In Paesi come l'India, il risparmio idrico nella coltivazione del riso non e' fantascienza. Ad annunciare la scoperta e' uno studio del Wwf, dove l'uovo di Colombo e' il metodo Sri (System of Rice Intensification), un sistema che incrementa il raccolto di oltre il 30% (da 3 tonnellate per ettaro a 4-5) usando il 40% di acqua in meno rispetto ai metodi tradizionali. Non a caso lo studio e' stato presentato in India, una terra che sta affrontando una grave crisi idrica e possiede la piu' grande estensione di risaie del mondo. Il nuovo metodo di coltivazione, spiega il Wwf, e' stato inizialmente sviluppato negli anni '80 in Madagascar e si e' rivelato efficace in 28 Paesi.
Come funziona?
Sviluppa campi non allagati e ricchi di sostanze nutrienti al posto di campi allagati; assicura spazi piu' larghi tra le piantine; preferisce concimi naturali; gestisce la risorsa acqua con attenzione per non saturare la capacita' di assorbimento delle piantine.
''Anche se questo metodo ha dimostrato tutti i vantaggi che porta, rimane ancora troppo poco utilizzato su scala globale - afferma Biksham Gujja, senior policy adviser del Wwf all'Ansa - ed e' tempo di diffonderlo. Potra' avere un impatto positivo significativo sia sulla qualita' della vita delle persone, sia sull'ambiente''.
Il rapporto del Wwf suggerisce quindi che i paesi leader nella produzione di riso come la Cina, l'India e l'Indonesia convertano al nuovo sistema almeno il 25% della loro produzione di riso entro il 2025. Questo, secondo lo studio degli ambientalisti, non solo ridurrebbe in maniera significativa il consumo di acqua, ma aumenterebbe anche la sicurezza alimentare della popolazione. Inoltre, si ridurrebbe la quantita di emissioni di un gas serra come il metano, visto che i campi coltivati col metodo Sri ne emettono meno di un campo tradizionale. Secondo i calcoli, se il metodo Sri fosse applicato sui 20 milioni di ettari di risaie presenti in India, il Paese potrebbe raggiungere il suo obiettivo di 220 milioni di tonnellate di riso entro il 2012 invece che nel 2050. Per questo motivo le autorita' dello stato del Tripura, in India, si stanno gia' muovendo verso questa direzione. Secondo quanto riferisce il Wwf, la domanda di prodotti agricoli che richiedono una grande quantita' d'acqua e' destinata a crescere del 38% entro il 2040, aggravando così la crisi idrica. Tuttavia, meno del 6% del riso e' esportato e il risparmio di acqua derivante dal metodo Sri avrebbe il potenziale per ridurre i conflitti dovuti all'acqua, specialmente nelle aree rurali povere dove questa risorsa e' scarsa. Il riso rimane la principale risorsa di cibo per la meta' della popolazione mondiale e il 90% dell'intera produzione si concentra in Asia. E al contrario di quel che comunemente si crede, il riso non e' una pianta acquatica e la ragione principale per cui viene sommersa, spiega il Wwf, e' per controllare le erbacce. Il risparmio idrico e' quindi possibile: mentre i metodi tradizionali per la coltivazione del riso richiedono 60-70 Kg di sementi per ettaro, il metodo Sri solo 5 Kg per ettaro.