Moderazione ed equilibrio: due prassi da seguire sia con il vino, sia con l'uva che lo produce, per lo meno in campo di concimazioni. In primavera ripartono infatti i processi metabolici della coltura e il suo sviluppo iniziale necessita di supporti nutrizionali adeguati per assecondarlo. 

 

Soprattutto in termini di azoto non è facile la ricerca del giusto punto di equilibrio quando si devono stimare le dosi da somministrare, poiché queste dipendono dalla fertilità di base del terreno, come pure dalla vigoria intrinseca della varietà che si sta coltivando. Inutile poi forzare la coltura in termini di quintali per ettaro, poiché chi segue i disciplinari di produzione deve restare comunque entro precisi quantitativi se vuole beneficiare del marchio di qualità. 

 

Inoltre, un eccesso azotato può indurre un altrettanto eccessivo rigoglio vegetativo, evento da scongiurare anche in ottica di difesa fitosanitaria. Tessuti poco robusti, spinti a una crescita troppo veloce, sono infatti più esposti agli attacchi dei patogeni, peronospora in primis.

 

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Quando somministrare azoto al vigneto

Due sono i momenti di massimo assorbimento dell'azoto da parte della vite da vino, corrispondenti ad altrettanti picchi di attività radicale: dopo la vendemmia e poi, la stagione successiva, alla ripresa vegetativa. Questa seconda fase può giungere sino alla fioritura.

 

Sono quindi questi i due i momenti in cui si ricavano i massimi benefici dalla distribuzione dei fertilizzanti azotati. La maggior parte dell'azoto viene infatti richiesto dalla vite a partire dalla fase di germogliamento sino a quella di fioritura, periodo in cui le piante utilizzano la maggior parte dell'azoto disponibile. Questo servirà alla coltura per massimizzare i vari processi di biosintesi, soprattutto di quella proteica.

 

Dosi consigliate

Indicativamente, stando ai fabbisogni medi della vite da vino, le somministrazioni di azoto possono assestarsi intorno ai 50 chili per ettaro. Tale dose soddisfa le piante orientate a produzioni fra gli 80 e i 120 quintali per ettaro. In caso però i vigneti mostrino forme di allevamento particolarmente vigorose ed espanse, la richiesta di azoto può arrivare anche a 80-90 chilogrammi.

 

Quanto a tipologia di concimi, restano sempre consigliabili i granulari a lenta cessione da distribuirsi esclusivamente lungo i sottofila, mentre le somministrazioni di altri meso e microelementi può essere effettuata a livello fogliare durante la stagione.

 

La nutrizione organica autunnale

Una concimazione organica di fondo è sempre auspicabile, sia per garantire un tenore di base quanto a nutrienti, sia per migliorare struttura e biodiversità del terreno stesso. In tal senso esistono concimi organici somministrabili al terreno in post vendemmia a dosi fra i 4 e i 7 quintali per ettaro (prodotti al 40% di azoto organico). Adottando tale pratica - e dovendosi fermare a circa 80 quintali per ettaro di raccolto - si può scendere con gli apporti azotati primaverili di circa il 40%, limitandosi a una trentina di chili per ettaro in luogo di 50. Questa dose resta comunque da rispettare se invece il vigneto viene condotto con l'obiettivo di 120 quintali di uva per ettaro o a fronte di impianti particolarmente sviluppati.

 


Disclaimer

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