Veneto
Nella campagna veneta un'azienda su cinque è under 30

A Padova c'è chi per la stalla rinuncia volentieri ad una carriera di farmacista, chi sceglie di praticare la pastorizia a Belluno, chi piuttosto di chiudersi in un laboratorio di chimica preferisce una malga sul Monte Grappa, chi trasforma una fattoria cimbra in un locale alla moda per l'happy hour di alta quota.

Sono alcune delle tante storie di giovani agricoltori veneti: i dati della Regione Veneto evidenziano più di mille nuove aziende agricole grazie soprattutto al Programma di sviluppo rurale, lo strumento più gettonato dai neo-imprenditori che offre misure di finanziamento ancora interessanti.

"Siamo di fronte ad un settore vivace che guarda con sfida al futuro, una vera riscossa dell' economia capace di attrarre giovani imprenditori che alla guida delle imprese agricole producono e danno nuova occupazione" sottolinea Franco Manzato, assessore regionale all'Agricoltura. riferendosi agli 870 giovani nuovi insediati che in tre anni hanno potuto usufruire degli aiuti comunitari pari a 75 milioni di euro. "In questo caso gli agricoltori hanno aggiunto a questa dotazione altri 50 milioni di euro per completare gli investimenti. Linfa vitale per l'agricoltura se si considera che i 280 giovani esclusi, hanno comunque proseguito nello sviluppo della propria azienda investendo nel settore di tasca propria".

Chi si affaccia per la prima volta sulla campagna lo fa da preparato: il 26% è diplomato in agraria, il 7% laureato in discipline agrarie e veterinarie. La maggior parte di loro segue l'indirizzo prevalente impostato dai genitori in fattoria. Ma la nuova generazione di coltivatori innova le cantine di famiglia con sistemi di imbottigliamento avanzati e spesso ricorre all'alta meccanizzazione per la cura dei vigneti.

Significativa la ricerca e l'innovazione applicata dai neo titolari d'azienda che pur mantenendo gli aspetti tradizionali legati al settore ne riscoprono i valori in chiave moderna: nell'enologia infatti cominciano a farsi notare sui mercati i vini da vitigni autoctoni.

Notevoli sono i nuovi talenti che si impegnano nella produzione di energia da fonti rinnovabili e che attuano interventi per il risparmio idrico. Chi invece continua a lavorare nel lattiero-caseario rivoluziona la stalla con impianti robotizzati e con lo stesso latte fa formaggi genuini.

Fonte: Regione Veneto

 

Umbria
Diossina, a Terni vietato allevare ovicaprini

Nell'area compresa in un raggio 5 chilometri dal luogo dell'incendio ricadente nell'ambito amministrativo del Comune di Terni è proibito l'allevamento caprino per scopo alimentare. Lo stabilisce una Ordinanza del Sindaco a quasi due anni (luglio 2009) del rogo della Ecorecuperi a Vascigliano.

Il provvedimento è dovuto ai dati forniti dall'Arpa Umbria e dall'Istituto Zooprofilattico di Umbria e Marche che hanno evidenziato una particolare capacità della specie caprina "a biomagnifcare le concentrazioni di diossina e Pcb diossina simili nelle carni".

In deroga se ne permette l'allevamento, anche di quelli in precedenza liberalizzati, soltanto se condotto in luogo chiuso e utilizzando corrette pratiche di alimentazione (Reg. CE 183/'05) ed effettuando un monitoraggio sulle produzioni agricole (fieno e mangime) e zootecniche (carne e latte).

Gli animali della specie caprina provenienti da allevamenti risultati positivi ed ancora sotto sequestro, potranno essere macellati dopo un anno dall'adozione delle misure.

L'abbattimento finalizzato alla distruzione di tutti i capi caprini non allevati con le modalità indicate dall'Ordinanza. E' permesso l'allevamento dei caprini per scopo esclusivamente affettivo o di utilità diversa da quella alimentare.

Fonte: @nmvi Oggi

 

Campania
Crisi castanicola, 30mila posti di lavoro a rischio

Tra imprenditori, operai ed indotto sono a rischio circa 30mila posti di lavoro per la crisi del comparto castanicolo e 5 mila aziende rischiano di chiudere a causa dell'attacco del Cinipide del castagno.

