"Un'antica forma di allevamento, parliamo dell'epoca classica in Grecia, dal V al IV secolo a.C., che diffusasi verso Occidente ha ridimensionato in epoca romana la vite maritata agli alberi di origine etrusca. Adatta a terreni poveri e siccitosi, prevede che la vite sia tenuta bassa, con uva prossima al terreno, bassa produzione per ceppo (distanze anche di 1x1 metri) e alta qualità".

Così Sandro Dettori del dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari descrive i cosiddetti vigneti ad alberello. Dei vigneti considerati un vero e proprio patrimonio ambientale e culturale e che ancora oggi caratterizzano il paesaggio di Mandrolisai, una regione storica della Sardegna centrale composta dai comuni di Atzara, Samugheo, Sorgono, Tonara, Desulo, e Ortueri.
Oggi infatti questa forma di allevamento è "ancora diffusa nell'Italia meridionale e insulare (magari modificata) e in Francia e Spagna" continua Dettori, anche se alcuni esemplari si possono trovare anche in altre parti d'Italia come in Emilia Romagna (leggi questo articolo per saperne di più).

Ma sono talmente tipici della zona sarda che qualche anno fa sono stati inseriti nel "Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali" con la denominazione di "Paesaggio policolturale del Mandrolisai: i vigneti di Atzara e Sorgono" al fine di tutelarli e preservarli nel migliore dei modi.

L'obiettivo del registro è proprio quello di "riconoscere, descrivere e tutelare i paesaggi che l'agricoltura intensiva rischia di cancellare, portando alla perdita di biodiversità, tradizioni e tipicità legate al territorio" specifica il professore. Senza dimenticare un discorso dal punto di vista della visibilità per i siti iscritti e per i relativi prodotti di quel determinato territorio.


Longevitas: tutela, valorizzazione e sostegno dei vigneti storici

Proprio a seguito dell'iscrizione dei vigneti ad alberello del Mandrolisai nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici, il comune di Atzara ha voluto continuare su questa strada per valorizzare ancora di più il territorio e i vigneti e certificare la qualità delle produzioni. E' nato così Longevitas, un progetto per la tutela, la valorizzazione e il sostegno dei vigneti storici.

"Nasce dalla presa di coscienza di un territorio di fronte alle sue specificità. Siamo partiti dall'alta presenza di vigneti storici allevati ad alberello, coltivati senza uso di diserbanti ma con le lavorazioni del terreno di tipo tradizionale" spiega Alessandro Corona, sindaco di Atzara. "Ci siamo guardati intorno, ci troviamo in un territorio dove non sono mai sorte fabbriche, stabilimenti industriali o chimici, dove tutte le piccole produzioni sono ancora di tipo artigianale. Abbiamo guardato ancora più a fondo e ci siamo accorti di essere il vero polmone verde della Sardegna. Alla fine è nato Longevitas, un marchio collettivo di qualità che intende dare valore a tutti i servizi e a tutti i prodotti del Mandrolisai, in particolare dei comuni di Atzara, Meana Sardo, Ortueri e Sorgono".

Già, perché Longevitas non è soltanto un progetto. Il sindaco racconta ad AgroNotizie che sono stati ultimati tutti i vari passaggi dal punto di vista burocratico per registrarlo presso l'ufficio statale preposto come marchio di certificazione della qualità, ma a causa del Covid-19 la procedura non si è ancora conclusa e il marchio è ancora "nella sua fase embrionale".

"Longevitas intende non solo tutelare la specificità e la unicità del territorio, ma garantirne la qualità con un percorso comune. Abbiamo - continua Corona - tante produzioni agricole, artigianali, abbiamo un patrimonio archeologico e museale di grande pregio, abbiamo dalla nostra la tradizione e la genuinità, abbiamo l'ambiente incontaminato. Insomma, vogliamo puntare ad un'economia nuova e sostenibile. Vogliamo comunicare che esistiamo e che abbiamo tanto da offrire".

Il progetto è stato presentato alla fine del 2019 e da un lato ha previsto l'istituzione di un albo comunale dei vigneti storici del Mandrolisai e dall'altro un bando comunale da 20mila euro per la valorizzazione del paesaggio rurale storico e per il sostegno alla viticoltura eroica destinato proprio ai vigneti iscritti all'albo.

