di "9 milioni di metri cubi in sette giorni". Anche se "entrambe le regioni conservano riserve idriche abbondantemente superiori all'anno scorso". Ma si sa, i bacini idrici del Mezzogiorno sono a prevalente uso promiscuo, e con ovvia precedenza all'uso idropotabile, pertanto gli agricoltori rischiano quotidianamente di ritrovarsi spiazzati, in caso anche di moderata siccità.
 

Confagricoltura Puglia, più riciclaggio acque depurate

"Le forti piogge che si sono abbattute sulla Puglia nei giorni scorsi non hanno modificato la drammatica carenza idrica sofferta dalla regione, bisogna intervenire soprattutto sul riciclo delle acque per evitare che nel giro di pochi anni le coltivazioni, e di conseguenza le produzioni, soffrano l'assenza in maniera irreversibile". Ad affermarlo è il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro il quale evidenzia il problema della crisi idrica nella regione.

In Puglia il settore agricolo soffre di una atavica indisponibilità idrica e, ancora oggi, "fa ampiamente ricorso a risorse, quali quelle sotterranee, già in situazione di degrado come quelle del litorale barese e del Salento - ricorda una nota di Confagricoltura Puglia. E se gli agricoltori in Puglia "assorbono il 60% dei consumi di acqua - secondo quanto afferma il presidente di Confagricoltura - è necessario un forte investimento nel riuso e nella riduzione degli sprechi". Ed anche "Il riutilizzo delle acque reflue può rendere disponibili risorse idriche aggiuntive, permettere l'utilizzo delle riserve presenti negli invasi per altri scopi e ridurre l'impatto degli scarichi nelle acque superficiali".
 

Anbi, realizzare Piano di efficientamento rete idraulica

La parola magica è appunto investimenti, ma occorrono soluzioni e soldi. Il presidente nazionale dell'Anbi Francesco Vincenzi, fresco di riconferma, proprio oggi ricorda come il Piano di efficientamento della rete idraulica nazionale proposto dall'associazione preveda la realizzazione di 23 nuovi bacini "il completamento di altri 16 e la manutenzione straordinaria di ulteriori 90; l'investimento previsto è di circa 1.970 milioni di euro".

Vito Busillo, vicepresidente nazionale Anbi anche lui appena riconfermato, suggerisce che i progetti irrigui dei consorzi di bonifica ci sono, ma per essere finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza hanno bisogno di essere prima vagliati dalle regioni ed inviati entro il 30 settembre a Roma, al Mipaaf, che gestisce la specifica misura del Pnrr "Investimento 4.3" rivolta a finanziare "Investimenti nella resilienza dell'ecosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche".

"Pertanto le regioni devono accelerare sui criteri di selezione, altrimenti si rischia di perdere un'occasione storica - afferma il vicepresidente Busillo, che ricorda: "Per il solo comparto irriguo sul Recovery plan sono a disposizione ben 352 milioni di euro riservati alle regioni del Sud per ammodernare e ingrandire le reti irrigue, dotarle di sistemi di misura, renderle più efficienti ed efficaci".
 

Campolattaro, i tempi saranno rispettati

E va detto che per i progetti che vanno oltre l'efficientamento delle reti irrigue, ma che lo comprendono, vi sono anche altre misure, gestite dal ministero delle Infrastrutture. È il caso del più grande progetto di completamento di un bacino artificiale nel Mezzogiorno, quello di Campolattaro, in provincia di Benevento, dove una diga sbarra inutilmente e da anni il fiume Tammaro, formando un bacino dalla potenzialità di accumulo di 100 milioni di metri cubi, rimasto sino ad oggi inutilizzato. Il Governo con il decreto Semplificazioni ha ricompreso quest'opera - costruita con la legge 219/81 che finanziò il post terremoto in Irpinia - tra le 20 prioritarie da finanziarsi con il Recovery plan post pandemia e con accesso a procedure più snelle per il completamento dei lavori.

"La direzione Ciclo delle acque della Regione Campania ha approvato il progetto di fattibilità delle opere di derivazione idrica dall'invaso di Campolattaro. Si stanno rispettando alacremente i tempi richiesti per la progettazione e realizzazione di un'opera di valenza storica, che potrà garantire per il futuro l'autonomia del fabbisogno idrico della Regione Campania - afferma il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola in una nota ufficiale di Palazzo Santa Lucia - e ricorda: "L'intervento prevede un investimento di 520 milioni di euro, in parte prevalente a carico della regione ed in cofinanziamento con i fondi del Pnrr".