Di cosa si occupa Life Gate?
"LifeGate è un gruppo fondato nel 2000 da Marco Roveda, pioniere del biologico grazie alla creazione di Fattoria Scaldasole, che rappresenta oggi il punto di riferimento in Italia per le tematiche della sostenibilità.
Approcciamo questi temi a tutto tondo, da una parte attraverso un network di informazione rivolto alle persone, dall'altra con una serie di servizi per le imprese, proponendo un modello a 3P -People Planet Profit - che le accompagna in un percorso di miglioramento delle propria performance sociale e ambientale".
Da cosa è composto il vostro network?
"Il nostro network spazia dal web, con il sito LifeGate.it e i canali social, alla radio e alla sua App mobile, coinvolgendo e informando una community di oltre 5 milioni di persone provenienti da 25 Paesi nel mondo.
Alle imprese offriamo consulenza su sostenibilità, progetti di comunicazione, fornitura di gas ed energia rinnovabile e progetti di efficientamento energetico. Sul tema dell'alimentazione sostenibile, in particolare, abbiamo sviluppato un importante progetto rivolto sia alle imprese sia alle persone, I Feel Food, che racchiude iniziative, servizi e strumenti volti a informare, orientare i comportamenti e le scelte di consumo, oltre a definire nuove progettualità".
Quando e dove nasce l'idea di Bee my future?
"L'idea del progetto è nata qualche anno fa, in seguito all'allarme lanciato a livello mondiale sul rischio di estinzione delle api e degli altri insetti impollinatori. A partire dal 2006 abbiamo assistito al loro graduale spopolamento, che ha colpito soprattutto le api operaie di Europa e Stati Uniti. Le cause sono molte, dai parassiti alla perdita di habitat, anche se quella principale sembra l'uso di tre particolari insetticidi che si chiamano neonicotinoidi, utilizzati in agricoltura provocando problemi sul sistema nervoso degli insetti impollinatori. Secondo la Fao, 71 delle 100 colture più importanti al mondo si riproducono grazie all'impollinazione. Più dell'80% delle coltivazioni destinate a nutrire l'uomo conta sul lavoro che questi insetti ci offrono gratuitamente. Se il numero di api continuerà a diminuire, molto presto non potremo più godere di alimenti. La scomparsa delle api mette in pericolo la nostra sicurezza alimentare".
Per questo il progetto Bee my future come intende agire?
"E' un progetto di tutela delle api in contesti urbani, che si avvale di una rete di esperti apicoltori hobbisti selezionati dall'associazione partner Apam (Associazione produttori apistici della provincia di Milano). L'apicoltore ha il compito di occuparsi dell'allevamento delle api ricevute in gestione, seguendo solamente pratiche naturali al fine di garantire la salute di questi importanti insetti. L'iniziativa si ispira ai tanti progetti di apicoltura urbana già sorti in paesi come Inghilterra, Germania, Olanda e Francia. L'Italia, con il suo prezioso patrimonio in termini di biodiversità, non poteva certo restare indietro e non raccogliere una sfida, la salvaguardia delle api, oramai centrale e urgente per tutta l'Europa".
Qual è stato il riscontro avuto fino a oggi dal progetto?
"Possiamo dire di aver riscosso un ottimo successo: l'impatto mediatico è stato importante e ha riscontrato anche un grande interesse e la sensibilità di molte persone e aziende che hanno deciso di contribuire direttamente a Bee my future adottando le api e ricevendo in cambio il miele prodotto con etichette personalizzate. Abbiamo iniziato con la tutela di 5 arnie e, in meno di un anno, ne abbiamo già triplicato il numero. Ad aprile, infatti, partiremo con la seconda edizione, con 15 arnie e diverse aziende pronte ad adottarle. Da un punto di vista scientifico, grazie alle cure di cui hanno beneficiato le api di Bee my future, soprattutto nei mesi più critici dell'inverno, siamo riusciti a limitare le perdite a quelle fisiologiche dettate dal naturale ciclo di vita delle api".
Secondo voi quali sono le ragioni del buon riscontro riscosso?
"Gli ingredienti che stanno garantendo il successo dell'iniziativa sono stati la scelta della location, ovvero i terreni di una piccola azienda agricola biologica alle porte di Milano che ha garantito la salubrità del territorio impollinato dalle api, e l'amore e la sapienza dell'apicoltore hobbista coinvolto nel progetto, che le ha sapute difendere e curare dai pericoli di infezioni e malattie. Infine, i tanti sostenitori che hanno permesso al progetto di crescere nei mesi e di diventare sempre più visibile e conosciuto. Per LifeGate si tratta anche di una vera e propria campagna di comunicazione e di sensibilizzazione rivolta all'opinione pubblica italiana, per far emergere il rischio di estinzione delle api e per mettere in luce l'importanza di seguire stili di vita sostenibili come garanzia per la nostra salute e quella dell'ambiente".
Quali sono le prospettive future per l'apicoltura?
"Rispondo con le parole di Marco Zucchetti, apicoltore hobbista aderente al progetto Bee my future: "Il nostro progetto vuole dimostrare che è possibile praticare l'apicoltura anche in un contesto urbano. L'auspicio è che aumenti la sensibilità sul tema e che nuovi apicoltori, sempre più sensibili alle tematiche ambientali, possano accostarsi a questa splendida disciplina"".