Il fatto che i prezzi dei prodotti alimentari siano rimasti praticamente stabili (-1,3%) nella grande distribuzione organizzata (Gdo) nonostante il crollo del 12,7% dei prezzi agricoli alla produzione conferma la presenza di pesanti distorsione nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che colpiscono gli agricoltori ed i consumatori. E' quanto afferma la Coldiretti, sulla base dei dati Ismea a maggio, nel commentare i dati di  Federdistribuzione sulle rilevazioni condotte da Iri Infoscan sulla grande distribuzione organizzata a maggio.
Il record della riduzione nei campi si è verificato, precisa la Coldiretti, per i cereali con un crollo dei prezzi alla produzione del 36,3% rispetto allo scorso anno, ma sugli scaffali della Gdo la pasta è rimasta praticamente stabile (-0,2%) come pure le merendine  (-1,4%). Secondo l'Ismea negli allevamenti si è verificata una flessione rilevante tra i prodotti lattiero-caseari (- 13,2%), ma anche in questo caso sugli scaffali i prezzi sono rimasti pressoché gli stessi secondo Federdistribuzione: latte e panna freschi (-0,3%), formaggi (-0,7%), yogurt (-1,1%).
L'analisi evidenzia dunque l' aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo nella filiera alimentare lungo la quale i prezzi, sostiene la Coldiretti, aumentano quindi in media quasi cinque volte.
In generale, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben  60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori ed esistono quindi, conclude la Coldiretti, ampi margini da recuperare, con piu' efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica.