Formazione, monitoraggio, posizionamento, investimenti, promozione. Questi i capisaldi della road map messa a punto dall'Unione italiana vini (Uiv) che il presidente Ernesto Abbona ha raccontato nel corso dell'assemblea generale intitolata "Verso la sostenibilità, la transizione del Pnnr e gli obiettivi del vino".

"La sostenibilità è, in primo luogo, un cambio di paradigma, una transizione culturale che l'Unione italiana vini intende continuare ad accompagnare e guidare - afferma Abbona - per questo abbiamo pensato a un percorso pluriennale, fulcro delle nostre attività istituzionali e di servizi, che ci consenta di lavorare sulle direttrici fondamentali per la riuscita del progetto: formazione, monitoraggio e posizionamento, investimenti, promozione. Un impegno che, auspichiamo, condivideremo con tutti i protagonisti della filiera, dalle istituzioni alle stesse imprese".

Al lavoro sulla road map sarà affiancata anche l'attività dell'Osservatorio del vino Uiv per misurare l'impatto e condividere i dati delle performance dei "vini sostenibili" prodotti in Italia sul mercato domestico e nelle piazze estere. Sul fronte della programmazione e degli investimenti, l'Uiv ha anticipato la richiesta di Linee guida che consentano di adattare gli attuali strumenti di sostegno alle imprese, in particolare i fondi dei Piani di sviluppo rurale regionali e alcune misure dell'Ocm per il miglioramento delle performance ambientali e l'ottenimento della certificazione ambientale pubblica. E poi c'è la promozione del logo pubblico"‘vino sostenibile". La definizione dello standard pubblico nazionale e del logo sulla sostenibilità nel vino rappresenta infatti il primo passo, a cui andranno affiancate campagne promozionali istituzionali efficaci che promuovano il modello del vino sostenibile all'estero, anche per facilitarne il suo riconoscimento da parte dei consumatori e degli enti stranieri.

Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ha garantito che il regolamento attuativo del decreto Sostenibilità per il vino sarà pronto entro l'estate, "contiamo che si possa arrivare a settembre con il disciplinare firmato". Il provvedimento è stato firmato la settimana scorsa e riguarda la costituzione del Comitato della sostenibilità vitivinicola; l'Italia sarà il primo Paese in Europa a dotarsi di una norma pubblica che porterà a certificare i vini "green" anche attraverso il riconoscimento di un logo da inserire in etichetta. Con la firma del disciplinare si potranno produrre i primi vini certificati già dalla prossima vendemmia.

Nelle parole del sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, a proposito del decreto Sostenibilità approvato nei giorni scorsi, la "supremazia" dell'Italia in quanto alla produzione: "Siamo i primi in Europa a produrre vino sostenibile, ancora una volta l'Italia quando si parla di vino è all'avanguardia. Si parla tanto di sostenibilità economica, sociale e ambientale e il nostro Paese è già pronto, non dobbiamo prendere lezioni da nessuno ma rilanciare e far vedere che siamo all'avanguardia. L'Europa chiede sempre più sforzi ai produttori ma possiamo dire che l'Italia del vino è pronta ad affrontare le sfide richieste".

Un rischio, quello di "perdersi", che emerge anche dal pensiero di Stefano Patuanelli: "La più grande sfida che abbiamo davanti è scongiurare il pericolo dell'omologazione delle produzioni agroalimentari, che purtroppo a livello europeo e temo a livello globale sta diventando un tema di discussione. Per le nostre capacità produttive dell'enogastronomia e del vino in particolare è un gran problema. E' la prima cosa da scongiurare".
Per il ministro infatti "le scelte che dobbiamo fare devono essere rapide; non possiamo tenere dentro tutto e tutti, e se il mondo vitivinicolo ha saputo fare scelte dopo drammi che lo hanno messo in ginocchio, in modo dinamico e concreto e sa su cosa e dove investire, allo stesso modo deve esserci una regia nazionale e il Piano strategico nazionale è una grande occasione, perché per la prima volta il ministero delle Politiche agricole non è un mero passacarte. Oggi abbiamo la possibilità di disegnare una maglia comune su cui muoverci e disegnare quali sono le filiere sulle quali vogliamo investire per reggere il sistema agroalimentare italiano".