Siamo di fronte ad un accordo assurdo. Mi domando che senso abbia dotarsi della normativa più severa al mondo, che richiede di fornire accurati dossier scientifici, e poi lasciare agli Stati membri la possibilità di decidere su basi di fatto non oggettive". È questo il commento di Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica – alla notizia dell’accordo raggiunto all’interno del Consiglio dei ministri europeo sul cosiddetto principio di "nazionalizzazione", in base al quale i membri dell'Unione che lo desiderano possono non consentire di mettere in campo coltivazioni Ogm, anche quando approvate a livello comunitario.

"La decisione assunta oggi a Bruxelles – afferma il presidente di Assobiotec – non solo va contro al principio che quanto concerne la sicurezza delle persone e dell'ambiente deve essere deciso su basi scientifiche, ma affossa anche il fondamento comunitario della libera circolazione dei prodotti e priva gli agricoltori italiani della libertà di poter scegliere le tecniche più aggiornate in un regime di coesistenza - possibile e verificato - tra diverse modalità di coltivazione".

"Dopo quasi un ventennio di coltivazione senza problemi in tutto il mondoconclude Sidoli – dove ormai le piante biotech sono coltivate su ben oltre 170 milioni di ettari di terreno, l’Unione europea decide di fatto di non decidere. Questo, visto il clima di scontro ideologico ancora in atto in Italia in tema di Ogm, si tradurrà nell’impossibilità per i nostri agricoltori di utilizzare un collaudato strumento di competizione tecnica ed economica, la cui sicurezza non è più in dubbio e la cui efficacia è certa, come dimostra l'esperienza della vicina Spagna dove le colture biotech sono in campo da quindici anni".