Non è la prima volta che gli agricoltori manifestano contro le importazioni di derrate agricole occupando in maniera più o meno simbolica il valico del Brennero. Anni fa furono i coniglicoltori esasperati dalle importazioni a basso prezzo dai paesi dell'Est europeo (ancora non facevano parte della Ue), poi fu la volta dei produttori di latte, disperati per il latte che entrava in Italia a prezzi stracciati. Oggi la protesta, “sponsorizzata” da Coldiretti, si è allargata ad un tentativo di difesa del Made in Italy e di lotta alle imitazioni. Argomenti che non potevano sfuggire all'attenzione dei media che già all'annuncio della manifestazione hanno dibattuto l'argomento. Così il 30 novembre sulle pagine di “Avvenire” come su quelle de “Il Sole 24 Ore”, sino ai giornali locali come “La Voce di Mantova”, per citarne alcuni, si possono leggere ampi commenti sui perché della mobilitazione Coldiretti. Si continua a parlarne il primo dicembre su “La Stampa” e ancora il 3 dicembre sul “Gazzettino”. Poi ecco arrivare la data stabilita, il 4 dicembre, ed è su “L'Arena” che troviamo altri dettagli mentre i manifestanti si stanno mobilitando per raggiungere il valico di frontiera. Per sapere come è andata bisogna attendere il giorno seguente le cronache riportate da molte testate e fra queste il “Corriere della Sera”, “Repubblica” e “Il Sole 24 Ore” che evidenziano la contrapposizione fra il consenso espresso alla manifestazione dal ministro dell'Agricoltura, Nunzia De Girolamo”, e le critiche mosse all'iniziativa da parte di Confindustria.
“Caos fiscale”
Anche se gli sguardi sono puntati sulle importazioni, le preoccupazioni per le “mosse” del Governo in tema di Imu su terreni e fabbricati agricoli non accennano a diminuire. Su “Il Sole 24 Ore” del 29 novembre si apprende che l'esenzione dalla tassa per quanto riguarda i terreni agricoli potrà andare a beneficio solo dei produttori “professionali”. Ma il giorno seguente, ancora su “Il Sole 24 Ore”, si apprende che l'abitazione rurale dovrà invece fare i conti con l'Imu. E si continua nell'incertezza anche nei giorni seguenti con il “Secolo XIX” del primo dicembre che parla di un “giallo” dell'Imu. Alla fine sarà “caos fiscale” come lo definisce il “Corriere della Sera” del 2 dicembre, una definizione facile da condividere.
Speriamo che da questi balzelli vecchi e nuovi vengano almeno escluse le aziende che si sono viste devastare stalle e raccolti dai vari nubifragi che si sono abbattuti a macchia di leopardo sull'Italia. Danni che in Sardegna hanno distrutto raccolti e messo in ginocchio gli agricoltori, come scrive la “Nuova Sardegna” del primo dicembre. Dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 4 dicembre si apprende poi delle centinaia di ettari che in Puglia sono finiti sott'acqua con danni ingenti, ancora da valutare.
Fuochi vietati
Ci spostiamo in Campania con il “Corriere Mezzogiorno” del 29 novembre dove si riportano le parole di ferma condanna che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso per lo scandalo delle “terre dei fuochi”. Nello stesso giorno “Il Sole 24 Ore” dà voce ai produttori di mozzarella che si dicono pronti ad ogni genere di controllo, certi della salubrità di quanto immettono sul mercato. Se ne parla il 5 ottobre anche sulle pagine del settimanale “Famiglia Cristiana”. Poi ecco arrivare il 4 dicembre la decisione del Governo di considerare reato l'incendio dei rifiuti. Una svolta considerata da “Avvenire” come un passo importante, ma accolta dal “Corriere della Sera” con una certa dose di scetticismo.
Solo sulle pagine de “L'Unità” del primo dicembre troviamo notizia che in Francia alcuni movimenti dei consumatori hanno lanciato una campagna per scoraggiare l'acquisto dei pomodori italiani. Le nostre “colpe” sono quelle dell'inquinamento e dello sfruttamento della mano d'opera degli immigrati clandestini.
La “fuga” degli agrofarmaci
A dispetto dei consumatori francesi, pronti a boicottare il Made in Italy, dalla Russia arrivano segnali incoraggianti per il nostro export agroalimentare. Lo scrive “Italia Oggi” del 30 novembre e il 3 dicembre, ancora su “Italia Oggi”, si parla della proposta di legge per l'istituzione di un marchio collettivo che raccolga i prodotti italiani di qualità. E' un export “diverso” quello che riguarda gli agrofarmaci che vede la ricerca del settore spostarsi fuori Europa, una denuncia lanciata dalle pagine de “Il Sole 24 Ore” del 30 novembre. A proposito di agrofarmaci, “La Stampa” del primo dicembre invita a prendere esempio dalla Francia che ha vietato l'impiego di taluni prodotti nelle aree verdi. La firma è quella di Slow Food.
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Autore: Angelo Gamberini