Siamo all’inizio della stagione produttiva del kiwi e le prospettive sono favorevoli, grazie anche al buon livello qualitativo del prodotto.
In Italia si stima una produzione di 462.000 tonnellate circa (+12% rispetto al 2010) per una superficie investita di circa 28 mila ettari in piena produzione (Fonte Apo Conerpo). Questo dato definisce l’importanza di questa coltura per il nostro territorio e posiziona l’Italia al secondo posto al mondo, subito dopo la Cina (circa 500 mila tonnellate prodotte). Ma sul settore grava il problema della batteriosi, che sta riducendo la produzione e il reddito degli agricoltori.
Per dare risposte concrete ai produttori la Regione Emilia-Romagna e il Crpv-Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena hanno promosso un progetto di ricerca e sperimentazione contro la batteriosi dell’actinidia. Un investimento complessivo di 360.000 euro in due anni di cui 120.000 a carico direttamente della Regione, che avrà il pieno sostegno di Organizzazioni di produttori e istituzioni del territorio. L’iniziativa è stata presentata giovedì 3 novembre 2011 a Faenza (Ra) presso l’azienda agricola Valgimigli.
“Siamo molto preoccupati - ha commentato Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo - per l’esplosione della malattia nel territorio italiano. Attualmente nell’areale romagnolo la situazione è sicuramente migliore rispetto ad altre zone produttive, grazie al lavoro di prevenzione e monitoraggio svolto dai tecnici delle nostre cooperative e dell’ufficio fitosanitario”.
“Dal punto di vista operativo - spiega Giampiero Reggidori, presidente del Crpv - il progetto si propone innanzitutto d’approfondire le conoscenze sul batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa), per chiarire alcuni aspetti ancora poco conosciuti riguardanti le sue caratteristiche, il suo ciclo biologico e la malattia che provoca.
Un altro obiettivo del progetto è studiare l’influenza delle diverse pratiche agronomiche sull’insorgenza della malattia e sulla sua virulenza: per individuare le migliori tecniche adatte a limitare la diffusione del cancro batterico. Cercheremo di verificare la reale efficacia dei preparati di sintesi e naturali usati contro il batterio e di mettere a punto apposite tecniche vivaistiche allo scopo di verificare il livello di sopravvivenza del batterio, la sua patogenicità su piante ottenute mediante micropropagazione in vitro e di definire successivamente la procedura in grado di ottenere e mantenere piante sane. Infine saranno valutate le implicazioni economiche sui mercati e sull’intera filiera legate alla possibile diffusione della malattia e al conseguente abbattimento degli impianti”.
All'incontro è intervenuto anche il coordinatore tecnico del progetto che dovrà interagire con i tanti ricercatori e tecnici che saranno coinvolti. “Questo è un progetto d’emergenza - ha illustrato Raffaele Testolin, dell’Università di Udine - che cercherà di dare risposte in un breve periodo. In particolare cercherà di approfondire la conoscenza del batterio e della malattia e individuare metodi di lotta efficaci. E’ però importante che venga individuata anche una soluzione genetica a lungo termine con la costituzione di nuove varietà resistenti al batterio”.
Esprimendo grande soddisfazione per questa proficua partnership tra pubblico e privato, l’Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Tiberio Rabboni, ha garantito la massima collaborazione della Regione alla realizzazione degli obiettivi previsti dal progetto di ricerca. “Un progetto - ha aggiunto l’assessore - che potrà offrire al sistema produttivo un importante contributo nella lotta a questa temibile fitopatia. La mia soddisfazione è doppia sia perché va a colmare un vuoto a livello nazionale e internazionale sia perché è il risultato di una messa in rete delle diverse competenze di ricerca. Dobbiamo sottolineare che anche se l’Emilia-Romagna è stata la prima Regione a mettere a punto una simile iniziativa, la batteriosi del kiwi è comunque un problema che purtroppo (seppur con diversa entità) interessa tutte le principali aree produttive del nostro Paese”.