Il problema della deperibilità della frutta post raccolta è un tema molto sentito dagli agricoltori e da tutti gli attori della filiera di distribuzione, che ogni anno devono ritirare dal mercato grandi quantità di prodotto perché deperito. La tecnologia però ha fornito una soluzione al problema.
Durante l'evento "La tecnologia fa buoni frutti", organizzato da Cermac (Consorzio di produttori di attrezzature per l'agricoltura e la zootecnia) all'interno del Padiglione della biodiversità ad Expo 2015, si è parlato soprattutto di atmosfera controllata e di packaging.

Attraverso un controllo dinamico dell'atmosfera all'interno delle celle frigorifere oggi la vita della frutta si allunga enormemente”, racconta Luca Buglia, export manager di Fruit control equipments. “Questo ha un impatto economico positivo per gli attori della filiera, ma anche per il consumatore, che mangia un cibo più sano”.

Il controllo dell'atmosfera è una tecnica utilizzata da anni ma che negli ultimi tempi ha fatto enormi passi avanti. Il controllo viene effettuato variando le percentuali di gas naturalmente presenti nell'aria. In particolare viene alzato il livello di azoto e vengono diminuite le percentuali di ossigeno. Questo provoca l'induzione nel frutto di uno stato di ibernazione che ne blocca il metabolismo, abbassando i livelli di etilene, e aumentandone quindi la vita.

Se fino a qualche anno fa le percentuali di ossigeno venivano portate dal 21% all'1,5%, oggi nell'atmosfera dinamica si arriva fino allo 0,4%. Attenzione però, perchè non tutti i frutti possono essere "mandati in letargo".
Trattiamo in questo modo le pomacee in generale e poi banane, pesche, kiwi, pere, meloni, pomodori, cachi e albicocche”, spiega Buglia. “Con le mele i risultati sono sorprendenti: un frutto conservato in atmosfera dinamica si mantiene anche un anno”.

Vantaggi per chi commercializza il prodotto dunque, ma anche per il consumatore. L'Unione europea ha infatti messo da poco al bando prodotti chimici tradizionalmente usati per conservare la frutta. Prodotti che si sono rivelati cancerogeni e che ora sono stati sostituiti da questa nuova tecnica che non solo è priva di qualunque tipo di rischio per la salute umana, ma conserva anche le caratteristiche organolettiche dei frutti.

L'atmosfera controllata strizza l'occhio anche all'export. Mandare una cassetta di fragole dall'altra parte del globo non è ancora possibile, ma grazie a container refrigerati, con atmosfera dinamica, le distanze si accorciano e il made in Italy ha dunque la possibilità di raggiungere mercati altrimenti preclusi.

Ma per coprire grandi distanze è necessario anche avere un idoneo imballaggio. “Con i nostri angolari e reggette assicuriamo il trasporto in sicurezza delle merci”, spiega Roberto Graziani, direttore generale della Graziani Packaging. “La qualità deve essere garantita sempre, dalla raccolta dei frutti fine al loro trasporto”.

Grazie ad angolari in cartone, assemblati con tecnologie innovative, e alle fascette, la Graziani è riuscita a conquistare i mercati esteri. In Sud America l'azienda ha scalzato i vecchi sistemi di imballaggio, riducendo del 30% l'utilizzo di materie prime e aumentando della stessa percentuale la resistenza.
 

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