Trentino - Alto Adige
Siglata convenzione tra Inea e provincia di Bolzano

Saranno 471 le aziende della Provincia autonoma di Bolzano sottoposte alla rilevazione contabile attraverso l'indagine integrata RICA-REA: 209 attraverso la metodologia REA-ISTAT e 262 con RICA-Inea. Redditi, produttività, costi di produzione e struttura delle aziende agricole sono solo alcuni degli indicatori monitorati dalle rilevazioni. Ma non solo, SAU (Superficie Agricola Utilizzata), produzioni, colture, caratteristiche degli allevamenti potranno essere indagate grazie al protocollo d'intesa, siglato il 15 novembre, fra Tiziano Zigiotto, presidente dell'Inea e Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bolzano.

Strumento per la conoscenza della situazione socio-economica del settore agricolo provinciale, l'indagine integrata RICA-REA consente inoltre di programmare, monitorare e valutare gli interventi di politica agricola e le politiche di sviluppo rurale attuate dalla Provincia.

Attraverso una migliore conoscenza delle situazioni economiche aziendali è inoltre possibile ottenere informazioni, nell'ottica di una programmazione efficiente delle politiche di sviluppo rurale, sulle dotazioni strutturali, sugli investimenti, sul grado di adesione alle politiche, sull'indebitamento ed altri aspetti contabili di rilevante interesse.

L'acquisizione dei dati RICA viene effettuata attraverso il software GAIA, recentemente messo a punto dall'Inea, distribuito gratuitamente alle amministrazioni che partecipano alla rilevazione e a tutti gli agricoltori che ne facciano richiesta. Il software consente, oltre alla registrazione delle informazioni tecnico-economico, anche la redazione del bilancio aziendale ed il calcolo degli indicatori di efficienza economica e finanziaria delle singole aziende agricole, fornendo quindi un utile servizio per gli imprenditori agricoli.

Fonte: Inea

 

Lombardia
E' in ottima salute l'agricoltura lombarda 

"Una nuova conferma della vitalità del comparto agricolo lombardo e delle capacità imprenditoriali che caratterizzano le aziende che operano nel suo contesto": è questo il commento di Confagricoltura Lombardia ai dati dell'analisi congiunturale relativa al terzo trimestre 2011, presentata nella mattina del 15 novembre presso la sede di Unioncamere Lombardia.

Dall'analisi emerge infatti l'andamento sostanzialmente positivo dell'agricoltura regionale, nonostante il contesto generale di difficoltà economica che ha caratterizzato l'intero mondo produttivo nel corso degli ultimi mesi.

In particolare, Confagricoltura Lombardia valuta positivamente i buoni risultati conseguiti dagli allevamenti suinicoli, in virtù del favorevole andamento dei prezzi di mercato, pur nella consapevolezza che questi segnali positivi non consentono certo alle aziende del comparto un recupero adeguato dopo una crisi pluriennale.

Buoni risultati anche per l'export del settore vitivinicolo e del Grana Padano, testimoni delle forti potenzialità del comparto agroalimentare lombardo sui mercati internazionali.

Il settore cerealicolo ha invece sofferto per la forte volatilità dei prezzi, riconducibile anche a meccanismi speculativi. "Si rende dunque necessaria l'adozione nell'ambito della nuova Pac che si sta delineando - nota Confagricoltura Lombardia - di apposite misure che tutelino le aziende agricole da queste imprevedibili oscillazioni dei mercati che mettono a rischio la loro redditività e, talvolta, la loro stessa sopravvivenza".

Fonte: Confagricoltura Lombardia

 

 

Sardegna
Blocco export di carni suine

"Il rischio della catastrofe economica è sempre più imminente con la decisione arrivata da Bruxelles di ratificare il blocco delle esportazioni delle carni sarde". Lo ha affermato il direttore regionale di Confagricoltura SardegnaMaurizio Onorato, spiegando che: "Il non poter fare uscire dall'isola il maialettoequivale a decretare la morte della zootecnia sarda e l'azzeramento di un simbolo che connota le nostre produzioni anche all'estero. Un vero danno per l'intera economia e per la sussistenza dei numerosi allevatori, che rischiano di vedere vanificati gli sforzi e il lavoro di tanti anni". 

