Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications ed è stato condotto dall'Inrae (l'ente pubblico francese per la ricerca in agricoltura), dall'Università di Wageningen in Olanda, dall'Usda (il ministero dell'Agricoltura Usa), dal Politecnico di Zurigo e dall'azienda sementiera francese Florimond Desprez.
Lo studio e la resistenza a Septoria
Il frumento è la coltura su cui si basa l'alimentazione di buona parte della popolazione mondiale. Tuttavia ogni anno i raccolti, specialmente nei Paesi poveri, vengono decimati da alcuni funghi come la ruggine, il Fusarium, l'oidio e la Septoria. Septoria tritici è l'agende patogeno che causa la septoriosi, una malattia che colpisce le foglie del frumento ed è in grado di arrecare seri danni alle produzioni, limitando le capacità della pianta di sintetizzare nutrienti.La difesa da S. tritici avviene oggi principalmente tramite l'impiego di fungicidi e solo in parte grazie alla resistenza genetica di alcune varietà. Per resistenza si intende la capacità di un organismo di contrastare efficacemente l'infezione da parte di un fungo. Le resistenze che alcune varietà oggi in commercio hanno sono però solo parziali, anche perché il fungo possiede molte "varianti" che riescono ad aggirare le difese delle piante.
Già nel 2011 ricercatori dell'Università di Wageningen hanno individuato, nell'area del mar Caspio, alcune piante selvatiche, progenitrici del moderno frumento, che possedevano un gene di resistenza alla Septoria, denominato Stb 16q. Questo gene impedisce al micelio del fungo di propagarsi all'interno dei tessuti vegetali e quindi rende impossibile lo sviluppo della malattia.
La vera notizia sta nel fatto che per la prima volta i ricercatori sono stati in grado di "trasportare" tale gene dal progenitore selvatico ad una moderna varietà di frumento, mantenendo dunque la resistenza alla Septoria e al contempo i caratteri di interesse commerciale del frumento.
Per le ditte sementiere sarà ora abbastanza semplice introdurre il gene Stb 16q dal frumento ottenuto dai ricercatori nelle varietà attualmente coltivate in tutto il mondo. In questo modo in futuro il frumento riuscirà a resistere a S. tritici senza il bisogno di utilizzare fungicidi. Una buona notizia per gli agricoltori, ma anche per la sostenibilità dell'agricoltura.
Già oggi il frumento offre una notevole variabilità di geni di resistenza alle malattie. Se ne contano ben 1.200. Tuttavia siamo ancora lontani dall'avere piante resistenti ad ogni patogeno fungino. Anzi, lo stesso gene Stb 16q non assicura la resistenza a tutti i ceppi di S. tritici, ma alla maggior parte. Questo nonostante il progenitore selvatico sia totalmente immune al patogeno. Segno che all'interno del Dna del frumento selvatico ci sono ancora dei geni di interesse da scoprire.