A denunciarlo è il presidente della Confagricoltura regionale, Michele Pannullo, che lancia l'allarme per "una crisi che rischia di colpire un importante settore"

"Abbiamo chiesto - dichiara Pannullo - la convocazione di un 'tavolo verde' all'assessore regionale all'Agricoltura, Vito Amendolara, e l'intervento del presidente della commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo, perché si tratta di una emergenza occupazionale ed ambientale. E' venuto il momento di approntare misure economiche di tutela alle aziende ed agli operatori".

Fonte: Confagricoltura Campania

 

Piemonte
Suinicoltura a rischio nonostante il rialzo dei prezzi

Continua il momento negativo del settore suinicolo e neppure la lenta ripresa delle quotazioni fa sorridere gli allevatori del cuneese. "Molte sono le aspettative dopo la stagnazione di mercato che ha caratterizzato soprattutto i mesi invernali, ma gli attuali aumenti dei prezzi delle carni coprono appena l'impennata delle quotazioni delle materie prime per l'alimentazione dei capi" commenta la Confagricoltura di Cuneo. 

Da aprile a maggio, secondo i dati raccolti dall'Ufficio prezzi della Camera di commercio di Cuneo ed elaborati da Confagricoltura Cuneo, si registra infatti un lieve aumento per i capi da allevamento da 15 kg, che passano da 3,670 a 3,680 euro/kg (+ 0,27%) e per quelli da 100 kg (+ 0,7%). Nella tabella si può vedere chiaramente come il trend di crescita sia stato sostanzialmente costante nei primi cinque mesi dell'anno, ma i valori restano migliorabili e su livelli decisamente poco significativi. 

"Non bastano questi rialzi a risolvere i pressanti problemi della suinicoltura – continuano da Confagricoltura Cuneo - per questo la nostra associazione sollecita il ministero per le Politiche agricole a procedere ad una attenta verifica ed alla rivalutazione degli accordi siglati nel 2007 e che portarono alla costituzione del Tavolo di filiera presso il Mipaaf. Il nostro Paese e deve poter mantenere, nonostante l'aggressiva concorrenza europea, il ruolo di leader del comparto, ottenuto grazie alle sue produzioni di altissima qualità e salubrità, come quelle cuneesi, e alla tradizione e professionalità degli allevatori".

Fonte: Confagricoltura Cuneo

 

Emilia-Romagna
Batteriosi del kiwi, la Regione si attiva

L'assessore regionale all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, nel corso di un incontro con le organizzazioni dei produttori e le province, ha delineato le iniziative che la Regione Emilia-Romagna intende intraprendere per contrastare la batteriosi del kiwi

Tra le proposte avanzate dall'assessore ci sono gli indennizzi agli agricoltori, l'accesso prioritario per le aziende colpite ai finanziamenti europei, i meccanismi incentivanti per promuovere la sottoscrizione di polizze assicurative e un progetto di ricerca e monitoraggio a tappeto della malattia. 

"La Regione - ha sottolineato l'assessore - sta facendo la sua parte, in collaborazione con tutto il sistema emiliano-romagnolo, a partire dagli stessi produttori". 

"Mi aspetto un analogo impegno - ha concluso Rabboni - da parte del ministero delle Politiche agricole e della stessa Unione europea".

Fonte: Agrapress

 

Molise
Assicurazioni, arriva la polizza sul bestiame per brucellosi, leucosi e tubercolosi

L'Ara, Associazione regionale degli allevatori del Molise ha attivato una apposita polizza assicurativa per il bestiame che tutela gli allevatori dal rischio di brucellosi, leucosi e tubercolosi, coprendo anche i costi di eventuale necessità di smaltimento delle carcasse dei capi. 

La polizza, che potrà essere sottoscritta direttamente negli uffici dell'Ara Molise a Campobasso, è frutto di un lavoro sinergico fra l'Ara, il Consorzio regionale molisano di difesa ed Fata assicurazioni

Soddisfatto per la creazione della nuova polizza, il presidente regionale dell'Ara, Giuseppe Porrazzo, ha sottolineato come tale servizio costituisce una novità a supporto e tutela degli imprenditori zootecnici, fino a ieri non supportati verso le eventualità contemplate nella polizza stessa.