"Occorre studiare quanto prima - ha proseguito Onorato - l'attivazione di un corridoio sanitario super controllato che garantisca la salvaguardia delle 469 aziende suinicole virtuose accreditate, indenni dalla peste suina e certificate secondo le regole della biosicurezza, oggi a rischio serrata. E' necessario - ha concluso - intensificare i controlli, vigilare per evitare il brado indiscriminato e l'abusivismo ed attivare al più presto delle premialità per le aziende che hanno scelto la legalità".

Fonte: Confagricoltura Sardegna

 

Veneto
Ecco gli indennizzi per la batteriosi dell'actinidia

Sono in liquidazione i contributi regionali per quasi 161 mila euro destinati ai frutticoltori che hanno espiantato i frutteti di kiwi colpiti da cancro batterico (Pseudomonas syringae pv. Actinidiae).

I 13 mandati di pagamento sono stati firmati ieri, 10 novembre 2011, "a distanza di circa 6 mesi dalla constatazione della malattia e dalla estirpazione e ad una cinquantina di giorni dalla presentazione delle domande di indennizzo", come ha ricordato l'assessore regionale all'Agricoltura Franco Manzato. "La burocrazia ha funzionato bene – ha aggiunto l'assessore – e mi auguro che il sistema agricolo operi in maniera altrettanto attenta".

La situazione veneta non è tra le più gravi nel panorama italiano: alla Regione sono pervenute complessivamente 19 domande di indennizzo (in Piemonte, per fare un raffronto, ne sono state presentate centinaia per oltre 2 milioni di esigenze finanziarie). Di queste, 5 non sono state ritenute ammissibili perché erano stato estirpate singole piante malate (e non appezzamenti con superficie minima di 1000 mq.) o non possedevano i verbali del Servizio Fitosanitario di constatazione della presenza della batteriosi. Una sola domanda andrà in pagamento successivamente, in quanto l'impresa interessate deve ancora completare l'estirpazione.

Per contrastare l'emergenza la Regione si è attivata anche vietando fino al 31 dicembre 2012 nuovi impianti di actinidia, in modo da impedire la messa a dimora di materiale vivaistico che non abbia sufficienti garanzie fitosanitarie.

Fonte: Regione Veneto

 

 

Puglia
Il carciofo brindisino è Igp

E' stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea L 289/12 dell'8 novembre 2011 la registrazione della denominazione carciofo brindisino Igp.

Grande soddisfazione ha espresso il presidente dell'Associazione promotrice per il riconoscimento dell'Igp, Carmelo Dellimauri: "Ora sarà finalmente possibile tutelare il carciofo brindisino con un marchio europeo che ne garantisce la provenienza, la tipicità e la tracciabilità avvallata dal rispetto del disciplinare di produzione". Le aziende agricole che operano nel territorio dell'Igp (i Comuni di Brindisi, Cellino San Marco, Carovigno, Mesagne, Sandonaci, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni, Torchiarolo) si potranno avvalere dell'uso del marchio comunitario per la commercializzazione delle loro produzioni di carciofo brindisino, per aumentarne il valore aggiunto.

"In questo modo - sottolinea la Cia Puglia - si contrasterà la commercializzazione di carciofi di dubbia qualità che arrivano nei porti pugliesi, e soprattutto a Brindisi, dai paesi del Nord Africa. Il marchio sarà la svolta attesa da anni: si potrà finalmente valorizzare un prodotto unico nel suo genere, dalle caratteristiche peculiari".

Il percorso del carciofo brindisino, però, non è ancora concluso: "Ora bisogna creare il Consorzio di tutela e valorizzazione, costituire l'Organizzazione dei produttori (Op) e dare vita all'albo dei produttori stessi - ha detto il segretario dell'Associazione promotrice, Antonio Legittimo - L'obiettivo è arrivare al consumatore con la garanzia della qualità e della salubrità dei carciofi brindisini attraverso l'etichettatura e la rintracciabilità, strumenti in grado di dotare il carciofo di una 'carta di identità' che aggiunga valore economico ad una produzione già conosciuta ed apprezzata".

Fonte: Cia Puglia


Emilia-Romagna
Emilia Romagna, prime anticipazioni sull'annata agraria 2011

Cresce anche nel 2011 il valore della produzione agricola regionale che, con un +3% rispetto all’anno precedente, porta il comparto a superare la soglia dei 4.300 milioni di euro.

"Si tratta di una stima prudenziale, che non comprende ancora il valore di produzioni che vengono commercializzate nei mesi autunnali e invernali", spiega l’assessore all’Agricoltura dell'Emilia Romagna Tiberio Rabboni, commentando le prime anticipazioni relative all’andamento dell’annata agraria 2011 che si p chiusa tradizionalmente l’11 novembre, giorno di San Martino.

