L'oziorrinco appartiene alla famiglia dei Coleotteri curculionidi di cui in Trentino, esistono ben 11 specie. Le più frequenti sono:
O. apenninus: lungo 8-13 mm, ovale, nero con peli fini e gialli, con zampe nere. Non riesce a creare danni a livello radicale, si notano solo le rosure sulle foglie da parte degli adulti che sono attivi anche in pieno giorno.
O. sulcatus: lungo 8-10 mm, nero, poco lucido con numerose macchie dorate sul dorso; gli adulti sono attivi dal tramonto mentre le larve si approfondiscono nel suolo, decorticano le piccole radici e scavano solchi su quelle più grandi.
O. armadillo: lungo 6-11 mm, ovale, nero con le zampe generalmente rossastre; quasi tutte le larve svernano in età avanzata.
O. ovatus: lungo 4-5 mm, nero-bruno, molto lucido, di solito è la specie che infesta maggiormente la fragola e il lampone; anche in questo caso sono le larve a creare i problemi principali.
Tutte le specie hanno un ciclo di sviluppo molto simile: generalmente compiono una generazione all'anno. Gli adulti sono presenti da maggio a ottobre, ovidepongono da maggio a settembre (50-200 uova per femmina) e le larve, che si iniziano a trovare da giugno, svernano nel terreno nutrendosi delle radici fino alla primavera successiva.
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Danno
Le tipiche rosure a mezza luna sulle foglie (vedi foto sopra), provocate dagli adulti di tutte le specie, sono un danno trascurabile. I danni più preoccupanti sono invece quelli provocati dalle popolazioni larvali sulle radici (non della specie apenninus), infatti possono provocare anche la morte delle piante.
Difesa
L'oziorrinco è un animale notturno (esce al crepuscolo) e si arrampica (è un pessimo volatore) quindi può essere utile utilizzare colla o vischio su tutte le strutture verticali dell'impianto. Non esistono trappole attrattive in grado di catturare l'oziorrinco ed inoltre i trattamenti chimici risultano poco efficaci. Contro gli adulti si può solo effettuare un controllo manuale tramite battiture serali e successivo allontanamento degli individui catturati. Anche sulle larve il controllo chimico è inutile perché è difficile raggiungerle nel terreno e si è inoltre visto che sono in grado di approfondirsi ulteriormente in presenza di sostanze chimiche nei primi strati di terreno; utile è l'allontanamento dei substrati del ciclo precedente possibile ricovero delle larve. Una buona soluzione è la lotta biologica alle larve con l'utilizzo dei nematodi entomopatogeni. Essi ricercano attivamente (emissione CO 2 e calore) le larve di oziorrinco e vi penetrano all'interno. Qui rilasciano i batteri simbionti (Photorhabdus spp.) che portano la larva alla morte nel giro di 2-3 giorni; in seguito i nematodi si riproducono sul corpo della vittima in via di decomposizione. Quando sono maturi ricercano nuove larve. Ci sono due diversi tipi di nematodi a seconda della temperatura del suolo al momento del trattamento:
- Heterorhabditis megidis o bacteriophora: è attivo con una T° del terreno superiore ai 10 °C e T° massima di 25°C; ha bisogno di un velo d'acqua per muoversi ma è in grado di ricercare attivamente la preda.
- Steinernema kraussei: è attivo con una T° del terreno superiore ai 6°C e aspetta la preda senza il bisogno di un velo d'acqua. Devono essere applicati al terreno nelle zone in cui vivono le larve (gli stadi giovanili).
I nematodi hanno i seguenti vantaggi:
- non creano ceppi resistenti,
- non hanno tempo di carenza,
- non sono pericolosi per l'operatore e il consumatore
- e la loro azione è duratura
Per ottenere un buon risultato è necessario utilizzarli secondo le seguenti indicazioni:
Preparazione substrato e impianto iniezione
1) Corretta bagnatura del substrato iniziando 2 giorni prima fino a 2 settimane dopo il trattamento
2) Non dilavare troppo per non eliminarli
3) Per evitare di inzuppare la torba durante la fase di radicazione della fragola è meglio farlo durante gli ultimi stacchi.
4) Acidificare l'acqua
5) Nella distribuzione effettuata con impianto irriguo o con atomizzatore evitare filtri sotto i 50 mesh e ugelli inferiori a 0,5 mm e continuare ad agitare la soluzione
6) Non superare 3 -5 bar
7) T° minima suolo 10-13°C Max 25°C
8) Non utilizzare con luce solare diretta
9) I nematodi sono sensibili a diversi fitofarmaci
Diluizione in più passaggi in acqua tiepida e poco calcarea
- Diluire in 10 lt una confezione da 50 milioni di larve, lasciare riposare per 10-15 minuti (separare eventuale inerte) e poi miscelare per mantenere i nematodi in sospensione
- Portare i 10 lt a 20 lt e miscelare bene
- Diluire la soluzione ben miscelata al dosaggio di 2 litri in 40 litri di acqua
- Le dosi di utilizzo sulla fragola in fuori suolo sono 1 confezione da 50 milioni di individui a mille metri quadrati; nel caso di coltura in suolo si consigliano 2-4 confezioni a mille metri. Dopo 15 giorni circa dal trattamento le larve infestate dovrebbero aver assunto una colorazione giallastra o rossastra (a seconda del tipo di nematode impiegato).
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Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige