Il rincaro attuale dei prezzi petroliferi è dovuto principalmente a un radicale cambiamento strutturale dell'offerta e della domanda di petrolio nell'economia globale. L'offerta di petrolio tiene difficilmente il passo con l'aumento della domanda a livello mondiale, specialmente in Cina e in India. Entrano in gioco anche altri fattori di natura temporanea come i problemi riguardanti determinati oleodotti o la capacità di estrazione, l'indebolimento del dollaro e gli afflussi di capitali nei mercati delle materie prime, stimati a 70 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2008.
L'aumento dei prezzi petroliferi non è un fenomeno temporaneo, ma rientra in un mutamento strutturale. Nel 2030 la domanda globale di energia potrebbe superare del 50% quella del 2007, con una prevalenza costante dei combustibili fossili nel mix di combustibili. Se non si metterà in atto la politica concordata dal Consiglio europeo, per soddisfare la domanda energetica dell'Ue si dovrà continuare a ricorrere ai combustibili fossili, la cui quota delle importazioni raggiungerà livelli ancora più elevati. La dipendenza dalle importazioni crescerebbe quindi del 14% per arrivare al 67% nel 2030.
Ripercussioni sull'economia dell'Unione europea
L'energia e i prodotti alimentari rappresentano in media il 10% e il 20% circa della spesa delle famiglie. Il rincaro del petrolio crea inflazione nell'Ue. Il contributo dell'inflazione energetica all'aumento dell'indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca) nella zona euro è stato in media dello 0,8% nel quarto trimestre del 2007. Questo ha avuto un'incidenza diretta sulle famiglie in tutta l'Unione europea. Il tasso di aumento dei prezzi dei combustibili liquidi per uso domestico e per il trasporto personale registrato nel periodo aprile 2007-aprile 2008 ha superato di gran lunga l'indice armonizzato globale dei prezzi al consumo per lo stesso periodo.
I prezzi dei combustibili liquidi per uso domestico e per i mezzi di trasporto sono aumentati rispettivamente del 35,2% e del 12,7%, contro una media Ipca del 3,6%. La comunicazione analizza inoltre gli effetti specifici dell'impennata dei prezzi del petrolio nei seguenti settori: pesca, agricoltura, trasporti, prodotti chimici, industria automobilistica e energie rinnovabili.
La risposta politica
La risposta dell'Ue ai recenti aumenti dei prezzi petroliferi dovrebbe partire dal presupposto che questi prezzi rimarranno elevati nel medio-lungo periodo. S'impone quindi un adeguamento strutturale, che deve produrre quanto prima effetti positivi. Al tempo stesso, occorre attenuare le ripercussioni a breve termine su determinati gruppi vulnerabili, aiutandoli ad adeguarsi alla mutata situazione del mercato.
La prima risposta politica deve consistere nel promuovere un uso più efficiente dell'energia da parte dell'Ue e nel ridurne la dipendenza dai combustibili fossili. Il collegio ha formulato una serie di proposte immediate, a medio termine e a lungo termine in risposta al rincaro dei prezzi petroliferi. Queste proposte, a cui si darà veste formale nella comunicazione, raccomanderanno fra l'altro al Consiglio europeo di: ribadire il suo deciso impegno ad adottare misure giuridicamente vincolanti onde raggiungere i suoi traguardi per il 2020 in termini di energie rinnovabili, biocombustibili e riduzione dei gas a effetto serra entro la fine del 2008, conditio sine qua non per migliorare considerevolmente l'efficienza energetica e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico nell'Ue; promuovere ulteriormente l'efficienza energetica a livello aziendale e familiare in modo da realizzare risparmi più rapidi e di maggiore entità in linea con gli obiettivi concordati;prendere atto che la Commissione riferirà sul funzionamento dei mercati del petrolio e dei prodotti petroliferi in occasione del prossimo riesame strategico del settore dell'energia e presenterà proposte sulla trasparenza delle scorte petrolifere commerciali entro la fine dell'anno; prendere atto che quest'anno la Commissione formulerà proposte di revisione della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici e della direttiva 'eurobollo' volte a promuovere una maggiore efficienza energetica;prendere atto che la Commissione intende riferire in autunno sul possibile ricorso agli incentivi fiscali, compresa la riduzione delle aliquote Iva per incoraggiare il risparmio energetico;contribuire all'organizzazione di un vertice mondiale sui mercati petroliferi, che riunisca i principali Paesi produttori e consumatori di petrolio, e intensificare il dialogo in corso a livello regionale e bilaterale onde migliorare l'accesso al mercato e la trasparenza;accettare che gli Stati membri diano un sostegno mirato, quando ciò sia giustificato, alle famiglie più colpite, fermo restando che le misure adottate per attenuare l'impatto immediato degli elevati prezzi petroliferi devono essere temporanee e non distorsive e non frenare l'adeguamento a lungo termine al rincaro dei prezzi; accettare di aiutare i Paesi in via di sviluppo importatori di petrolio ad attenuare gli effetti a breve termine, a migliorare la loro efficienza energetica e a sviluppare alternative ai combustibili fossili attraverso i programmi di sviluppo.
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Fonte: Commissione europea