Prendere dal passato il meglio e cercare di trasformarlo in qualcosa di valido oggi e che si possa adattare al cambiamento climatico e alle nuove esigenze dei consumatori è stato lo scopo di Bioadapt. Il gruppo operativo per l'innovazione ha proseguito il lavoro di precedenti progetti "Bio-Pane: progetto di filiera corta per l'agricoltura biologica e biodinamica dell'Emilia Romagna" e "Virgo: Validazione e integrazione in aree terremotate dell'Emilia Romagna di un progetto di filiera corta per la cerealicoltura biologica regionale".
 
Il primo obiettivo del progetto è stato lo sviluppo di un programma che favorisse la cerealicoltura biologica regionale tramite il recupero e la valorizzazione di accessioni di frumento tenero di antica costituzione: tali genotipi hanno rappresentato il materiale di partenza che è stato utilizzato per l'ottenimento di varietà migliorate per caratteristiche salutistiche e nutrizionali, specificatamente adatte alla coltivazione in regime biologico.

Il secondo obiettivo generale è stato quello di sviluppare per il frumento tenero una filiera corta per la produzione di pane con caratteristiche salutistiche in grado di migliorare la redditività degli agricoltori biologici e di favorire un modello di agricoltura a basso impatto ambientale, dalla fase produttiva alla fase di commercializzazione del prodotto.

Il progetto ha coinvolto direttamente gli agricoltori, ma anche genetisti, ricercatori, panificatori: ognuno con le proprie competenze ha contribuito al progetto.

Partendo dai risultati dei progetti Bio-Pane e Virgo, le attività di Bioadapt sono state impostate su popolazioni segreganti di frumento tenero ottenute tramite incroci reciproci di cinque varietà di frumento tenero a taglia alta (Andriolo, Frassineto, Gentil Rosso, Inallettabile, Verna). Tali popolazioni segreganti hanno costituito la base per una selezione partecipativa (Ppb - Participatory plant breeding, cioè condotta nel luogo in cui la nuova varietà deve essere utilizzata), effettuata in diversi ambienti, sulla base delle performance agronomiche e delle qualità nutrizionali e funzionali della granella. La popolazione "evolutiva" è stata poi posta a confronto con il miscuglio dei cinque genotipi di partenza (20% ognuna) e con le stesse cinque varietà coltivate "in purezza" (in parcelle distinte). Infine, sono state valutate le caratteristiche chimico-fisiche e le caratteristiche tecnologiche delle farine ottenute dalle varietà di frumento oggetto di studio.

La sperimentazione di campo è stata svolta direttamente nelle aziende agricole; ciò ha permesso di avere una risposta tangibile e diretta a quelle che sono le richieste dell'utilizzatore primo della semente. L'agricoltura biologica, infatti, è un sistema che, non ricorrendo all'agrochimica convenzionale, deve manifestare caratteristiche di resilienza, nelle tecniche agronomiche così come nelle scelte varietali, e proprio una mescolanza di varietà permette ai genotipi di rispondere meglio all'ambiente, al clima che può cambiare in modalità imprevedibili e alle caratteristiche dei terreni.

Le farine ricavate dalle popolazioni di grani antichi cambiano in funzione dei genotipi originali e dell'ambiente di coltivazione, producendo pani "diversi" nelle diverse annate… un po' come succede per il vino e l'olio extravergine di oliva. Questo permette di valorizzare le caratteristiche dei territori con le loro diversità dalla pianura alla collina, permettendo di fare un'agricoltura che punta anche alla qualità e alla tipicità piuttosto che solo agli aspetti produttivi.

Il progetto ha previsto anche l'autorizzazione del Mipaaf per la sperimentazione della popolazione Bioadapt, ai fini della sua produzione e commercializzazione. La semente della popolazione Bioadapt è già commercializzata e acquistabile dalla ditta sementiera Arcoiris.

Maggiori informazioni in questo sito.
Contatti per informazioni: giovanni.dinelli@unibo.it e sara.bosi@unibo.it.

Tabella: Bioadapt
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