In Liguria e Toscana la presenza di cinghiali è ormai una questione anche di sicurezza pubblica visto che questi animali, molto prolifici e temerari, entrano nei centri abitati per rovistare nei cassonetti dell'immondizia. Mentre lungo tutto l'arco alpino e sugli Appennini camosci, caprioli e perfino i cervi stanno aumentando di numero, scendendo a fondo valle alla ricerca di cibo.
Come fare dunque a proteggere le viti dalle incursioni di questi voraci erbivori? Ecco cinque rimedi.
Recinzioni
E' il rimedio più efficace e allo stesso tempo più costoso da realizzare. Per essere risolutiva una recinzione deve essere alta almeno due metri, anche di più se il terreno è in pendenza. Deve essere in ferro e ben piantata nel terreno. Quella più efficace è la rete d'armatura, quella utilizzata in edilizia, che però è costosa ed esteticamente brutta. Esistono poi reti metalliche più economiche e flessibili, ma meno resistenti. Vanno bene anche le recinzioni elettriche, prestando però attenzione che il filo più basso non tocchi l'erba per evitare che perda d'efficacia.
Lana di pecora
Utilizzato da secoli per allontanare gli animali selvatici, l'odore del grasso di pecora è un buon deterrente contro l'ingresso di ungulati in vigna. Oggi esistono in commercio prodotti a base di grasso di pecora, solubili in acqua, che possono essere spruzzati lungo il perimetro della vigna. Dal costo contenuto, hanno però il problema di perdere efficacia nel tempo e di necessitare continui rinnovi. Inoltre, se un animale è entrato una volta in vigna, lo rifarà anche in caso di repellenti.
Dissuasori ad ultrasuoni
Avevamo già parlato di apparecchi ad ultrasuoni in grado di allontanare gli animali dalla vigna. Si tratta di strumenti in grado di percepire l'avvicinarsi degli animali e di emettere dei suoni a frequenze non udibili dall'uomo, ma solo dagli animali. 'Come un colpo di fucile sparato da un metro', dicono i produttori di uno di questi sistemi. E per evitare che l'animale si abitui al suono, questo viene cambiato e distorto di volta in volta, in modo che l'ungulato non si senta mai a suo agio.
Predatori naturali
Il lupo è tornato a farsi vedere nelle nostre valli. Se fino a cinquanta anni fa erano considerati una specie a rischio, oggi ne esistono circa 1.500-2mila esemplari. Gli Appennini ospitano la concentrazione maggiore, mentre sulle Alpi il numero è inferiore. I lupi sono i predatori naturali degli ungulati e in natura queste due specie vivono in equilibrio. I lupi potrebbero dunque essere i migliori amici dei viticoltori, ma al contempo sono i peggiori nemici degli allevatori che ne chiedono l'abbattimento selettivo per proteggere greggi e mandrie.
Caccia
Gli amanti della doppietta in Italia sono in calo, ma la loro passione è utile al contenimento di popolazioni fuori controllo. Ogni regione regola la caccia agli ungulati in maniera differente, con piani di prelievo stabiliti di anno in anno. Sono i cinghiali la specie soggetta a meno vincoli. Se in Liguria è lo stesso agricoltore, in possesso di regolare porto d'armi, a poter abbattere gli animali, nella maggior parte delle regioni non è così. Il prelievo degli animali avviene in maniera controllata e solo i cacciatori autorizzati possono sparare agli animali.Leggi anche l'approfondimento "Antifurti agricoli, come ti metto ko il ladro"