"Tuttavia il dato è già indicativo di un’annata complessivamente positiva. Dopo un 2010 che aveva fatto registrare un + 11%, questa ulteriore crescita conferma il ruolo anticiclico e di traino alla ripresa del settore agricolo, che come è noto – ha sottolineato Rabboni – alimenta un indotto che concorre per circa il 20% alla ricchezza regionale e nazionale”.

Tra i comparti con un andamento positivo, quello dei cereali (+14%), trainato in particolare dalla buona performance del mais e dall’aumento dei prezzi del grano duro, ma anche quello degli allevamenti con una crescita generalizzata del valore delle produzioni intorno al 10%. Più ombre che luci invece per ortaggi (-11%) e frutta (-22%), due settori che più di altri hanno dovuto scontare gli effetti negativi della difficile congiuntura dei prezzi.

Positive anche le prime previsioni relative al vino, per il quale si stima un + 9%.I migliori andamenti di prezzo all'origine si sono verificati per frumento duro, barbabietola, vino, carni e latte; i peggiori per patate, cipolle, cocomeri, fragole, pesche, nettarine, susine e pere.

Leggi il rapporto completo.

Fonte: Regione Emilia Romagna - Ermes Agricoltura

 

Lombardia
Brescia, in arrivo la polizza assicurativa anti-diabrotica

E' l'iniziativa organizzata nei giorni scorsi Il Consorzio di difesa delle colture intensive della provincia di Brescia ha promosso un vertice con tutte le principali compagnie di assicurazione attive nel settore agricolo, per confrontarsi sull'emergenza diabrotica e perfezionare l'innovativa polizza lanciata per la prima volta in provincia nel corso della campagna assicurativa 2011.

L'appuntamento si è focalizzata sull'analisi dei dati tecnico-economici e statistici prodotti dal settore tecnico del Consorzio, da anni in prima fila anche a livello nazionale nello studio della diabrotica.

L'incontro ha avuto l'obiettivo di concertare con le compagnie di assicurazione una polizza in grado di usufruire dei contributi pubblici, che possono arrivare fino al 65% del costo parametrato in base al regolamento Ce 73/2009 ed eventuali contributi messi a disposizione dalla regione Lombardia (dgr 8/11091 del 2010).

L'iniziativa - sottolinea Condifesa Brescia - assume particolare importanza alla luce della rilevanza economica della filiera bresciana del mais, che nell'intera provincia conta poco più di 81 mila ettari (su un totale regionale di 365 mila ha) pari al 90% circa di tutti i terreni coltivati a seminativo.

"Con questa iniziativa - afferma il presidente del Codife Brescia Giacomo Lussignoli - intendiamo porre le basi per dare la possibilità a tutti gli agricoltori di assicurarsi già dal 2012, con un costo molto contenuto, contro gli eventuali danni procurati dalla diabrotica, ormai profondamente diffusa su tutto il territorio provinciale".

Fonte: Agrapress

 

Calabria
Opportunità di credito per le imprenditrici agricole

"Creditagri Italia, ente di garanzia fidi, che ha una società di mediazione creditizia operante nell'ambito del sistema Coldiretti ed il Gruppo delle banche popolari hanno stipulato un accordo che - informa Elvira Leuzzi responsabile di Donna Impresa Calabria - ha per scopo il finanziamento di progetti presentati da donne che operano in aziende agricole, anche se non sono titolari".

Donna Impresa Calabria rende noto che sono finanziabili le spese in conto gestione e gli investimenti, non sono finanziabili, invece, gli acquisti di immobili, di beni usati e le spese non fatturate. La somma erogabile varia da un minimo di 10.000 euro ad un massimo di 30.000 euro. I finanziamento ottenuto può essere rimborsato con rate trimestrali, semestrali o annuali posticipate.

Le proposte di progetto, una volta valutate dalle coordinatrici di Coldiretti Donna Impresa, verranno inoltrate ai referenti territoriali di Creditagri per la valutazione economico-finanziaria.

Fonte: Agrapress

 

Toscana
'Urgente un piano di difesa del suolo'

"E' urgente un serio piano di difesa del suolo che, a partire dal riordino legislativo, ormai improcrastinabile, faccia della partecipazione e della sussidiarietà il proprio principio fondante, con un coinvolgimento in primo luogo delle imprese agricole e forestali, che possono garantire un controllo ed una manutenzione capillare del territorio".

