“L’utilizzo di prodotti agricoli per produrre energie non è la causa  dell’impennata dei prezzi mondiali” Inizia con questa affermazione l’intervista a Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, raccolta da Alessandro Mastrantonio e pubblicata il 9 maggio su Il Sole 24 Ore. Apriamo così la nostra consueta passerella sulle notizie pubblicate nei quotidiani dell’ultima settimana per sottolineare come il tema dei mercati e della escalation dei prezzi stia ancora tenendo banco. E la “ricetta” indicata da Vecchioni attraverso la penna di Mastrantonio è precisa “Se il problema è mondiale – afferma il presidente di Confagricoltura dalle colonne del “Sole” – c’è bisogno di una governance globale. Bisogna far ripartire il negoziato Wto (l’organizzazione mondiale dei commerci – ndr) che da anni è fermo”.


Il pollo al cloro

Tema difficile quello dei commerci mondiali. C’è rimasto coinvolto anche il “pollo al cloro” che questa settimana ha tenuto impegnati giornali grandi e piccoli. Questi i fatti, in estrema sintesi. Negli Usa è previsto l’impiego di acqua refrigerata addizionata a cloro (varechina, insomma) nella fase finale della macellazione dei polli. Duplice l’obiettivo, velocizzare il processo di raffreddamento della carcassa ed eliminare buona parte dei batteri presenti sulla cute dell’animale. In Europa questa pratica è vietata. Troppe le controindicazioni, anche per le ripercussioni organolettiche che si hanno sulla carne. Con la conseguenza che da anni Bruxelles ha vietato le importazioni di carni avicole dagli Usa. Ora questo divieto potrebbe sparire. Fra i motivi anche quello di favorire una ripresa dei negoziati Wto.  Apriti cielo. Sul pollo al cloro abbiano letto il contributo de “La gazzetta del Mezzogiorno” (Pollo al cloro, potrebbe cadere il divieto Ue), “Il Sole 24 Ore” (Allevatori contro il pollo Usa al Cloro), “Avvenire” (Allarme alimentazione per il pollo Usa al coloro), “Metro”, (pollo alla varechina, è allarme), “Il Tempo” (E ora c’è pure il pollo alla candeggina). Questi sono solo alcuni dei titoli che abbiamo letto sui giornali del 13 maggio. Nello stesso giorno solo “Nazione - Carlino – Giorno” ha dato alla notizia lo spazio che meritava: sette righe. Perché in Italia di fatto non si importano polli. Quello avicolo, infatti, è uno dei pochi settori dove siamo autosufficienti e dove possiamo persino vantare buoni risultati nell’export. Sarà anche per questo che dall’Una (Unione nazionale dell’Avicoltura) non è giunta nemmeno una parola e sul loro sito l’argomento è stato del tutto trascurato. Come merita.


Il tema prezzi

Resta aperto invece il problema prezzi, che poi significa per molte attività agricole e soprattutto per gli allevamenti, un incontenibile aumento dei costi. E per il momento non ci si può aspettare un’inversione di tendenza. E’ di questo parere Renato Pieri, direttore di Smea (Scuola di specializzazione e master in economia agroalimentare di Cremona), che sul Sole 24 Ore Lombardia del 14 maggio puntualizza come sia la richiesta di alimenti da parte dei paesi in forte sviluppo, Cina e India in testa, a spingere verso l’alto i prezzi.

Un vantaggio per chi dispone di queste colture, anche in Italia, ma che ha effetti pesanti su altri comparti, come quello delle produzioni animali. Molte aziende che allevano suini, a detta di Pieri, potrebbero essere costrette a chiudere o riconvertirsi e la stessa sorte potrebbe capitare anche a chi alleva bovine da latte.

Il destino delle stalle da latte è anche legato al prezzo del latte, che ha fatto segnare una rottura delle trattative fra industriali e allevatori. Lo ricorda Carlo Guerrini su “Avvenire” del 10 maggio (E’ ancora guerra del latte), e poi "L’Eco di Bergamo" (Prezzo del latte le trattative si sono interrotte), e non poteva mancare “La Provincia” di Cremona (città capitale del latte) che all’argomento ha dedicato ampio spazio. E forse non abbiamo sfogliato tutti i giornali, ma ci ha colpito che questo argomento (assai più importante del cloro nei polli…) sia stato ignorato dai “grandi” giornali. Peccato. Anche questo è un segno della molta strada che il mondo agricolo deve ancora compiere in fatto di comunicazione. Lo dimostra anche la scarsità di notizie sullo sciopero dei prosciutti. Se ne è occupata “La Sicilia” (dove l’allevamento di suini non è certo molto diffuso…) e il “Gazzettino di Padova”. Qualche riga, finalmente, anche su "La Stampa" del 16 maggio. Un po’ poco rispetto alla gravità della crisi che sta assillando il settore.


Brunello in graticola

Al contrario le emergenze alimentari trovano sempre ampia eco. Si riaccendono infatti i riflettori sulle vicende del Brunello, dopo che dagli Usa minacciano di bloccare, a partire dal 9 giugno, le partite prive di esami di laboratorio che attestino la presenza di Sangiovese, senza "contaminazioni" con altri vitigno. Ne hanno parlato il 15 maggio molti giornali, da "La Stampa" (L'America minaccia il blocco del Brunello) a  "Il Tirreno" (Brunello, si cerca un accordo).

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Innovazioni avanti tutta

Note positive invece dalle innovazioni tecnologiche applicate all'agricoltura. Sono in arrivo le pellicole trasparenti che cambiano colore al modificarsi della qualità dei prodotti alimentari che vi sono avvolte, cui si aggiungono le etichette intelligenti, capaci di condurre per mano l'acquirente nella navigazione su internet alla scoperta del percorso che il prodotto ha fatto dai campi allo scaffale del supermercato. Per saperne di più non resta che leggere l'ampio servizio pubblicato il 15 maggio su "Nova" il dorso de Il Sole 24 Ore dedicato ai temi dell'innovazione. Cui fa eco "Il Giornale" con un ampio resoconto di una recente ricerca scientifica secondo la quale gli spinaci, come avviene nel famoso cartoon Braccio di Ferro, potenziano l'attività muscolare.


Tecnologie nel piatto

Ma le nuove conoscenze messe a disposizione dell'agricoltura sembrano spaventare Michael Pollan autore del libro che uscirà in giugno e intitolato "il dilemma dell'onnivoro"  al quale "L'Espresso" in edicola il 16 maggio dà ampio spazio. Giornalista pluripremiato e collaboratore del New York Times, come ce lo presenta l'Espresso, Pollan pone l'accento sui problemi che possono derivare all'uomo e all'ambiente dai sistemi intensivi di coltivazione e di allevamento. Aspettiamo di leggere il libro, già all'apice delle vendite in altri paesi, dove siamo certi sarà dedicato spazio anche al contributo che le nuove tecniche hanno dato e danno per sfamare il mondo. Speriamo che l'Autore non se ne sia dimenticato.

E in tema di alimentazione la settimana si chiude con la notizia che il neo-ministro Zaia ha conservato fra le sue responsabilità anche quella alimentare. Il ministero, come ci ricorda "Italia Oggi" del 16 maggio, continuerà a chiamarsi "delle Politiche agricole, alimentari e forestali".