Il fatto che la frutta Made in Italy arrivi a costare meno all’estero in Paesi come la Germania conferma Ie distorsioni presenti nella filiera dal campo alla tavola  lungo la quale i prezzi in media aumentano del 200%. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che le distorsioni arrivano a costare di piu’ dei trasporti nonostante il caro petrolio. Le differenze di prezzo riscontrate in Germania sono tra il 5 e il 10% nonostante, sottolinea la Coldiretti, i trasporti pesano in media fino al 30% sul costo finale dell’ortofrutta, con differenze a seconda delle diverse distanze.
Secondo l'ultima indagine dell'Antitrust 'i prezzi al consumo attualmente praticati dalla grande distribuzione nel comparto ortofrutticolo, non sono inferiori a quelli praticati dalle altre tipologie di vendita e, in particolare, risultano sensibilmente superiori a quelli praticati dai mercati rionali e dagli ambulanti'. Lo stesso Antitrust nella sua indagine conoscitiva su 267 filiere osservate mette in evidenza come i ricarichi variano dal 77% nel caso di filiera cortissima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al dettaglio) al 103% nel caso di un intermediario, al 290% nel caso di due intermediari, al 294% per la filiera lunga (presenza di 3 o 4 intermediari tra produttore e distributore finale), facendo segnare appunto il valore medio del 200% evidenziato da Bankitalia.
Esiste dunque, sostiene la Coldiretti, un ampio margine da recuperare tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo per garantire un adeguato reddito alle imprese agrciole e acquisti convenienti ai consumatori. Le inefficienze nella filiera ortofrutticola sono alla base di ricarichi ingiustificati che stanno provocando in Italia una riduzione dei consumi con cali del 2,6% per la frutta e dello 0,8% per le verdure, nel primo semestre del 2008 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen. Si tratta di un trend allarmante per alimenti che sono alla base della dieta mediterranea ed indispensabili per la salute per i quali, peraltro, l’Italia, sottolinea la Coldiretti,  detiene il primato quantitativo e qualitativo a livello comunitario.
La Coldiretti sta lavorando ad una strategia per semplificare e razionalizzare la filiera per rispondere alle esigenze degli agricoltori e nell'interesse dei consumatori. 'Vogliamo affrontare l'emergenza inflazione',afferma, 'con un piano che vede il coinvolgimento, oltre che delle imprese agricole, del sistema dei consorzi agrari (Assocap), dai quali passa oltre il 40% dei mezzi tecnici, lo stoccaggio e la trasformazione dei prodotti, di CoopColdiretti (sono 1300 ad oggi le cooperative socie di Coldiretti) e del sistema dei mercati diretti degli agricoltori (i cosiddetti farmers market). Per la definizione del piano', aggiunge il Presidente di Coldiretti, 'auspichiamo, e in tale maniera ci attiveremo, la fattiva e necessaria partecipazione del sistema della trasformazione artigianale e industriale e della piccola e grande distribuzione. Il nostro progetto, che intendiamo presentare al Governo nei prossimi mesi', conclude Marini, 'vuole essere l'impegno concreto di Coldiretti per il rilancio dei consumi e il contenimento dell'inflazione legata all'alimentare nel nostro Paese'.