"Le tecnologie per realizzare un ottimo connubio fra agricoltura ed energia ci sono. È necessario pensare in ottica di compenetrazione degli obiettivi di produzione di energia fotovoltaica e di produzione agricola". Il Gse, per voce di Davide Valenzano, responsabile Unità Affari Regolatori del Gestore Servizi Energetici, vede il bicchiere mezzo pieno.

 

Valenzano ha parlato durante l'edizione appena conclusa di Macfrut 2024, a Rimini, in particolare durante due eventi, uno organizzato da Italia Solare e Anie Rinnovabili, e l'altro da Elettricità Futura. Ha fornito diverse anticipazioni della normativa attesissima dagli addetti ai lavori e, in particolare, per quanto riguarda gli impianti agrivoltaici incentivabili con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), ha spiegato come sarà portato avanti il monitoraggio negli impianti avanzati. Il Gse, cui sono affidate le istruttorie tecniche per le erogazioni di fondi da Pnrr, lavorerà a stretto contatto con la banca dati Rete di Informazione Contabile Agricola (Rica).

 

"Fra i 50 e i 57 GW è l'obiettivo al 2030 di nuova capacità fotovoltaica del Pniec (Piano Energia e Clima, Ndr). Un GW arriverà da agrivoltaico innovativo avanzato, tra i 40 e i 45 GW pensiamo di poterli allocare nel Decreto FER X, che dovrebbe chiudere il suo iter in autunno". La compatibilità fra gli obiettivi di produzione di energia elettrica e quelli di produzione agricola e la necessità di collaborazione costruttiva fra i tecnici dei due settori sono state il filo conduttore che ha percorso tutti gli eventi della nuova area espositiva di Macfrut 2024, il "Salone dell'agrivoltaico by Key - The Energy Transition Expo".

 

"Il dialogo con il mondo agricolo è un fattore chiave, è il fattore di successo", ha sottolineato Davide Valenzano durante l'evento intitolato "Agrivoltaico: quadro di riferimento, criticità, prospettive, esperienze pratiche" di Elettricità Futura. Poi Valenzano ha fatto il punto sul fotovoltaico su terreni agricoli il cui iter è avviato e ha fornito un dato: 100 GW. "Abbiamo un numero spropositato di iniziative e di progetti - ha detto - 20 GW di impianti sono già autorizzati, 80 circa hanno avviato l'iter. Intanto, non abbiamo bisogno di 100 GW, è un numero da monitorare. Dobbiamo raggiungere gli obiettivi posti dall'Ue, in maniera sostenibile, tutelando le filiere, in primis quella agricola", ha aggiunto il responsabile Unità Affari Regolatori del Gestore Servizi Energetici, richiamando implicitamente il dibattito acceso che c'è stato la settima scorsa, in fase di approvazione del Decreto Agricoltura. Il Decreto salva poi di fatto l'agrivoltaico e stoppa i nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra, in zone classificate agricole.

 

Un momento della relazione di Davide Valenzano, responsabile Unità Affari Regolatori del Gestore Servizi Energetici

Un momento della relazione di Davide Valenzano, responsabile Unità Affari Regolatori del Gestore Servizi Energetici

(Fonte foto: Tratta dal video di Barbara Righini - AgroNotizie®)

 

Fotovoltaico e agrivoltaico: facciamo chiarezza

Gli impianti collocati su terreni agricoli possono infatti avere diverse configurazioni: il fotovoltaico a terra, che quindi è finalizzato a produrre energia e che non contempla l'attività agricola; l'impianto agrivoltaico base che consente la coltivazione ma su porzioni diverse di suolo, quindi i pannelli fotovoltaici non hanno alcuna azione sinergica rispetto alle colture; l'agrivoltaico avanzato in cui produzione di energia elettrica e produzione agricola coesistono e condividono porzioni di suolo, esistono moduli sopraelevati e la progettazione dell'impianto è fatta in modo che sia garantita la piena integrazione fra le attività, con sistemi di monitoraggio che verificano le condizioni ottimali di esercizio; l'agrivoltaico avanzato meritevole di fondi da Pnrr che, oltre a tutte le precedenti condizioni, vanta anche un sistema di monitoraggio, con sensori e tecnologie, atto a verificare gli effetti sui benefici concorrenti.

