La manodopera straniera rappresenta per il settore primario una risorsa importante. Secondo i dati della Coldiretti quasi un terzo delle ore lavorate in agricoltura (27%) sono a carico di cittadini stranieri, percentuale che cresce se si considera anche il lavoro sommerso, che non rientra nelle statistiche.

In tutto sono 370mila i lavoratori stranieri regolarmente assunti che lavorano in campo, eseguendo svariate mansioni, dalla raccolta delle mele e dell'uva fino alla mungitura delle vacche. Lavoratori che oggi, a causa dell'epidemia di coronavirus, rimangono nei propri paesi di origine.

Il timore di contrarre il virus frena molti stagionali dall'intraprendere il viaggio verso le nostre campagne. La paura è anche che al ritorno nel proprio paese le autorità nazionali impongano quarantene e limitazioni agli spostamenti. E così presso le nostre aziende agricole fioccano disdette.

Si tratta di un danno enorme per il made in Italy che si avvale di manodopera straniera per tante lavorazioni. E mentre tutti sperano che Covid-19 presto scompaia, magari scacciato dalla bella stagione o magari da un vaccino, in molti guardano all'estero per capire come altri Stati hanno affrontato il problema.
 

Robot al posto delle persone

Già, perché negli Usa, in Gran Bretagna e in Australia, anche prima che l'emergenza coronavirus esplodesse, il reperimento della manodopera era già difficoltoso. E così molti farmer hanno iniziato a guardare ai robot per l'automazione di alcune attività in campo. Vediamo dunque cinque esempi di come i mezzi automatici possono aiutare gli agricoltori a superare la crisi.

Raccolta delle fragole. Uno dei compiti che assorbe grandi quantità di manodopera è la raccolta delle fragole, come di altri frutti. Un lavoro che richiede mani esperte, delicatezza e la capacità di sopportare lunghe ore di lavoro piegati sulle baulature.

Dalla California, primo produttore di fragole negli Usa, arriva la proposta di una macchina completamente automatizzata per la raccolta delle fragole. Una macchina in grado cioè di avanzare in campo, riconoscere la presenza di un frutto maturo, e di coglierlo. Il tutto senza danneggiare il prodotto.
 

Sono diverse le società che operano in questo settore poiché gli agricoltori californiani stanno vivendo un momento di crisi da quando il Governo Trump ha limitato l'afflusso di lavoratori messicani.

Raccolta delle mele. Dalla Nuova Zelanda arriva invece l'idea di un sistema automatico di raccolta delle mele, che in linea di principio può essere applicato anche a pere, arance, etc. I costruttori affermano che questa macchina potrebbe già essere operativa per la nuova stagione di raccolta e che tratta il prodotto con estrema delicatezza.

Anche la Nuova Zelanda soffre di una cronica mancanza di manodopera, ad esempio per quanto riguarda la raccolta dei kiwi, poiché le restrittive norme sull'immigrazione non facilitano il reperimento di manodopera straniera.
 

La potatura. Gli alberi da frutto hanno bisogno di essere potati periodicamente per rimanere produttivi. E senza dubbio la potatura è una delle attività che richiede il maggior apporto di manodopera in azienda.

Su questo fronte si stanno muovendo molte aziende e università, come ad esempio la Washington State University che in questo video mostra il prototipo di un potatore automatizzato. La difficoltà principale in questo tipo di soluzioni sta nell'identificare il ramo corretto da tagliare, un compito rispetto al quale anche molte mani umane sbagliano.
 

Serre e vivai. Per tutte le operazioni di trapianto, in serra e non, esistono diverse tecnologie oggi disponibili. Non sono dei veri e propri robot, ma delle attrezzature in grado di automatizzare gran parte dei processi che in serra spesso vengono affidati all'uomo. Quello di seguito è un esempio di un impianto per il trapianto e la movimentazione di piante all'interno di una serra.
 

Mentre questo di seguito è un vero e proprio robot che si muove liberamente in vivaio per la movimentazione di vasi.
 

Lavorazioni del terreno. Esistono diversi prototipi di trattori a guida automatica e oggi l'ostacolo principale al loro utilizzo è di carattere normativo. Ma se la guida automatica in campo aperto è relativamente semplice, le cose si complicano quando il mezzo si deve muovere all'interno di un vigneto o di un frutteto, dove gli spazi stretti non lasciano margine di errore.

Questo robot di Sitia sembra avere le carte in regola per automatizzare tutte le ripetitive operazioni in vigna, dalle lavorazioni del sottochioma fino all'applicazione di agrofarmaci.
 


Gli ostacoli all'ingresso dei robot in campo

Ad oggi la robotica in agricoltura gode di grande attenzione e le aspettative sono molto elevate. Tuttavia le soluzioni davvero operative sono ancora poche. Questo per diversi motivi. Primo, perché l'efficienza di questi sistemi è ancora bassa e la mano (e l'occhio) umano sono ancora più svelti e accurati. Secondo, perché sono macchine costose e complesse da utilizzare. Terzo, perché c'è ancora una certa refrattarietà da parte degli agricoltori di tutto il mondo ad affidare operazioni delicate ad automi fuori dal controllo umano.

È indubbio tuttavia che nel lungo periodo la situazione cambierà e le future macchine, sempre più smart, efficienti e a buon mercato, entreranno nelle nostre campagne. Per adesso i nostri agricoltori non possono fare altro che stringere i denti e aspettare che la crisi passi. E magari attrezzarsi in futuro per rendere le proprie aziende meno dipendenti dal lavoro umano.