L’importanza della conservazione del suino nero lucano e la sua valorizzazione in un circuito economico che possa dare nuove opportunità agli allevatori lucani. Questi gli aspetti affrontati in un incontro tecnico organizzato dall’Alsia a Sasso di Castalda lo scorso 5 giugno.

A parlarne nel teatro comunale 'Mariele Ventre', a partire dalle 10, saranno Donato Matassino, del Consdabi, Consorzio per le biotecniche innovative di Benevento, Emilio Gambacorta dell’Università degli studi della Basilicata, Felice Vizzielli dell’Alsia e Giuseppe Signoriello, presidente dell'Associazione Tgaa antico suino nero lucano che riunisce gli allevatori che hanno in custodia i capi di suino nero. Spazio anche alle caratteristiche nutrizionali delle carni suine e al marketing dei prodotti tipici, con i tecnologi alimentari Immacolata Intaglietta e Amalia Simonetti. Il dibattito è stato moderato da Sergio Gallo, dirigente dell’Area Servizi di Sviluppo dell’Agenzia, mentre le conclusioni saranno affidate al commissario straordinario Domenico Romaniello.

L’incontro ha affrontato in particolare la nuova fase del progetto di recupero e di sperimentazione che Alsia e Università stanno portando avanti, in continuità con le azioni degli scorsi anni, sulle prove di macellazione e di trasformazione del prodotto carne e salumi di suino nero.

Il suino nero lucano è un tipo genetico autoctono, che ha il manto di colore nero ed è per lo più allevato allo stato semi-brado o brado. E’ stato iscritto nel Registro anagrafico nazionale delle razze suine autoctone, inquadrato fra i tipi genetici afferenti all’Apulo-Calabrese, e nel Repertorio regionale delle specie vegetali e animali a rischio di estinzione. Tutta l’attività di recupero è stata svolta, oltre che da Alsia e Università, anche dalla Comunità Montana Medio Basento e dall’Apa, Associazione provinciale allevatori.