Con l'abolizione degli standard minimi di vendita per la frutta e verdura diventa piu' importante fare attenzione alla qualita' per non cadere nell'inganno dell'acquisto di prodotti di scarto a prezzi elevati. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento al via libera alla proposta della Commissione europea di abolire gli standard di vendita in Europa di 26 prodotti ortofrutticoli sui 36 esistenti, contro la quale non è stata raggiunta una maggioranza qualificata nonostante il voto contrario dell'Italia e di altri 15 Paesi.
'Il provvedimento', sottolinea la Coldiretti, 'sopprime le regole sulla dimensione, il peso e la qualita' di origine di alimenti come cipolle, melanzane e albicocche che verrebbero assoggettati ad una generica definizione di merce sana, leale e mercantile, mentre lascia in vigore gli standard commerciali per dieci prodotti ortofrutticoli ritenuti rappresentativi per il mercato (mele, agrumi, pere, kiwi, insalate in genere, pesche e nettarine, fragole, peperoni, uva da tavola e pomodori)'.
Il venir meno dell' obbligo di garantire l'omogeneità del prodotto offerto in vendita rischia di favorire, continua la Coldiretti, la vendita di scarti a piu' alto prezzo e impedisce di fare scelte di acquisto trasparenti attraverso il confronto di frutta e verdura con le stesse caratteristiche. Attenzione anche, precisa la Coldiretti, alle confezioni che mettono in evidenza la frutta e verdura migliori per nascondere quelle di scarto.
Il sistema comunitario fino ad ora in vigore disciplinava la classificazione dell'ortofrutta in categorie e calibri per garantire l'omogeneità dei prodotti presenti in un imballaggio, con le relative tolleranze, l'obbligo o la facoltà di riportare in etichetta la varietà o la tipologia. Il fatto - sostiene la Coldiretti - che alcuni dettagli siano eccessivi e quindi da semplificare nulla toglie alla necessità di avere un linguaggio commerciale univoco che consenta di identificare il prodotto senza inganni. 
Le norme adottate, per motivi pratici, entreranno in vigore al 1° luglio 2009. Forte critica sul provvedimento di Confagricoltura. 'In pratica',spiega l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, 'si è rinunciato a regole che, attraverso la definizione del calibro, del peso, del numero dei frutti, della uniformità, hanno contribuito a fare giungere sulle tavole dei consumatori prodotti apprezzabili dal punto di vista estetico ed organolettico di cui è certa l’origine e con un prezzo determinato in funzione delle varie categorie di qualità. Una tutela importante per i consumatori europei',
L’attuale quadro regolamentare della Comunità è sempre stato apprezzato ed utilizzato da tutti gli attori della filiera; ed ha assicurato, dal produttore al consumatore, la trasparenza e la sicurezza giuridica nelle transazioni, fornendo parametri omogenei ed oggettivi che hanno permesso di caratterizzare ed identificare il prodotto che viene commercializzato.
'Con la nuova regolamentazione comunitaria', ha commentato il presidente Federico Vecchioni, 'si è abbassata la guardia sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli, rischiando di esporre il mercato ad importazioni incontrollate dai Paesi terzi di prodotti con caratteristiche non eccelse'.