Alla fine ce l’hanno fatta, anche se per il rotto della cuffia. In poche ore la notizia del raggiungimento dell’accordo sul rinnovo del glifosate ha fatto il giro del mondo. Dalla Francia alla Germania, sino agli Stati Uniti, i media hanno rilanciato la notizia esprimendo la soddisfazione della filiera agroindustriale e il rincrescimento delle associazioni ambientaliste che hanno già annunciato che continueranno la loro battaglia a livello di Stati membri, quelli che dovranno attuare la fase nazionale della procedura di rinnovo dell’erbicida, che inizierà nei primi mesi del 2018.

Anche questa volta la Germania è stata decisiva: il suo passaggio dall’astensione nel voto del 9 novembre alla posizione favorevole al Comitato di Appello del 27 è stato seguito da altri quattro indecisi (Bulgaria, Germania, Polonia e Romania) che hanno contribuito a raggiungere la maggioranza qualificata pari a 18 paesi su 28 (pari al 64% del totale: ne bastava il 55%) e al 65,71% della popolazione, contro un minimo del 65%. I nove irriducibili contrari (Belgio, Francia, Grecia, Croazia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta e Austria) e l’indeciso Portogallo hanno invece mantenuto la loro posizione.

Questa decisione del Comitato di appello ha interrotto l’impressionante serie di nulla di fatto collezionati a partire dal 2011 e sarà probabilmente seguita da altri risultati analoghi, se il nuovo meccanismo di voto proposto dalla Commissione per sbloccare le situazioni di stallo verrà adottato nei tempi previsti. In sintesi sarà più difficile per gli stati membri trincerarsi dietro l’astensionismo per accontentare la propria opinione pubblica e dovranno “prendersi le loro responsabilità”.
 

Cosa succede adesso?

Anche se sul portale Ue la scadenza dell’approvazione del glifosate risulta essere il 31 dicembre 2017, in realtà è il 15, sei mesi dopo la notifica del parere dell’Echa sulla sua cancerogenicità, ufficializzato il 15 giugno 2017. Entro metà dicembre un regolamento di esecuzione notificherà il rinnovo dell’approvazione del glifosate per altri cinque anni e avvierà la fase di conferma delle autorizzazioni in vigore nei 28 stati membri della Ue (il celebre erbicida risulta essere una delle poche sostanze attive con prodotti fitosanitari autorizzati nella totalità degli stati membri Ue, compresi quelli che hanno votato contro).

Entro tre mesi dall’entrata in vigore dell’approvazione, quindi entro il 15 marzo 2018, i titolari delle autorizzazioni di prodotti contenenti glifosate dovranno presentare istanza di rinnovo e probabilmente un dossier che tenga conto del risultato della valutazione della documentazione presentata dai notificanti, una Task force composta da ben 22 imprese, di cui viene ricordata solo Monsanto perché più nota all’opinione pubblica. Diciamo "probabilmente" perché non è escluso che la presentazione del dossier completo venga differita per dare tempo ai titolari di registrazione di condurre degli studi che confermino la sicurezza tossicologica e ambientale del formulato anche dopo la modifica dei corrispondenti parametri della sostanza attiva o la comparsa di nuove impurezze rilevanti di cui tenere conto. La conferma finale si avrà solamente dopo l’uscita del regolamento.

Il glifosate sconvolgerà probabilmente il programma di rinnovo delle altre sostanze attive in scadenza nei prossimi anni, in quanto in questi cinque anni godrà di una corsia preferenziale per chiarire tutti i punti rimasti irrisolti.
 

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