E' necessario attuare iniziative intese a migliorare la comunicazione sulla qualità dei prodotti agricoli e che aiutino a ristabilire un collegamento tra agricoltori e consumatori. Inoltre i sistemi di etichettatura in materia di qualità devono essere più facili da utilizzare e da capire per i cittadini e occorre dare maggiore coerenza alla politica comunitaria in tale ambito.
Sono queste le principali raccomandazioni contenute in una comunicazione della Commissione europea sulla politica di qualità dei prodotti agricoli, adottata in questi giorni. Gli agricoltori europei rispettano alcuni dei requisiti di produzione più rigorosi del mondo per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, il benessere degli animali nonché l’uso di antiparassitari e di medicinali veterinari. Oltre a ciò, utilizzano la competenza e la perizia di cui dispongono per dare ai prodotti qualità specifiche che ne aumentano il valore.
Ma gli agricoltori ottengono la giusta ricompensa per il loro lavoro? I consumatori ricevono informazioni accurate sulle caratteristiche dei prodotti e sulle modalità di produzione?
'Il settore agroalimentare dell’Ue ha una meritata reputazione di elevata qualità grazie a decenni, se non secoli, di impegno per l'eccellenza', ha osservato Mariann Fischer Boel, commissario responsabile di Agricoltura e sviluppo rurale. 'I nostri agricoltori devono utilizzare questa reputazione per rafforzare la loro competitività e devono informare più efficacemente i consumatori sulle qualità dei loro prodotti. L'Ue è disposta ad aiutarli in tale iniziativa. Questa occasione va colta anche per dare maggiore coerenza e semplicità ai nostri diversi sistemi di etichettatura e di certificazione'.
Nella comunicazione la Commissione propone in particolare di:
  • estendere l'etichettatura che identifica il luogo in cui è stato ottenuto il prodotto agricolo;
  • esaminare l'opportunità di introdurre specifici termini riservati facoltativi per 'prodotto di montagna' e 'prodotto tradizionale'. Quest'ultimo potrebbe sostituire l'attuale regime delle 'specialità tradizionali garantite';
  • istituire un unico registro per tutte le indicazioni geografiche (per i vini, le bevande alcoliche e i prodotti agricoli e alimentari), preservando la specificità di ciascun regime;
  • migliorare il mercato unico per i prodotti interessati da sistemi di etichettatura, in particolare per i prodotti biologici;
  • aumentare a livello internazionale la tutela delle indicazioni geografiche e contribuire allo sviluppo di disposizioni internazionali per le norme di commercializzazione e i prodotti biologici;
  • elaborare orientamenti in materia di 'buone pratiche' per i sistemi di certificazione privati, al fine di ridurre la potenziale confusione dei consumatori e gli oneri amministrativi per gli agricoltori.
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