Il mondo zootecnico è in attesa di conoscere il nuovo modello di organizzazione che guiderà il miglioramento genetico dei nostri allevamenti.
E' quanto prevede il recente decreto legislativo del ministero per le Politiche agricole che aggiorna la disciplina della riproduzione animale, argomento più volte approfondito da AgroNotizie.

E' presto per dire come e quanto incideranno questi cambiamenti sull'attuale struttura dell'Associazione italiana allevatori (Aia), che sino a oggi ha dettato le regole in questo settore.
Nel frattempo è necessario non interrompere i processi sui quali si basa il miglioramento genetico, dai controlli funzionali alla gestione dei centri genetici.
Solo alcuni esempi delle attività necessarie per un lavoro che resta complesso e costoso, a dispetto di tagli e "ristrutturazioni" che Aia ha affrontato in questi anni per arginare gli effetti della progressiva riduzione delle risorse pubbliche.
 

Non fermare la selezione

Per scongiurare il pericolo che i risultati sin qui raggiunti possano essere messi in forse da una sospensione delle attività, dal ministero delle Politiche agricole è stato emanato in questi giorni un decreto che mette a disposizione del sistema Aia un contributo di 1,3 milioni di euro per il primo semestre 2018.

Si tratta di una parte dello stanziamento previsto a fine 2017 dal ministero dell'Economia per un ammontare di circa 2,7 milioni di euro per l'anno in corso, destinati alle attività di miglioramento genetico e per la tenuta dei Libri genealogici.


Chi ne usufruisce

A usufruire di questi contributi saranno tutti i settori della zootecnia, seguendo una ripartizione che sembra tener conto dell'importanza di ogni singolo comparto, ai quali si aggiunge una quota destinata al Crea-Aa, il centro di ricerca agricoltura e ambiente.

La parte più rilevante dei contributi sono destinati agli "uffici" centrali di Aia per i controlli sulla produttività animale, la tenuta dei Libri genealogici e i Registri anagrafici.
 

La suddivisione dei sostegni previsti per i primi sei mesi del 2018
 

Poca cosa

Una boccata d'ossigeno, come si dice in questi casi, utile a risolvere qualche emergenza, nulla di più.

E' sufficiente ricordare che sino al 2010 le contribuzioni pubbliche al sistema allevatori potevano vantare un portafoglio con dentro circa 60 milioni.
Certo, Aia può ancora contare sulle integrazioni che giungono dalle singole regioni, ma siamo assai distanti da quei valori.

Anche per questo tutto il sistema allevatori è in attesa che si completi la "rivoluzione" prevista dall'aggiornamento della legge 154/2016, che disciplina la riproduzione animale.

Nelle sue pieghe sono previsti sostegni economici ben più rilevanti. Ma c'è chi sostiene che di cambiamenti, in particolare sotto il profilo organizzativo, ne vedremo pochi. Non resta che aspettare.