Non avanza solo verso nord, la Xylella fastidiosa punta anche a ovest e giunge a pochi chilometri dal confine con la provincia di Matera con i nuovi casi di contagio in provincia di Taranto, dove ben sei olivi sono stati infettati a Montemesola ed uno a Crispiano.

Lo si legge negli ultimi referti del monitoraggio ufficiale del Servizio fitosanitario di Regione Puglia. E' il dato che resta di una giornata, quella di ieri, 20 maggio 2019, contrassegnata dal sopralluogo aereo effettuato dal presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, e dal ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, in elicottero nell’area infetta da Xylella, per verificare dall’alto la strage di ulivi che ha cambiato il volto e il paesaggio del Salento.
 

Coldiretti: "La Xylella ha messo in ginocchio migliaia di famiglie"

Quella provocata dalla Xylella è “una strage che – sottolinea la Coldiretti in una nota - avanza inarrestabile a una velocità di oltre 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato la Puglia, rischia di infettare l’intero Mezzogiorno d’Italia a partire dalla Basilicata fino alla Calabria, alla Campania e al Molise”.
Ma la Xylella secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo.
 
Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia si è estesa prima in provincia di Lecce per poi intaccare il patrimonio olivicolo di Brindisi arrivando pericolosamente in provincia di Bari ed ora anche a Taranto, con effetti disastrosi sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione.
“In Puglia, dove si produce oltre la metà dell’extravergine nazionale, si è verificato il crollo del 65% del raccolto che – sottolinea la Coldiretti – ha messo in ginocchio migliaia di famiglie nei campi e nei frantoi con il contagio della Xylella che ha già colpito 21 milioni di piante e il conto dei danni ha raggiunto 1,2 miliardi di euro”.
 

Centinaio chiede scusa agli olivicoltori

Il ministro Centinaio, dopo aver incontrato gli olivicoltori salentini a Lecce, ai quali ha chiesto scusa per il “voltafaccia” dello Stato negli anni scorsi, e ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti presenti su una presunta responsabilità europea nella diffusione della Xylella in Puglia, in special modo sugli errori all’epoca commessi in fatto di assunti mancati controlli nel porto di Rotterdam.
 

Prandini: "Ora un cambio di passo"

“Dopo anni di errori, incertezze e scaricabarile – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Prandini – occorre un deciso cambio di passo con l’importante approvazione in Parlamento del Decreto emergenze, profondamente modificato rispetto all’impostazione iniziale, per sostenere gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia, anche grazie all’individuazione di varietà resistenti come il Leccino. Si deve quindi intervenire – conclude Prandini – per fermare il dilagare della malattia mentre nelle aree infettate occorre trovare adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti”.
 

Italia Olivicola: "Buone pratiche solo sul 25% dei terreni"

Ma non basta rivitalizzare il Salento, bisogna evitare che la malattia avanzi ancora, contenerla: “Ho girato in questi giorni le campagne della provincia di Bari e del Salento e, purtroppo, emerge chiaramente un quadro preoccupante: solo un terreno su quattro è curato e trattato secondo i principi delle buone pratiche agricole - arature, potature, trinciature - , il 75% dei campi è abbandonato e ciò comporta il rischio elevatissimo di un avanzamento della sputacchina e della Xylella con danni incalcolabili per l’olivicoltura”.
La denuncia è del presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, lanciata durante il convegno a Bari sul futuro dell’olivicoltura pugliese ed italiana dopo le emergenze.

“Stiamo perdendo la battaglia, le buone intenzioni annunciate in convegni e tavole rotonde non vengono tramutate in fatti concreti e tutto ciò che la scienza ci dice viene puntualmente inapplicato, ancora oggi - ha ricordato Sicolo -. Invito la Regione ed i Comuni a multare i falsi agricoltori o gli agricoltori lavativi e chiedo anche al governo di valutare la possibilità di iniziare una battaglia europea per togliere i premi Pac a tutti coloro che non attuano i corretti trattamenti dei terreni”.

“Le parole non bastano più, dopo i ripetuti moniti dell’Unione Europea e dopo il decreto Emergenze con le misure e le risorse previste, che abbiamo ottenuto dopo mesi di battaglia con i Gilet arancioni, occorrono solo fatti concreti per provare ad arginare il batterio”, ha concluso Sicolo.