La difesa antiperonosporica del vigneto sta conoscendo profonde modificazioni, sia in materia legislativa, sia da un punto di vista tecnico.

 

I cambiamenti climatici in corso nell'ultimo decennio, infatti, influenzano pesantemente il rapporto pianta/patogeno rendendo sempre più difficoltoso impostare opportune strategie di difesa che, nel caso della vite, contemplano diverse patologie da controllare spesso in contemporanea, anche per la gestione oculata dei costi.

 

L'annata 2021 ad esempio, grazie alla scarsità di piogge ed al clima particolarmente secco, ha fatto sì che Plasmopara viticola, agente eziologico della peronospora, rallentasse il proprio ciclo di sviluppo, manifestandosi con lievi sintomi in pochi vigneti del Piemonte. Questo ha permesso di allungare i turni delle applicazioni fitosanitarie, purtroppo a volte a scapito dell'oidio (Erysiphe necator), il quale ha potuto svilupparsi in maniera incontrollata.

 

Far coincidere l'applicazione dei fitofarmaci su diverse malattie rappresenta certamente una possibilità per ridurre il numero di passaggi ed ovviamente i costi, ma non sempre risulta possibile salvo opportuni accorgimenti che possono aiutare a ridurre il rischio di incidenza di una delle malattie fungine sopracitate, qualora si allunghino i turni d'intervento. Ad esempio l'utilizzo dello zolfo in polvere, alternato alle applicazioni liquide, risulta spesso un'ottima soluzione per contenere Erysiphe necator.

 

Vitigno Barbera

 

In questo scenario è calata la sperimentazione proposta da Agricola 2000 denominata "Campo Demo vite biocontrollo", dove negli ultimi due anni si sono saggiati prodotti e strategie di difesa contro la peronospora della vite, tutti rientranti in agricoltura biologica.

L'obiettivo è stato quello di fornire indicazioni circa l'efficacia di nuovi formulati presenti sul mercato o di prossima immissione, oltre all'individuazione di alternative all'utilizzo del rame, in virtù delle limitazioni imposte dall'Unione Europea.

 

In generale prodotti a base di alghe, Laminaria digitata, microrganismi, sono stati saggiati in abbinamento a diversi formulati a base di rame, distribuiti a dosaggi ridotti, oppure alternati con essi in opportune strategie. In questo modo è stato possibile contenere la malattia con efficacia e adeguare, al tempo stesso, il quantitativo di rame metallo distribuito.

 

Alcune tesi si sono spinte sino all'esclusione totale del rame dalla linea di difesa, affidandosi solamente a prodotti di biocontrollo o induttori di resistenza privi di ioni rameici.

Il risultato ha avuto un'efficacia parziale nel contenere la malattia, con buone indicazioni nella prima parte della stagione, per poi cedere a partire dal mese di luglio quando la pressione infettiva si è fatta eccessiva.

 

Tabella: Principi attivi messi in prova nel Campo Demo vite biocontrollo

Tabella: Principi attivi messi in prova nel Campo Demo vite biocontrollo

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Grafico 1: Valori di severità della malattia sulla foglia, rilievi eseguiti a metà luglio e inizio agosto 2021

Grafico 1: Valori di severità della malattia sulla foglia, rilievi eseguiti a metà luglio e inizio agosto 2021. I valori indicati dalla stessa lettera non differiscono statisticamente (P=.05, Student-Newman-Keuls)

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Grafico 2: Valori di incidenza della malattia sulla foglia, rilievi eseguiti a metà luglio e inizio agosto 2021

Grafico 2: Valori di incidenza della malattia sulla foglia, rilievi eseguiti a metà luglio e inizio agosto 2021. I valori indicati dalla stessa lettera non differiscono statisticamente (P=.05, Student-Newman-Keuls)

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Grafico 3: Efficacia dei trattamenti sulla severità (Pessev) e incidenza (Pesinc) della malattia sul grappolo, rilievi eseguiti a inizio agosto 2021

Grafico 3: Efficacia dei trattamenti sulla severità (Pessev) e incidenza (Pesinc) della malattia sul grappolo, rilievi eseguiti a inizio agosto 2021. I valori indicati dalla stessa lettera non differiscono statisticamente (P=.05, Student-Newman-Keuls)

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In conclusione, secondo le esperienze effettuate nel 2020 e 2021 in Piemonte, rinunciare al rame nella difesa biologia alla peronospora della vite non è al momento una strada perseguibile. È però auspicabile ridurne le quantità utilizzate, integrando l'efficacia dello ione Cu con microrganismi, alghe o induttori di resistenza che possono agire con esso in maniera sinergica.

 

A cura di Simone Lavezzaro, Field Agronomist Crop Protection Services Department, Andrea Borio, Field agronomist Crop Protection Services Department, Andrea Muscara, Gep Trial manager Crop Protection Services Department e Giacomo Scatolino, Business Development manager Agricola 2000


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