La scorsa settimana Regione Puglia ha presentato alle organizzazioni agricole il Piano d'Azione per la Xylella fastidiosa 2022, redatto secondo quanto disposto dall'articolo 27 del Regolamento (UE) 2016/2031 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 ottobre 2016 e dal Regolamento di Esecuzione (UE) n. 2020/1201 della Commissione del 14 agosto 2020. Il Piano, presentato a cadenza annuale, descrive l'organizzazione delle indagini, la definizione del numero di piante da campionare e le analisi di laboratorio da effettuare e la strategia operativa che l'Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia intende adottare per il monitoraggio delle piante e degli insetti vettori e per il controllo di questi ultimi, con Philaenus spumarius quello più comune e sulla biologia del quale si immaginano le misure.

Il Piano per il 2022, pur ricalcando quello dello scorso anno e le raccomandazioni della Commissione Europea contenute nel report di audit condotto dal 31 maggio all'11 giugno 2021, ha incontrato le osservazioni e le richieste delle organizzazioni agricole. Tre i punti che hanno suscitato l'attenzione di Coldiretti Puglia e Confagricoltura Puglia.


Resta ampia la zona di contrasto al vettore

Anche se il Piano d'Azione 2022 non replica l'obbligo di lavorazioni meccaniche "su tutto il territorio regionale" del 2021, resta piuttosto ampia l'area dove dovranno essere effettuati gli interventi obbligatori sul terreno - tra marzo e maggio e con date variabili a seconda delle altimetrie - per ottenere il diserbo e quindi la riduzione della popolazione giovanile di cicalina sputacchina, l'insetto vettore, prima che possa involarsi e pungere le piante.

L'obbligo infatti comprende le aree delimitate di Monopoli, Polignano, Alberobello; la zona cuscinetto di 5 chilometri dell'area delimitata Salento; tutta la zona in cui si attuano misure di contenimento dell'area delimitata Salento; i comuni compresi nel territorio largo almeno 20 chilometri a partire dal confine settentrionale della zona cuscinetto dell'area delimitata Salento, quindi ben oltre la stessa zona cuscinetto puntando a Nord; i comuni compresi nel territorio largo almeno 20 chilometri a partire dal confine meridionale della zona in cui si attuano misure di contenimento dell'area delimitata Salento, quindi ben dentro l'area infetta non soggetta a restrizioni. In questo caso il problema è quello dei costi da sostenere da parte degli agricoltori.

"Nella lotta all'insetto vettore per arrestare l'avanzata della Xylella fastidiosa è indispensabile, per scongiurare il fallimento Piano anti Xylella, prevedere il rimborso dei costi da sostenere per le pratiche di prevenzione fitosanitaria obbligatorie, prima che partano inesorabilmente anche nel 2022 le multe comminate dai Carabinieri Forestali". È quanto ha chiesto Coldiretti Puglia all'Assessorato Regionale all'Agricoltura, sottolineando che tra gli indennizzi previsti dal Piano d'Azione Regionale, sono indicati i "costi derivanti dall'attuazione delle misure di controllo ed eradicazione", per cui è fondamentale indennizzare anche le pratiche di prevenzione fitosanitaria nelle aree delimitate dove si applicano le misure di eradicazione e, nell'ambito dell'area delimitata "Salento", nella zona cuscinetto e nella zona contenimento.

Su questo specifico punto, Coldiretti Puglia inoltre ha formulato altre due osservazioni, così sintetizzabili:

  • Le lavorazioni obbligatorie dei terreni di proprietà pubblica e dei privati non agricoltori potrebbero essere svolte con mezzi e risorse di imprenditori agricoli con affidamento anche senza gara, come previsto dalla Legge di Orientamento in Agricoltura, in modo da garantire celerità d'intervento anche su questi suoli;
  • Anche l'Arif, per l'esecuzione coatta delle lavorazioni non eseguite dai soggetti obbligati nell'ambito del controllo del vettore della Xylella fastidiosa, potrebbe, con apposite convenzioni, incaricare le imprese agricole in grado di eseguire le operazioni necessarie.


Quante piante da monitorare e dove

Altro elemento valutato dalle organizzazioni è la formulazione previsionale del monitoraggio delle piante. Nel Piano di Monitoraggio 2022, in linea con la metodologia utilizzata nel 2021, si andranno a prelevare da 14 campioni per ettaro a sette campioni per ettaro a seconda dei valori di rischio. Il rischio maggiore è associato alle aree buffer di 50 metri intorno alle piante già trovate infette nella pregressa campagna di campionamento e dove l'attesa di nuovi rinvenimenti è elevata. Il Piano d'Azione, pur computando il numero di piante da campionare per le diverse aree - dalla zona indenne fino a quelle di contenimento - precisa che tali valori rappresentano dati minimi suscettibili di aumento, in base all'individuazione di piante infette durante il monitoraggio e alle eventuali segnalazioni di piante sintomatiche.

Tanto basta a far dire a Coldiretti Puglia: "serve una stretta sulla salvaguardia, perché in merito alla sorveglianza non è specificato né il numero delle piante da monitorare né il periodo, oltre alla necessità di allargare le misure di contenimento, non solo ai 20 chilometri al di sotto dell'area contenimento Salento, ma su tutta la Piana degli Olivi Monumentali".


Il destino dell'area di contenimento

Sulle misure di salvaguardia dell'area di contenimento si manifestano invece le preoccupazioni di Confagricoltura Puglia: "nella zona di contenimento dell'infezione non si può impiantare nulla delle specie arboree colpite del batterio, quindi neanche un agrumeto - è l'osservazione del presidente regionale dell'Organizzazione, Luca Lazzàro. Il quale sottolinea come "Nell'affrontare la programmazione, compresa quella del Psr, dobbiamo capire cosa fare di quelle aree. Serve comprendere quali investimenti possono essere fatti in una zona strategica per l'ambiente e l'economia della regione, come il Tarantino e il Sud Barese. Anche per la partecipazione a progetti di filiera, come quelli previsti del Pnrr, una zona importantissima verrebbe penalizzata a danno di tutta la Puglia".

A questo punto l'amministrazione regionale pugliese dovrà dare delle risposte adeguate e decidere se e in che misura recepire le osservazioni delle organizzazioni agricole. Intanto il sole tiepido di febbraio potrebbe far salire la colonnina di mercurio per quei gradi giorno tali da anticipare le schiuse di cicalina ed anche in questo anno il rischio è quello che il Piano arrivi tardi, almeno per quanto concerne il contrasto all'insetto vettore.