Meraviglia e stupore sulla stupenda cittadina Groenlandese Ilulissat, secondo i calendari astronomici, la lunga notte polare doveva interrompersi con l’aurora del 13 gennaio, invece si è visto sorgere il sole 48 ore prima (esattamente martedì 11 alle 12.56.50). Secondo i dati storici sarebbe la prima volta a memoria d’uomo.
Un evento che ha lasciato senza parole gli scienziati, tanto da ipotizzare anche eventuali cause astronomiche.

L’Istituto centrale di Meteorologia e Geodinamica ha escluso tempestivamente motivi geofisici ed astronomici, quindi modifiche alla rotazione o all’asse del Pianeta Terra, attribuendo invece la causa del fenomeno ad un cambiamento dell’orizzonte locale.
Il forte riscaldamento del Globo ha accelerato lo scioglimento dei ghiacci groenlandesi, facendo risultare più bassa la sommità delle calotte e quindi un abbassamento del punto d’orizzonte, consentendo così alla luce del sole di raggiungere in anticipo diverse località nordiche. Un recente studio del WMO, centro rilevazione planetario delle temperature, ha accertato un surriscaldamento del territorio groenlandese di ben 3 gradi sopra alla media dei valori storici, con un maggiore scioglimento dei ghiacci specie in estate.

Qualcuno ha anche provato a dare altri tipi di spiegazioni in merito a questo mistero, citando cause astronomiche, ma Wolfgang Lenhardt, direttore del Dipartimento di Geofisica presso l’Istituto Centrale di Meteorologia di Vienna, ha subito smentito queste teorie. Se il tutto fosse dovuto a cause astronomiche, si sarebbero avute anomalie in tutto il globo. I dati dell’asse terrestre e della rotazione della Terra, sono monitorati costantemente e meticolosamente, ed è praticamente impossibile teorie catastrofiche a riguardo.
Per cui in attesa di ulteriori studi, questa sembra la spiegazione più logica. Ancora una volta i sostenitori della fine del mondo secondo le profezie Maya del 21 dicembre 2012, dovranno indubbiamente ricredersi.

Il punto della situazione
Nel frattempo una nuova ondata gelida è alle porte della Penisola.
I primi venti giorni del nuovo anno sono trascorsi all’insegna di robuste Alte Pressioni subtropicali, caratterizzando il quadro con dense nebbie sui bassi strati atmosferici e clima mite con abbondante soleggiamento sui rilievi. Dalle ultime previsioni è certo il ritorno del freddo e del gelo, occorre però analizzare l’intensità, la durata ed i potenziali effetti.
Le masse d’aria artiche proromperanno sulla Penisola con forti venti di Bora, condizionando maggiormente le regioni del versante Adriatico. Le nevicate maggiori si registreranno sui versanti orientali, spingendosi fino in prossimità dei litorali.

Evoluzione
Dagli ultimi aggiornamenti modellistici previsionali, sembra poter prolungarsi la prossima fase fredda, difatti in pieno Oceano Atlantico si creerà una vasta area anticiclonica, in grado di favorire la discesa di correnti continentali, con conseguente affermazione del freddo di matrice maggiormente artica.
Il clima invernale sembra in grado di tenerci compagnia sino ai primi giorni di febbraio, quando un diverso posizionamento del Vortice Polare potrebbe costringere alte pressioni a transitare sul bacino del Mediterraneo.

Tendenza
Il fine settimana sarà segnato da un significativo raffreddamento. Ovviamente la differenza termica sarà più marcata sui rilievi della Penisola, e meno in Val Padana, ove le nebbie hanno mantenuto il clima prettamente invernale soprattutto negli ultimi giorni. Questa nuova ondata fredda abbatterà drasticamente l'umidità e l’aria diverrà più secca. Le future precipitazioni assumeranno carattere nevoso giù a bassissima quota e non è da escludere che possa nevicare anche fin in prossimità delle coste. Al termine di gennaio un nuovo impulso d’aria gelida – questa volta di matrice continentale – rafforzerà le basse pressione sul Mediterraneo apportando nuove precipitazioni sul Centro-Sud Italia.
Dai primi giorni di febbraio il clima potrebbe stabilizzarsi nuovamente grazie all’espansione dell’Anticiclone delle Azzorre, ma non assumerà di certo il comportamento tedioso dell’Alta Pressione subtropicale degli ultimi giorni.

Conclusione
Come detto nell’ultimo editoriale, l’inverno non si è dimenticato dell’Italia. Manca ancora qualche dettaglio, ma se tutto ruota nella stessa direzione potremmo ricordarci facilmente questo evento.