Oggi a che punto siamo? "Per quanto riguarda l'albo comunale dei vigneti storici del Mandrolisai attualmente siamo nella condizione di posticipare la scadenza per le iscrizioni a causa della pandemia in corso, stiamo decidendo come comportarci. Il bando da 20mila euro - spiega Alessandro Corona - è un piccolo contributo comunale che andrà ai proprietari dei vigneti che avranno iscritto il proprio vigneto storico nell'albo comunale. E' un piccolo fondo che intendiamo incrementare, diciamo che è un premio per i viticoltori eroici che preservano ancora gli antichi vigneti. Vogliamo invertire la tendenza, superare la fase dei contributi per il reimpianto di nuovi vigneti e puntare alla tutela della specificità, stimolando i viticoltori a salvaguardare i vigneti storici".

E per chi non l'avesse ancora fatto, iscriversi all'albo è molto semplice. Occorre avere a disposizione un vigneto dai trenta anni in su, individuare la categoria di appartenenza di quel determinato vigneto e infine compilare la modulistica presente in questo sito.

Per quanto riguarda i vantaggi derivanti dall'iscrizione all'albo, a parte quelli economici, "un vigneto storico in prima istanza farà parte di un circuito, sia turistico che economico. Stiamo ipotizzando - spiega il sindaco - misure di valorizzazione del paesaggio rurale storico e gli antichi vigneti sono tra i monumenti più belli dell'ecomuseo territoriale. Dal punto di vista economico i vantaggi potrebbero essere molteplici, ma dipendono soprattutto da come il marketing territoriale saprà interagire con il mercato. Per intenderci, è assodato che il vino prodotto dai nostri antichi vigneti ha una qualità eccellente. Dalle uve dei vigneti iscritti all'albo, infatti, sarà possibile per le aziende con sede legale e operativa nel territorio, produrre vini di grande qualità. A queste aziende abbiamo voluto dare un'opportunità in più" registrando "il marchio e l'etichetta per la produzione di un vino che si chiamerà 'Lunga Vita'".
Un vino che può essere prodotto esclusivamente con le uve provenienti dai vigneti storici iscritti e certificati nell'albo.

Se i risultati di tutto ciò si inizieranno a vedere tra qualche anno, "intanto, a livello sperimentale, grazie al contributo della Fondazione di Sardegna, il comune di Atzara ha già avviato la produzione delle prime cinquecento bottiglie di 'Lunga Vita' che serviranno per promuovere il progetto".

Ma i vantaggi non sono solamente per coloro che si iscrivono all'albo. Incrociando le dita si prospettano e ci si aspettano anche delle ricadute positive sul territorio per quanto riguarda il turismo e l'enoturismo nello specifico. "Aspettiamo di accendere i motori al massimo, poi valuteremo i risultati" afferma il sindaco di Atzara.

Il progetto è a livello locale, ma le premesse per una sua applicazione a livello nazionale non mancano e lo stesso sindaco di Atzara si auspica che in un futuro prossimo un simile modello possa essere adottato anche nei territori che ricadono nella dicitura "Paesaggio rurale storico" e che hanno determinate caratteristiche. "Tuttavia - puntualizza Alessandro Corona - qui parliamo di longevità e questa è una caratteristica che riguarda non solo il paesaggio, ma anche le sue produzioni. Sono caratteristiche molto particolari che non tutti possono avere".


Paesaggi da conservare e tutelare

Oltre al "Paesaggio policolturale del Mandrolisai: i vigneti di Atzara e Sorgono" ci sono altri esempi di siti iscritti nel "Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali”, la cui istituzione è avvenuta contestualmente a quella dell'Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali (Onpr) con il decreto n. 17070 del 19 novembre 2012 approvato dal Mipaaf.

Ma attualmente sono solo sedici quelli già iscritti. La procedura da seguire per ottenere l'iscrizione è infatti piuttosto lunga e complessa e sono numerose le caratteristiche che un paesaggio deve avere. "In sintesi si deve documentare significatività, integrità e vulnerabilità del paesaggio" afferma Sandro Dettori in merito alla strada da seguire nell'elaborazione del dossier da presentare al Mipaaf.

Ma tutto ciò non rappresenta un ostacolo, anche perché oggi c'è sempre più un'attenzione crescente nei confronti del paesaggio inteso come "la risultante della sinergia tra componenti ambientali e antropiche (natura e storia)". "Anche i Piani di sviluppo rurale hanno scoperto il paesaggio rurale sollecitando le regioni a inserire misure ad hoc" conclude Sandro Dettori del dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari.

Inoltre non sono da dimenticare le iniziative dell'Unesco, con la World heritage sites, la European landscape convention e, in Italia, il Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004, il cosiddetto Codice Urbani dal nome dell'allora ministro per i Beni e le attività culturali Giuliano Urbani.