'Il provvedimento', sottolinea la Coldiretti, 'sopprime le regole sulla dimensione, il peso e la qualita' di origine di alimenti come cipolle, melanzane e albicocche che verrebbero assoggettati ad una generica definizione di merce sana, leale e mercantile, mentre lascia in vigore gli standard commerciali per dieci prodotti ortofrutticoli ritenuti rappresentativi per il mercato (mele, agrumi, pere, kiwi, insalate in genere, pesche e nettarine, fragole, peperoni, uva da tavola e pomodori)'.
Il venir meno dell' obbligo di garantire l'omogeneità del prodotto offerto in vendita rischia di favorire, continua la Coldiretti, la vendita di scarti a piu' alto prezzo e impedisce di fare scelte di acquisto trasparenti attraverso il confronto di frutta e verdura con le stesse caratteristiche. Attenzione anche, precisa la Coldiretti, alle confezioni che mettono in evidenza la frutta e verdura migliori per nascondere quelle di scarto.
Il sistema comunitario fino ad ora in vigore disciplinava la classificazione dell'ortofrutta in categorie e calibri per garantire l'omogeneità dei prodotti presenti in un imballaggio, con le relative tolleranze, l'obbligo o la facoltà di riportare in etichetta la varietà o la tipologia. Il fatto - sostiene la Coldiretti - che alcuni dettagli siano eccessivi e quindi da semplificare nulla toglie alla necessità di avere un linguaggio commerciale univoco che consenta di identificare il prodotto senza inganni.
'Con la nuova regolamentazione comunitaria', ha commentato il presidente Federico Vecchioni, 'si è abbassata la guardia sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli, rischiando di esporre il mercato ad importazioni incontrollate dai Paesi terzi di prodotti con caratteristiche non eccelse'.
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Fonte: AgricolturaOnWeb