 

I sistemi di monitoraggio previsti per gli impianti che saranno finanziati con fondi da Pnrr devono quindi essere in grado di verificare il recupero di fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici. Ricordiamo che il Pnrr mette a disposizione 1,1 miliardo di euro nella Missione 2, Componente 2, per lo "Sviluppo dell'agrivoltaico". L'obiettivo è installare a regime almeno una capacità produttiva di 1,04 GW da impianti agrivoltaici avanzati. Le caratteristiche degli impianti meritevoli seguono fondamentalmente le "Linee guida in materia di impianti agrivoltaici" sviluppate da Crea, Enea, Gse ed Rse. "Faccio notare - ha detto Davide Valenzano durante l'evento "Sostenibilità economica dei sistemi agrivoltaici tra sperimentazione e maturità del mercato" organizzato da Anie Rinnovabili e Italia Solare - che, calcolando le risorse a disposizione da Pnrr, possiamo andare oltre gli 1,04 GW previsti, abbiamo risorse per finanziare 1,6 GW circa".

 

Molti dei dettagli tecnici per la progettazione degli impianti candidati a finanziamento da Pnrr saranno contenuti in documenti che dovrebbero diventare ufficiali, secondo quanto anticipato, entro maggio 2024, ovvero: le Regole operative per il riconoscimento del contributo in conto capitale (40% dei costi ammissibili) e della tariffa incentivante in conto esercizio (per una durata di venti anni); le Linee guida per il monitoraggio della continuità dell'attività agricola. Proprio sul monitoraggio il rappresentante inviato dal Gse a Macfrut si è molto soffermato, anticipando come questo funzionerà per i primi cinque anni dall'entrata in esercizio dell'impianto finanziato da Pnrr e durante i successivi quindici anni, in modo da poter mantenere l'incentivo.

 

A che punto è la normativa?

 

Da notare che esistono requisiti soggettivi da soddisfare per poter accedere ai fondi, non si potrà prescindere dalla presenza di un'impresa agricola perché la continuità agricola è un requisito essenziale per poter continuare a beneficiare degli incentivi e sarà monitorata. Ciò significa che, se dovesse, nel corso dei venti anni d'esercizio, venire meno la continuità agricola, gli incentivi si interrompono. I soggetti che possono avere accesso ai fondi Pnrr per l'agrivoltaico sono quindi o un imprenditore agricolo in forma individuale o societaria, anche cooperativa, o associazioni temporanee di impresa che però includano al loro interno un'azienda agricola o forme organizzate di imprese agricole.

 

Il monitoraggio, con tecnologie avanzate che non potranno non comprendere sensoristica, partirà da subito, dall'entrata in funzione, con allacciamento alla rete, dell'impianto agrivoltaico avanzato. Secondo quanto previsto, gli impianti finanziati con fondi Pnrr dovranno essere allacciati entro giugno 2026. In quel momento il produttore dovrà presentare informazioni come la relazione agronomica di parte che fotografa la situazione, il fascicolo aziendale, l'evidenza dell'installazione dei sensori per il monitoraggio e l'iscrizione alla banca dati Rica.

 

"Le imprese agricole dovranno censirsi sulla banca dati Rica. Si monitorerà - ha spiegato Valenzano - il valore della produzione lorda venduta prima e dopo l'installazione dell'impianto agrivoltaico. Per i primi cinque anni questo monitoraggio sull'andamento della Plv avrà un valore puramente statistico. Sappiamo che c'è bisogno di un tempo minimo per far rendere le coltivazioni. In seguito, dal sesto anno in avanti, il valore sarà verificato rispetto a un benchmark. Il benchmark saranno aziende agricole che operano nello stesso settore, stessa zona, stesse caratteristiche. Se il valore medio triennale della Plv dell'azienda che ha ottenuto fondi Pnrr e sta percependo l'incentivo si discosta di più del 30% da quello di riferimento saranno avviati controlli. Si accende un faro su quella situazione e si avvia un confronto fra agronomi dell'azienda agricola ed agronomi incaricati dal Gse. La situazione sarà attenzionata anche per dare eventuali suggerimenti, ma il rischio è quello di perdere gli incentivi".

 

Sostanzialmente, dal sesto anno in avanti il Gse procederà, con cadenza triennale, a verificare gli indicatori di resa e il loro scostamento dai valori attesi, vista la relazione agronomica di parte presentata prima dell'avvio dell'impianto e tenuto conto delle rese di aziende compatibili estratte dal campione Rica. Tutti i dettagli anticipati da Davide Valenzano sono contenuti nelle Regole operative che dovrebbero uscire entro la fine di maggio 2024. Il piano da qui al 2026, secondo la previsione, dovrebbe vedere l'apertura del portale per avviare la procedura competitiva e la raccolta delle progettualità a giugno 2024. I progetti, nelle intenzioni del Gse, potranno essere presentati fino a settembre 2024. Entro la fine dell'anno saranno selezionati.

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