Fonte: Ara Molise - Associazione regionale allevatori

 

Toscana
Rinnovabili: il Consorzio Agrario di Firenze punta all'autosufficienza

Il Consorzio Agrario di Firenze punta all'autosufficienza energetica. E' stata infatti completata la ristrutturazione dell'impianto di stoccaggio cereali dell'agenzia di Castelfiorentino del CAP di Firenze che ha puntato, insieme ad un moderno sistema fotovoltaico integrato che garantisce l'autosufficienza energetica dello stabilimento (circa 45.000 Kwh all'anno le stime), ad una migliore gestione qualitativa dei cereali, dalle attività di essiccazione allo stoccaggio.

Obiettivo: azzerare il costo della bolletta e ricavare dai raggi solari l'energia necessaria per le attività del Consorzio.

Un investimento di circa 400 mila euro fatto guardando al futuro dell'agricoltura e delle imprese agricole della Valdelsa.

Il progetto di ammodernamento ha riguardato le strutture per il magazzinaggio, lo stoccaggio e la movimentazione dei cereali, che sono tra le principali attività del Consorzio. Nel magazzino di stoccaggio sono stati realizzati 6 silos in metallo, per una capacità complessiva di 35.000 quintali, e un nuovo impianto per la movimentazione dei cereali, mediante sistemi automatici. Grazie ai nuovi investimenti sarà possibile immagazzinare il prodotto in lotti omogenei per caratteristiche merceologiche, e valorizzare la qualità dei cereali spuntando prezzi migliori. Caratteristiche indispensabili per rafforzare il progetto di una filiera agricola tutta italiana

"L'agricoltura guarda alle rinnovabili con molto interesse ed attenzione – ha concluso Carlo Alberto Zanieri, presidente del Consorzio – Chi fa agricoltura è il primo soggetto impegnato alla sostenibilità e alla tutela del nostro ambiente. Gli imprenditori agricoli faranno la loro parte, e il Consorzio Agrario potrà essere di stimolo".

Fonte: Coldiretti Toscana

 

Marche
Imprese al terzo posto per affidabilità nei pagamenti

"Nonostante la crisi abbia colpito duramente il nostro territorio, le imprese marchigiane sono al terzo posto per affidabilità verso i fornitori". Lo sottolinea la Coldiretti regionale commentando i risultati dello studio di Cribis sulle abitudini di pagamento delle aziende italiane nel primo trimestre del 2011, dal quale si rileva - evidenzia la federazione - che "le imprese della Regione pagano alla scadenza nel 48,4% dei casi (contro una media nazionale del 41,9%)".

Fonte: Agrapress

 

Liguria
Castanicoltura, Fai Cisl chiede un tavolo di confronto

"Il problema posto dal Cinipide alle castagne della Liguria, già in forte difficoltà per diversi problemi, fra cui la frammentazione delle proprietà, la difficoltà ad associare i produttori in forme cooperativistiche, la morfologia del territorio, la scarsa attenzione a questa produzione, rischi di convincere i liguri che è meglio abbandonare i castagneti".

La segreteria regionale della Fai Cisl lancia l'allarme per le condizioni della castanicoltura ligure, sottolineando che "i castagneti svolgono una funzione produttiva e paesaggistica ambientale".

"Sul tema - fa notare l'associazione - è attivo un tavolo di filiera del Mipaaf, che registra, ormai da troppo tempo, l'assenza di un rappresentante della nostra regione".

La Fai Cisl ha dunque chiesto all'assessore regionale all'Agricoltura di aprire un tavolo per assumere quelle iniziative che possano consentire di avere degli allevamenti locali dell'antagonista naturale del Cinipide, il Torymus.

"Auspichiamo - conclude la Fai Cisl - che tutti i soggetti interessati, cooperative, associazioni, organizzazioni di prodotto, possano raccogliere l'invito e partecipare al tavolo".

Fonte: Agrapress