"Ho iniziato l'attività nella Val di Gresta e attualmente, seguendo i bisogni fisiologici degli animali, mi trovo nella Valle dei Mòcheni, nel comune di Frassilongo in provincia di Trento, dove ho acquistato dal comune una scuola materna abbandonata per mancanza di bambini. Al primo piano ho realizzato il caseificio e poi c'è il punto vendita diretta" racconta Agitu. Ed è così che è nata l'azienda agricola "La Capra Felice".
Hai sempre avuto questa passione per le capre?
"Sì. In Africa, lavorando in alcuni progetti con i pastori nomadi del deserto, ho imparato ad allevare le capre e una volta arrivata in Italia la passione è rimasta ed ho continuato su questa strada. Sono partita con quindici capi e oggi in tutto ne ho 120. Sono tre razze: la Pezzata Mochena, la Camosciata delle Alpi e la bianca".
Come precisa Agitu, l'unica che rischiava l'estinzione era la Pezzata Mochena e proprio per questo motivo ha deciso di iniziare la sua avvenuta con questa razza per poi estendere l'allevamento alle altre due. "Mi sono procurata i primi capi di Pezzata Mochena tramite un amico che stava lavorando ad un progetto di recupero di questa razza".
Non è tutto oro ciò che luccica però perché la strada intrapresa da Agitu non è sempre stata in discesa e sono stati numerosi gli ostacoli che ha dovuto affrontare. Primo fra tutti, come ricorda, è stato quello di essere una donna. Sì, perché ad oggi i luoghi comuni non mancano e l'allevamento viene ancora visto come un'attività "da uomini".
"Le difficoltà che ho incontrato sono state immense e purtroppo non finiscono mai. La cultura è maschilista e per una donna è molto difficile, ci sono ostacoli ovunque, anche dal punto di vista burocratico. Inoltre provenendo da una cultura diversa molto spesso ci sono dei pregiudizi".
Accanto a questo tipo di difficoltà non bisogna poi dimenticare che nel complesso l'allevamento è un'attività piuttosto impegnativa che va dalla mungitura, che in azienda avviene in maniera meccanica permettendo così di accelerare i tempi, alla realizzazione dei formaggi. "La mattina è dedicata alla mungitura e alla produzione del formaggio, nel pomeriggio questi ultimi si lavano e si vendono, e la sera mi dedico di nuovo alla mungitura".
Il tutto in aggiunta a quella che Agitu considera la parte più bella della giornata, ovvero portare le capre al pascolo. "Io passeggio, le guardo e mi rilasso. E' un lavoro pesante, ma mi piace".
Le capre si sono adattate facilmente al territorio in cui si trova l'azienda?
"Sì, si sono ben adattate. Le tengo sempre al pascolo, fin dalla nascita: le più piccole seguono le più grandi e imparano tutto da loro. In più, fortunatamente, le tre razze vanno d'accordo".
Quali sono le loro caratteristiche?
"La Pezzata Mochena è molto rustica ed ha una grande capacità di pascolare, è infatti in grado di vivere all'aperto sia in inverno che in estate. La Camosciata delle Alpi si adatta bene al pascolo e produce più latte della Pezzata Mochena. Le bianche sono più delicate ma si adattano comunque bene al pascolo ed hanno una resa di produzione di latte superiore alla Pezzata Mochena. A quest'ultima ho scelto di aggiungere le altre due razze proprio per capire e vedere le differenze e le reciproche capacità di adattamento".
Di cosa si nutrono?
"Le capre sono dei ruminanti. In estate stanno sempre al pascolo dove si alternano superfici erbose e boschive e dove è presente una variegata quantità di vegetali di cui possono nutrirsi. In inverno, quando per le temperature non è possibile lasciarle al pascolo, anche perché non c'è niente di cui possano cibarsi, le lascio nella stalla e le alimento con il fieno, soprattutto le più piccole".
Agitu è seguita da un veterinario di fiducia e ciclicamente l'Asl effettua dei controlli funzionali. In azienda si lavora sulla prevenzione delle possibili malattie a cui possono andare incontro i capi. "Zero stress, niente campanacci e nessun cane da guardia" ci tiene a precisare.
Ci sono dei rischi che corrono le capre? Attacchi di orsi o di altri predatori?
"Sì, orsi e lupi, ma finora non ho subìto attacchi di animali. Per prevenirli faccio ricorso ai recinti elettrici".
Come anticipato, la titolare dell'azienda agricola ha sempre messo il benessere dei suoi capi al primo posto e di conseguenza la qualità del cosiddetto latte da erba "perché le capre non sono un mezzo di guadagno, c'è una relazione profonda, una sinergia tra gli animali e il territorio e una vera e propria relazione umana".
Ma qual è la differenza rispetto al latte prodotto da animali in stalla?
"C'è una differenza a livello nutrizionale. Il latte e i formaggi erba sono ricchi di acidi grassi, Omega 3 e sali minerali e per questo fanno bene a chi ha problemi di colesterolo. La capra seleziona quello che mangia: mangia soprattutto germogli che sono preziosissimi per la qualità dei prodotti finali".
Prodotti finali che si compongono di tre tipi di formaggi (freschi, stagionati ed erborinati, ovvero con le muffe), yogurt e prodotti di cosmesi. Un vero e proprio esempio di filiera corta perché la trasformazione avviene "in casa" grazie anche all'aiuto di chi è ospitato da Agitu mediante la rete Wwoof, ovvero quel movimento che permette lo scambio di manodopera in cambio appunto di ospitalità.
Eccezione per la parte di cosmesi, "per la quale faccio affidamento ad un laboratorio esterno".
Quali sono i tuoi principali canali di vendita e qual è il rapporto costi-benefici?
"Vendita diretta e mercati locali. I prodotti di cosmesi si possono trovare anche nei negozi e online. Nel complesso il rapporto costi-benefici è buono".
Le tue capre sono felici, e tu?
"Sì, assolutamente, sono felice. Ho in programma anche la realizzazione di un agriturismo che chiamerò La casa felice".
Leggi tutte le altre testimonianze nella rubrica AgroInnovatori: le loro storie
Azienda agricola La Capra Felice di Ideo Gudeta Agitu
Maso Villata, 79
38050 Frassilongo (Tn)
Valle dei Mòcheni
Cel: +39 333 380 25 53
E-mail: info@lacaprafelice.com