Stati Uniti che allo Iarc versano annualmente 48 milioni di dollari di cui 22 solo per redigere monografie come quelle su glifosate. Se però non pare vi sia mai stato nulla da eccepire in passato sulle altre, di monografie, su quest'ultima gli animi si sono accesi molto, specialmente dopo che sono emerse ombre inquietanti sull'operato di Christopher Portier, consulente unico dello Iarc in tale occasione, Aaron Blair, Chairman del gruppo di lavoro su glifosate, nonché del resto del gruppo tutto. Ombre battezzate prontamente "Portier Papers", "Blair Papers" e "Iarc Papers", quasi un contrappasso per i famigerati "Monsanto Papers", nati dai rapporti scoperti fra Monsanto e alcuni ricercatori universitari e dirigenti dell'Environmental Protection Agency. Rapporti vi è da pensare poco fruttuosi, visto l'esito della monografia Iarc.
Ora però, il Senato degli Usa ci vuol veder chiaro. Perché pagare va bene, ma se una sostanza attiva come glifosate e una società come Monsanto finiscono sotto accusa, meglio verificare come stiano davvero le cose. E se poi la trasparenza viene a mancare, partono le lettere, visto che il "Comitato è interessato a garantire l'integrità scientifica e la gestione onesta dei dollari dei contribuenti americani".
Nella lettera si lamenta infatti come "Il gruppo di lavoro [del Commitee del Senato, nda] non è stato in grado di valutare questi studi a causa dei limitati dati sperimentali forniti nell'articolo di revisione e delle informazioni aggiuntive. Anche gli studi che chiaramente conclusero 'glifosate non è cancerogeno' sono stati citati come 'sufficiente' prova di glifosate come cancerogeno negli animali. Nel capitolo di dieci pagine sugli studi sugli animali, ci sono dieci cambiamenti significativi quando si confronta la monografia finale Iarc e la versione di progetto. Questo capitolo di studi sugli animali è l'unica parte della valutazione di glifosate che è stata studiata. Il resto delle 92 pagine del report è coperta da un ordine di riservatezza. Il Comitato si chiede quanti cambiamenti significativi ed eliminazioni appaiono nelle altre pagine".
Se infatti su sole dieci pagine sono state ravvisate dieci modifiche nelle conclusioni, l'inquietudine aumenta molto pensando a cosa possa essere successo nelle altre 92 pagine. Soprattutto sapendo che sono state coperte da "riservatezza", ponendole in tal modo al di sopra di ogni possibile controllo.
La domanda che si è posta il Congresso degli Stati Uniti inizia perciò a diventare molto più che imbarazzante, soprattutto per un Paese che versa decine di milioni di dollari per finanziare qualcuno che poi pare aver giocato coi dati a danno di un'azienda americana.
Per tali ragioni gli Usa ora chiedono chiarezza. Una chiarezza che però lo Iarc non pare affatto intenzionato a fare. Anzi. Proseguendo infatti nella lettura della lettera del Commitee, "I mezzi di informazione [Reuters, nda] hanno contattato sedici degli scienziati che hanno lavorato su glifosate per avere risposte su chi abbia modificato la relazione finale e sui perché siano state fatte le cancellazioni. I cinque scienziati che hanno risposto hanno rifiutato di rispondere a tutte le domande. Infatti, dopo che queste manipolazioni sono state scoperte, lo Iarc ha istruito gli scienziati coinvolti nel gruppo di lavoro 'a non sentirsi pressati per discutere le loro delibere'. Anziché incoraggiare gli scienziati a essere trasparenti con il pubblico, lo Iarc ha scelto di ignorare coloro che sono colpiti da decisioni politiche formatesi dalla monografia su glifosate".
L'atteggiamento di chiusura dello Iarc ha ben precise origini: il gruppo che redige le monografie opera di fatto in modo indipendente dallo Iarc, il quale è a sua volta indipendente rispetto allo stesso Oms di cui è parte. E l'indipendenza di tali organizzazioni è cosa buona e assolutamente indispensabile. Ma essere indipendenti non implica l'intoccabilità, né tanto meno giustifica l'arroccamento in opache fortezze nelle quali s'impedisce di guardare perfino cosa succeda.
Rendere conto del proprio operato è cioè doveroso, specialmente quando esso derivi da finanziamenti milionari attinti dalle tasche dei contribuenti. Altrimenti l'indipendenza si trasforma in arroganza. E l'arroganza fa sempre pensare che qualcosa di maleodorante pur vi sia.
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