La richiesta viene dalla Cia Toscana ed è stata lanciata dal presidente Giordano Pascucci durante una visita alle zone alluvionate della Lunigiana.

"Per evitare il ripetersi dei fenomeni dei giorni scorsi - ha detto Pascucci - è opportuna una strategia di rilancio dell'agricoltura e della silvicoltura, presidi essenziali per un'efficace azione di gestione del territorio".

Pascucci ha chiesto anche "una politica attenta di governo del territorio, in grado di porre un freno al consumo di suolo ed all'espansione edilizia, in particolare lungo gli alvei fluviali ed i versanti collinari e montani. Senza tralasciare una pianificazione efficiente della gestione della risorsa acqua, rafforzando le infrastrutture di contenimento e di raccolta".

Fonte: Agrapress

 

Emilia-Romagna
Apimaia diventa Unima Parma

Compiuti i 73 anni di attività, l'Apimaia di Parma, l'Associazione provinciale imprese di meccanizzazione agricole, industriali e artigiane, si regala un nuovo nome e una nuova sede. Da novembre, infatti, la nuova Unima Parma ha traslocato nei nuovi uffici di via Emilia Ovest 8/B, dove sono già a regime tutte le sue attività

"La decisione di abbandonare la storica sigla Apimaia per assumere quella di Unima Parma, testimoniando anche nel nome la solidità del legame che ci unisce alla struttura nazionale, e quella di spostare la sede dell'associazione, erano già state prese a febbraio – ha dichiarato Pierino Reverberi, presidente di Unima Parma –. Per stare al passo con i tempi occorreva avere una struttura nuova in grado di soddisfare tutti i bisogni presenti e futuri degli associati. Una sede nella quale abbiamo voluto investire in un periodo di profonda crisi generale per mandare a tutti, un forte messaggio: che dalla crisi esce chi ha il coraggio di investire e di proporsi sul mercato con innovazione, qualità e professionalità".

Oltre 400 metri quadri di uffici, un sistema di rete trasmissione dati certificato in categoria 6 e una capacità di impiego di personale tra le 15 e le 20 unità Questi i numeri della nuova sede. Il vero punto di forza, tuttavia, è nella riorganizzazione e nell'ampliamento del sistema dei servizi offerti che raggiunge una copertura pressoché totale delle potenziali necessità.

"In un panorama operativo reso kafkiano dalla burocrazia, - ha commentato il presidente di Unima, Aproniano Tassinarila possibilità per gli agromeccanici di rivolgersi a strutture in grado di supportarli nell'affrontare le mille pratiche necessarie per lavorare non è più da tempo una questione di delegare per comodità, ma una vera e propria conditio sine qua non per sopravvivere sul mercato continuando a svolgere il proprio lavoro sui campi".

Fonte: Unima

 

Veneto
Vitigni autoctoni, pronta la mappatura 

Con decreto del responsabile della Direzione Competitività Sistemi Agroalimentari della Regione, è stata ripristinata la classificazione delle varietà di viti di uva da vino ammesse alla coltivazione nelle sette Province del Veneto.

"Non è un semplice atto burocratico - ha sottolIneato l'assessore regionale all'agricoltura Franco Manzato - perché con quel provvedimento viene fatta una sorta di mappatura ordinata, con la quale vengono specificate le tipologie di uva da vino delle quali si autorizza la coltivazione in ogni Provincia del territorio regionale, con l'obiettivo di assicurare ad un tempo innovazione e tutela delle tradizioni per quanto riguarda la produzione di vini di qualità del Veneto".

"A questo riguardo - ha precisato Manzato - voglio sottolineare i confini di coltivazione della varietà "Moscato giallo", che riguarda le Province di Padova, Vicenza e Verona. In questi territori provinciali il vitigno ha storicamente trovato uno dei suoi ambienti di coltivazione ideale. In provincia di Padova il Moscato Giallo è diventato un must, che si è guadagnato dalla vendemmia dello scorso anno, meritoriamente, la Denominazione di Origine controllata e Garantita come 'Colli Euganei Fior d'Arancio'. Nell'areale euganeo questa varietà presente da secoli ha conosciuto un crescente sviluppo soprattutto negli ultimi due decenni e viene coltivata su superfici individuate in zone particolari, destinate ad ottenere una tipologia di vino pressoché unica".

Il decreto verrà pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.

Fonte: Regione Veneto