Inoltre, in base al Programma di controllo coordinato dall'Ue (Eucp) è stato analizzato un sottoinsieme di 12579 campioni che per ben il 98% è risultato nei limiti ammessi. Per essere più precisi, in questo caso sono stati analizzati campioni presi a caso da 12 prodotti alimentari: mele, cavoli cappucci, lattughe, pesche, spinaci, fragole, pomodori, avena in chicchi, orzo in chicchi, vino (rosso e bianco), latte vaccino e grasso di maiale. È risultato che:
- 6674 (53%) erano privi di residui quantificabili;
- 5664 (45%) contenevano uno o più residui in concentrazioni inferiori o pari ai limiti ammessi;
- 241 (2%) conteneva residui in quantità superiore ai limiti di legge. Di questi l'1% è stato sottoposto a misure legali.
Tutti questi dati sono disponibili non solo all'interno del report ma anche sul sito web di Efsa sottoforma di grafici e diagrammi. Un bel segno di trasparenza che garantisce migliore accessibilità anche ai non addetti ai lavori.
Tra questi numeri spiccano quelli dell'Italia. Come fa notare Agrofarma: "L'Italia è il terzo paese per numero di campioni analizzati e con un tasso di regolarità del 97,6%, migliore della stessa media Ue".
Alberto Ancora, presidente dell'Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, commenta soddisfatto i dati: "Il risultato che Efsa ha pubblicato in questi giorni è frutto anche del grande impegno dell'industria dell'agrofarmaco nella ricerca scientifica, volto a sviluppare prodotti sempre più efficaci per la protezione delle colture e la tutela della salute dei consumatori, e sempre meno impattanti a livello ambientale, a cui si aggiunge l'alta professionalità degli agricoltori e dei tecnici del nostro paese per un loro utilizzo sempre più corretto. I dati eccellenti per l'Italia in tema di sicurezza alimentare e sostenibilità ci devono aiutare a mettere nella giusta prospettiva anche i temi del dibattito europeo: è fondamentale tenere conto dei risultati raggiunti nei diversi paesi e di quanto già fatto dall'industria e dagli agricoltori a livello nazionale".
"Per tale ragione, pur condividendo appieno i principi della strategia "Farm to fork", riteniamo che la sostenibilità in agricoltura non possa migliorare attraverso la semplice riduzione di input chimici - conclude Ancora - ma solo attraverso la promozione dell'innovazione e l'utilizzo combinato di tutte le tecnologie a disposizione, includendo anche le tecnologie digitali, in un approccio sempre più integrato".
Attenzione alla lettura dei dati
Oltre ai dati raccolti nell'ambito del programma coordinato Ue, il rapporto annuale dell'Efsa contiene anche dati provenienti dalle attività di controllo nazionali dei singoli Stati membri dell'UE, della Norvegia e dell'Islanda.Questi programmi nazionali di controllo sono mirati sul rischio, quindi su prodotti con presenza probabile di residui di pesticidi o nei quali siano state individuate violazioni delle norme negli anni precedenti.
Questi forniscono informazioni importanti ai gestori del rischio ma, a differenza dei dati provenienti dal Eucp, non forniscono un quadro statisticamente rappresentativo dei livelli di residui che ci si aspetterebbe di trovare negli alimenti in vendita in Europa.
Analizzando i risultati l'Efsa ha effettuato anche una valutazione dei rischi alimentari: i prodotti alimentari analizzati nel 2019 hanno poca probabilità di rappresentare un problema per la salute dei consumatori. Vengono tuttavia avanzate alcune raccomandazioni per aumentare l'efficienza dei sistemi di controllo europei, al fine di garantire come sempre un elevato livello di tutela dei consumatori.
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Fonte: Agronotizie