Fra i modi d'azione con cui gli erbicidi controllano le malerbe si possono distinguere sostanzialmente due grandi gruppi: quelli che agiscono su specifici enzimi vegetali, inibendone l'attività, oppure quelli che agiscono fisicamente sulle malerbe, esercitando su di esse un'azione aspecifica a carico delle lamine fogliari.
 
Nel primo caso le molecole devono essere considerate come chiavi capaci di innestarsi nelle proprie specifiche serrature, altrimenti la "porta" non si apre. Nel secondo, invece, la porta viene buttata semplicemente giù senza troppi complimenti, indipendentemente dalla serratura.
 
I molteplici casi di resistenza osservati in campo, del resto, sono proprio dovuti a minuscoli cambi nella forma delle "serrature" enzimatiche delle malerbe. Basta un niente e la molecola non entra e non funziona più. Ciò capita con erbicidi selettivi, ma anche con sostanze attive non selettive. Un'eventualità che non può verificarsi invece quando si adoperi una sostanza attiva contro la quale non ci sono mutazioni che tengano. Una soluzione in tal senso è Beloukha, erbicida di Belchim crop protection formulato come emulsione concentrata a base di acido pelargonico in ragione di 680 grammi per litro e registrato su vite e patata, sia come erbicida, sia come spollonante.
 
La sostanza attiva è presente in natura in alcune piante appartenenti alla famiglia delle Geraniaceae come quelle del genere Pelargonium, da cui trae appunto il nome. Per via industriale, però, viene derivato da alcuni acidi grassi comunemente presenti nelle colture oleaginose, come per esempio l'acido oleico a 18 atomi di carbonio, i quali vengono "segmentati" al fine di produrre l'acido pelargonico, a 9 atomi di carbonio. La sua stessa natura di acido grasso fa inoltre sì che nel terreno venga facilmente attaccato e matabolizzato dalla microflora batterica del suolo, la quale lo trasforma velocemente ad acqua e anidride carbonica.
 
Le medesime caratteristiche gli conferiscono peraltro un'elevata capacità di sciogliere le cere vegetali, quindi può attaccare efficacemente le lamine fogliari delle piante privandole della loro principale difesa naturale contro la disidratazione. Ciò comporta un'elevata velocità d'azione, portando a morte i tessuti colpiti in poche ore.
 
Tale meccanismo d'azione suggerisce quindi alcune specifiche buone pratiche di applicazione, al fine di massimizzare i risultati. Per esempio, Beloukha necessita di una buona illuminazione dei campi, con temperature non inferiori a 15°C, funzionando al meglio intorno ai 25°C. Meglio inoltre non applicare in previsione di piogge, dato che queste "salverebbero" le infestanti apportando loro acqua e dilavando il prodotto.
 
Anche lo stadio delle infestanti è importante al fine di posizionare correttamente il trattamento. Meglio infatti che le malerbe siano giovani, con altezza massima di 10 centimetri, con quelle a rosetta che non superino i 4 centimetri. Quando l'applicazione sia contro i polloni della vite, invece, questi è bene non superino i 15 centimetri. I tessuti vegetali devono essere ben irrorati e coperti in modo uniforme, rispettando le dosi di etichetta del prodotto.

Queste sono di 16 L/ha per il diserbo della vite, da applicarsi due volte l'anno lungo i sottofila tramite 200 - 300 litri di acqua, contro i 6 - 8 litri per la spollonatura, con tre applicazioni annue a 150 - 200 litri di acqua. Infine, sono ancora 16 i litri per ettaro su patata, ove di trattamento ne basta uno solo in fase di pre-raccolta. Anche in questo caso, l'acqua deve essere almeno 150 - 300 litri per ettaro, al fine di consentire al prodotto di raggiungere ogni parte della parte epigea della coltura.