I costi e la maggior professionalità necessaria per l'applicazione della confusione non ne hanno impedito un'ampia diffusione, oggi già adottata su circa il 10% della superficie di entrambe le colture, con punte di oltre il 20% in Piemonte e del 80% nei meleti del Sud Tirolo.
Più recentemente l'interesse è stimolato dal mercato, in particolare dalla grande distribuzione, che richiede non solo sicurezza alimentare, ma l'assenza di residui di determinati principi attivi, pur ammessi dalla severa legislazione fitosanitaria.
Da ultimo si aggiunga il processo di revisione del quadro normativo in materia di agrofarmaci, che tra revoche e limitazioni di impiego, rischia di privare la difesa convenzionale delle armi più efficaci proprio in anni in cui le popolazioni di cidia e carpocapsa mostrano una crescente aggressività. Ne consegue la necessità di estensione del ricorso alla confusione, non solo come alternativa agli insetticidi, ma come integrazione a questi ultimi, per assicurare efficacia di difesa e sicurezza alimentare anche nelle condizioni più difficili.
Per fare il punto su tali argomenti, il CReSO propone il 17 gennaio prossimo un confronto tecnico-scientifico tra enti e ricercatori che in questi anni hanno studiato, seguito ed applicato sul proprio territorio il metodo della confusione, con l'intento di mettere in comune le esperienze, acquisire le innovazioni e prepararsi ad una più ampia diffusione di tale metodologia di difesa eco-compatibile.
Per informazioni:
Daniela Ballatore, CReSO - Centro Ricerche per la Frutticoltura daniela.ballatore@cresoricerca.it - Tel. 0175 255561 Fax 0171 445799
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Fonte: Agronotizie