La biodiversità è fonte indispensabile per l’uomo di beni e risorse, per la sua sopravvivenza e per la costruzione dell’economia nazionale e globale.
Un modo chiaro, trasparente e semplice per descrivere quanto essa sia importante è l’uso del metodo conosciuto come 'servizi ecosistemici' che secondo la definizione data dal Millennium Ecosystem Assessment sono “i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano” e si possono distinguere in quattro grandi categorie: supporto alla vita (es. produzione di nutrienti, formazione del suolo), approvvigionamento (es. cibo, risorse idriche, medicinali), regolazione (es. riduzione dei dissesti idrogeologici, regolazione del clima), culturali (es. culturali e religiosi, estetici e ricreativi, educativi).

La relazione tra benessere umano e servizi ecosistemici è scientificamente accertata ma nell’immaginario collettivo è solo percepita parzialmente o sempre meno. Così la maggior parte dei consumatori per ignoranza non è in grado di riconoscerla neanche pensando al cibo, all’acqua potabile, alle risorse energetiche - che sono per antonomasia i servizi ecosistemici più tangibili a tutti.

Questa riflessione ci fa comprendere il rapporto, malsano, oggi esistente tra attività umane ed ambiente che ha portato oggi al dissesto dei territori, ai cambiamenti climatici, allo sfruttamento insostenibile delle risorse, alla frammentazione degli habitat e alla riduzione in biodiversità floristica e faunistica.
Se desideriamo garantire sicurezza alimentare e di risorse alle prossime generazioni è indispensabile conoscere il funzionamento degli ecosistemi e dei processi che regolano l’erogazione dei servizi di supporto alla vita, per poi passare alla loro quantificazione e infine a una loro conservazione e valorizzazione, in modo da garantirne la funzionalità nel medio-lungo periodo.

Principi base per lo sviluppo sostenibile sul Pianeta Terra.

Anche in questo, ancora una volta, l’agricoltura gioca un ruolo fondamentale perché gli attuali modelli di produzione e di consumo globali dipendono in larga parte dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici che da essa derivano.
L’agricoltura è infatti la principale fornitrice di servizi ecosistemici. E oggi più che mai è necessario coniugare agricoltura e ricerca per far fronte all’emergenze internazionali di sicurezza alimentare Permettere all’agricoltura di conservare, proteggere, incrementare la biodiversità e per effetto conseguente fornire servizi ecosistemici in modo durevole ed intensivo.

 

Alcuni esempi concreti di ricerca applicata provengono dai nostri laboratori di ricerca che attraverso nuove esperienze cercano di fornire interventi pratici per contrastare gli effetti più significativi della perdita in biodiversità agricola.
- Far fronte all’abbandono del territorio agricolo. Secondo i dati Istat, tra il 1990 e il 2005 la Superficie agraria utilizzabile (Sau) si è ridotta in Italia di 3,7 milioni di ettari soprattutto in aree limitrofe alle città per una superficie pari all’intero Lazio ed Abruzzo. Quindi suolo agricolo.
La conseguenza? Perdita di biodiversità naturale, di servizi ecosistemici per i residenti ed astanti, perdita talvolta irreversibile delle produzioni agrarie tipiche.
Come risolvere? Incentivare gli aiuti al reddito degli agricoltori in modo che non abbandonino le loro aziende, sviluppare modelli di agricoltura multifunzionale, fornire ai politici e agli amministratori metodi e tecniche concrete d’intervento.

- Contrastare i nuovi parassiti. I cambiamenti climatici, la minore attenzione per l’ambiente, l’uso di pratiche agronomiche insostenibile ha prodotto disequilibri ecologici che hanno introdotto parassiti incontrollabili. Un esempio il Punteruolo rosso della palma che in solo dieci anni ha distrutto più di 7.000 km di costa mediterranea. Rimedi definitivi non esistono, ma tecniche innovative per il controllo richiedono uso di sostanze chimiche e metodi di distribuzione endoterapici e di precisione da autorizzare ed incentivare.

- Bloccare la perdita in biodiversità popolazioni di uccelli, di farfalle ed di altri impollinatori causato dal cambiamento delle pratiche agronomiche, dall’urbanizzazione, dalla frammentazione degli habitat agricoli.
Come porre rimedio? Inserire nelle aziende adeguati margini di campo, meglio se prossimi ai corpi idrici e distribuendoli a macchie del paesaggio agricolo riconoscendo, pertanto un ruolo ufficiale di gestione territoriale all’agricoltore.

- Ridurre ed attenuare l’inquinamento delle acque superficiali e profonde dovuto soprattutto alla perdita degli equilibri naturali tra suolo, acqua ed aria. La campagna erosa e frammentata non è in grado di mitigare gli effetti del clima e delle attività umane trasferendo sempre più velocemente gli inquinanti dalle città alle acque potabili e ai cibi.
Come rimediare? Pensare al paesaggio di una volta, arricchirlo con aree umide ed infrastrutture ecologiche, ricreare i fossi, i torrenti, i piccoli bordi verdi a macchie chiamati tecnicamente aree di rispetto. In quest’ottica nasce l’azienda agraria multifunzionale.

Il mancato riconoscimento del valore della biodiversità come bene comune contribuisce al suo costante declino.
La valutazione del valore della conservazione della biodiversità richiede l’integrazione tra le scienze agronomiche, economiche e pedagogico-sociali all’interno di un quadro interdisciplinare.
L’agronomia dovrebbe fornire le informazioni necessarie in merito alla generazione dei servizi ecosistemici, la cui valutazione deve fondarsi sulla comprensione dei processi biologici e fisici da cui derivano, mentre all’economia spetterebbe il compito di dotarsi degli strumenti per valutarne i valori, alle scienze pedagogiche il ruolo di comunicare ed educare i consumatori e tutti gli operatori del sistema.

Una volta valutati i valori connessi ai servizi ecosistemici, sarà necessario identificare strumenti economici innovativi adatti per gestire e finanziare le attività di conservazione e uso sostenibile della biodiversità. Gli esempi di ricerca ivi riportati ed altri disponibili andrebbero inseriti nelle nuove norme per il supporto alle politiche agricole comunitarie la cui attuazione è prevista per il 2013.

Riassunto in italiano dell’audizione al Parlamento europeo del professor Ettore Capri, direttore del Centro di Ricerca OPERA, 7 dicembre 2010, in occasione della discussione intergruppo parlamentare “Biodiversità e nuove politiche agricole comuni”.
Le presentazioni complete sono disponibili su www.elo.org

 

OPERA - European Observatory on Pesticide Risk Analysis

Opera  - European Observatory on Pesticide Risk Analysis - sostenibilità in agricoltura

www.opera-indicators.eu

Le recenti riforme europee della politica agricola comune e delle politiche ambientali sono un opportunità unica per migliorare la qualità di vita dei cittadini europei a condizione di una produzione agricola efficiente e moderna.

OPERA è un organismo accademico indipendente che intende contribuire allo sviluppo delle migliori pratiche agro-ambientali, assistere l'implementazione delle migliori idee e divulgare i migliori risultati delle ricerche. L'obiettivo di OPERA è quindi fornire raccomandazioni a tutti i decisori, dagli imprenditori agli amministratori del territori, al fine di migliorare l'efficacia delle politiche agricole in tutta l'Europa.

 

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