Come ogni anno il ministero della Salute ha pubblicato in una nota ministeriale le linee guida per la lotta alla varroa, elaborate dal Centro di referenza nazionale per l'apicoltura dell'Izs delle Venezie.

L'obiettivo è sempre quello di tutelare il patrimonio apistico e preservare la qualità dei prodotti dell'alveare da contaminazioni di farmaci veterinari e antiparassitari usati in modo non corretto.

Un obiettivo importante in un settore in crescita come quello dell'apicoltura e che per il ministero deve passare dal coordinamento territoriale e dalla collaborazione tra apicoltori, associazioni, centri di ricerca e Asl.

I punti chiave sottolineati nella nota infatti sono tre:
  • la realizzazione di almeno due trattamenti annui, uno in tarda primavera-estate e uno in inverno,
  • la realizzazione dei trattamenti in maniera coordinata e il più possibile contemporanea per evitare fenomeni di reinfestazione,
  • l'effettuazione di controlli per verificare la corretta esecuzione dei trattamenti.

Passando alle indicazioni tecniche, l'Izs delle Venezie, indica due periodi chiave per i trattamenti, quello autunno-invernale, quello primaverile-estivo, specificando i medicinali da utilizzare.

Il trattamento primaverile estivo deve essere effettuato tenendo conto di due fattori: essere in assenza di melari, e realizzarlo con tempistiche appropriate, considerando che in presenza di covata la popolazione di varroa cresce in maniera esponenziale, più o meno raddoppiano di mese in mese.

Così, come ricordano i veterinari dell'Izs, se a febbraio la popolazione di varroa era di cinquanta acari, ad agosto sarà di 3.200, se era di cento acari ad agosto sarà di 6.400 e così via. E considerando che una popolazione di oltre 3mila acari può portare alla morte della colonia, il trattamento è consigliato farlo il prima possibile e comunque entro la metà di agosto.

Per il trattamento primaverile estivo i medicinali previsti sono Apilifevar, Apiguard e Thymovar, a base di timolo, Varterminator, Maqs, e ApiFor60 a base di acido formico, Varromed a base di acido ossalico e formico e Apistan a base di tau-fluvalinate e Polyvar a base per flumetrina, questi ultimi due non utilizzabili in apicoltura biologica.

Sono poi usabili, anche in apicoltura biologica, i prodotti a base di acido ossalico come Apibioxal purché in assenza di covata, da ottenere mediante blocco o asportazione della covata stessa.

Sono poi utilizzabili per il controllo della popolazione della varroa anche metodi meccanici, come la rimozione della covata da fuco.

Per il periodo autunno-invernale, il trattamento è fondamentale per ridurre in modo drastico l'infestazione e garantire un buon svernamento delle famiglie. Trattamento che deve essere effettuato il prima possibile, non appena ci siano le condizioni ottimali per farlo, cioè assenza di covata e temperature adeguate, che variano da medicinale a medicinale, come specificato nella nota tecnica e ovviamente nei foglietti illustrativi dei singoli prodotti.

Riguardo ai medicinali utilizzabili vengono ricordati i presidi a base di acido ossalico come Apibioxal gocciolato in soluzione zuccherina o sublimato, Oxuvar, somministrabile per gocciolamento sui favi o per spruzzamento in assenza di covata, e Varromed, a base di acido ossalico e acido formico, da gocciolare sui favi, che secondo le indicazioni della ditta produttrice può essere usato anche con covata opercolata presente.

I trattamenti a base di acaricidi di sintesi come Apitraz e Apivar, entrambi con principio attivo amitraz, devono essere effettuati nel periodo autunnale, anche con covata presente, ricordando che non sono consentiti per l'apicoltura biologica.

Per maggiori dettagli, anche riguardo le modalità di somministrazione i tempi di sospensione dei singoli farmaci, si rimanda al testo delle linee guida.