Analisi
Anche le ultime emissioni dei centri previsionali confermano una tendenza della stagione invernale in essere molto dinamica, tutt'altro che orientata ai lunghi periodi anticiclonici molto presenti nell'ultimo decennio.Questo però ha un rovescio della medaglia, ovvero non è semplice spingersi oltre l'orizzonte di una settimana, ove il quadro meteo climatico inizia a mostrare evidenti disallineamenti. La vivacità atmosferica esclude le condizioni idonee per i lunghi periodi anticiclonici, ma l'alta pressione delle Azzorre non si allontanerà comunque definitivamente dal Mediterraneo centrale, elemento che non escluderà temporanee fasi stabili con sensibili incrementi termici.
Parentesi destinate a chiudersi subito perché l'attività depressionaria oceanica resterà molto intensa, anche se non è ancora noto se prediligerà la strada occidentale - verso il Canada - oppure se opterà per la via europea caratterizzando il quadro meteorologico tra Regno Unito, Francia e penisola iberica. L'inverno non è quindi ancora finito e le ipotesi di possibili ondate di gelo sono dietro l'angolo, tant'è che i più autorevoli centri di calcolo mostrano - nelle ultime corse modellistiche - interessanti manovre consone alla costituzione di blocchi anticiclonici e conseguenti risposte fredde in discesa fin nel cuore del Mediterraneo.
Dovremo definire nei prossimi aggiornamenti se si parlerà di freddo o gelo, a seconda dell'assetto barico che verrà a costituirsi, ma le probabilità sono buone per non assistere ad una fine anticipata dell'inverno già nel mese di febbraio, anche considerando l'elevata dinamicità atmosferica che potrebbe ribaltare la situazione nel giro di pochi giorni.
Breve termine
Nel frattempo il meteo verrà caratterizzato ancora da condizioni atmosferiche nel complesso stabili, pur senza escludere qualche nota variabile.Qualche spiffero più freddo interessa ancora la penisola italiana, si tratti degli effetti marginali di un vortice ciclonico in evoluzione tra Turchia e Mar Nero. L'ingresso del flusso freddo è stato favorito dalla posizione dell'anticiclone delle Azzorre, che ha potuto espandersi parzialmente verso le isole britanniche e il Mare del Nord. La vivace sciabolata - nulla di eccezionale per intenderci - ha coinvolto maggiormente il Sud ed il medio basso Adriatico, ove non sono mancati rovesci e fioccate anche a quote collinari.
Come accennato si tratta di effetti marginali, i quali si risolveranno nel corso delle prossime ore quando il meteo migliorerà anche su quest'ultime aree; la situazione è invece già sostanzialmente stabile con ampi spazi sereni altrove.
Secondo la tradizione i giorni della merla sono notoriamente i più freddi dell'anno, ma questo 2021 sembra non rispettare questa memoria popolare, puntando invece sull'instabilità atmosferica con piogge e nevicate, quest'ultime relegate alle Alpi e alla dorsale appenninica; i valori termici si assesteranno invece oltre le medie stagionali e termineranno all'insegna del ritorno del freddo.
Uno sbalzo termico notevole incentivato dai forti contrasti barici - differenze di pressione - tra l'Europa occidentale e l'Europa centrosettentrionale. Il Mediterraneo centrale si troverà quindi in "terra di nessuno" ove si risentirà sia dell'influenza anticiclonica, sia della circolazione fredda in discesa dai settori polari che continueranno a caratterizzare gli stati settentrionali del continente.
Sull'Italia chi avrà la meglio?
Anche il nostro paese vivrà un meteo a due facce, con un il Centro-Nord condizionato dall'instabilità, ove giungeranno presto (già nel corso di questa seconda parte della settimana) i primi segnali del ritorno di un flusso umido Atlantico, mentre il Sud sarà ancora caratterizzato dal tempo stabile.Un primo cambiamento che aprirà la strada a rapidi passaggi perturbati, i quali lambiranno il territorio portando fenomeni più consistenti sull'Arco Alpino, regioni nordoccidentali e settori tirrenici. Le correnti busseranno dai quadranti nordoccidentali e piloteranno addensamenti anche compatti sull'Italia; l'anticiclone non verrà però sconfitto definitivamente e riuscirà a mantenere i propri massimi sul Mediterraneo meridionale; una presenza che si farà sentire soprattutto sulle aree del Mezzogiorno ove le temperature saliranno portandosi sopra le medie.