Oggi, 26 aprile 2023, dalle ore 16:30, nell'Aula di Montecitorio viene resa un'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, in relazione all'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con particolare riferimento alla revisione del sistema di governance approvato il 20 aprile scorso dalla Camera dei Deputati. E nella stessa giornata era stata riunita la Cabina di Regia del Pnrr, dove sia il ministro Fitto che le organizzazioni agricole hanno detto la loro: non solo sull'opportunità offerta dalla nuova governance, ma anche sui contenuti del Piano da affinare per favorire la ripresa e l'adattamento alle nuove condizioni dell'agricoltura italiana.
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Il commento del ministro Fitto
Il ministro Fitto, in relazione all'approvazione della Legge di conversione del Decreto Legge del Governo sulla governance del Pnrr, il 20 aprile ha detto: "Si tratta di un provvedimento che elimina molti impedimenti che ostacolavano l'attuazione del Pnrr, meglio definendo le competenze tra le attività di coordinamento strategico e di interlocuzione istituzionale con la Commissione Europea, le attività di coordinamento operativo e di controllo e monitoraggio contabile e finanziario di titolarità del Ministero dell'Economia e delle Finanze e le attività realizzative delle amministrazioni titolari delle misure". Tra queste ultime, per la parte di propria competenza, c'è anche il Ministero dell'Agricoltura.
Per Fitto con la nuova Legge "Si rafforzano le strutture tecniche preposte alla realizzazione delle misure, anche mediante la stabilizzazione del personale assunto con contratti di lavoro a tempo determinato e una migliore e più efficiente organizzazione delle responsabilità e delle funzioni".
Ne esce anche rafforzato e istituzionalizzato il dialogo con il mondo partenariale, trasferendo all'interno della Cabina di Regia Pnrr, che coordina e dà impulso all'attuazione del Piano, le interlocuzioni precedentemente attribuite al Tavolo Tecnico per il partenariato economico e sociale.
Secondo il ministro saranno anche "Velocizzati i processi relativi alla realizzazione dei progetti e degli interventi finanziati con le risorse del Pnrr, attraverso misure di semplificazione orizzontali, applicabili a tutti i settori, e verticali, ovvero relativi ad ambiti specifici. Tutte le misure introdotte produrranno effetti migliorativi immediatamente tangibili, senza comportare rallentamenti o interruzioni delle attività in corso".
Cia, bene nuovo modello di governance
"Abbiamo apprezzato il nuovo modello di partenariato del Pnrr con la suddivisione in 6 settori. Questo approccio permetterà di lavorare in modo più proficuo, permangono, tuttavia, preoccupazioni sulle tempistiche della messa a terra dei progetti, ora che si è a metà del guado". Questo il commento di Cia - Agricoltori Italiani a Palazzo Chigi, dopo la Cabina di Regia sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in cui sono stati trattati tutti i processi che riguarderanno sia il RepowerEu che il Pnrr e tenutasi il 20 aprile scorso, proprio mentre il Parlamento sanciva la riforma della governance del Pnrr.
Cia ha, con l'occasione, ribadito l'importanza strategica degli interventi a sostegno dei contratti di filiera, della logistica e delle misure legate alla produzione di energie rinnovabili. In merito al prossimo bando sui parchi agrisolari e alle misure legate ai parchi agrivoltaici, Cia ha confermato l'importanza del superamento del limite dell'autoconsumo e allo stesso tempo ha manifestato la sua preoccupazione rispetto agli interessi di grandi player e fondi d'investimento, che attraverso le multiutility mirano a speculazioni che nulla hanno a che vedere con gli interessi del mondo rurale.
Se per Cia è indispensabile produrre energia da fonti rinnovabili, ciò non deve avvenire a discapito delle coltivazioni, sottraendo terre alla produzione di commodity e a produzioni agricole di qualità che concorrono a formare il patrimonio di eccellenze del made in Italy.
Strategico, infine, il passaggio dal biogas al biometano attraverso metodologie che riducono fortemente l'impatto ambientale e l'utilizzo delle biomasse legnose che possono rappresentare una fonte di reddito soprattutto per gli agricoltori delle aree interne e disagiate.
Confagricoltura, rivedere la programmazione
"I costi di produzione delle imprese, la spinta inflattiva, l'emergenza idrica e le sfide di ammodernamento tecnologico e digitale del settore primario sono impegni che necessitano di essere affrontati contestualmente alla crisi energetica per poter garantire all'agricoltura italiana di superarli. In tale contesto, per gestire meglio le risorse a disposizione è indispensabile il riallineamento della programmazione dei fondi di coesione, con il Pnrr e il RepowerEu". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenuto il 20 aprile alla Cabina di Regia sul Pnrr a Palazzo Chigi, indicando alcuni interventi prioritari per il settore agricolo.
"In linea con l'esigenza di ridurre le emissioni inquinanti e rafforzare la competitività delle imprese resta fondamentale investire nello strumento dei contratti per la logistica agroalimentare - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, ricordando che sono stati "inseriti nel Pnrr" e che "prevedono il sostegno agli investimenti finalizzati a potenziare i sistemi di logistica e stoccaggio. Occorre aggiungere risorse al bando sulla logistica agroalimentare, vista l'eccedenza di domande da soddisfare per il settore".
"Auspichiamo - ha ancora detto - una riorganizzazione dei trasporti, fatta anche in un'ottica di sostenibilità ambientale, che permetterà di ridurre il traffico su gomma".
Sui contratti di filiera "è da valutare un finanziamento aggiuntivo, oppure la possibilità di stornare risorse inutilizzate da altre misure del Pnrr, o da altri strumenti a disposizione del Governo, visto - ha sottolineato Giansanti - che rispetto ai 690 milioni di euro disponibili sono state presentate al Ministero richieste per 318 progetti, per un ammontare di 5 miliardi di euro. Una cifra, quindi, superiore di sette volte alle disponibilità".
Riguardo alla transizione ecologica e digitale, Confagricoltura sostiene in pieno la posizione dell'Esecutivo di poter utilizzare una parte dei fondi di coesione non ancora impegnati. "I fondi mobilitati con la flessibilità potrebbero essere destinati al ripristino delle aliquote 4.0 per incentivare lo sviluppo del tessuto imprenditoriale nel Paese, nonché sostenere il ciclo economico. Ad ogni modo - ha concluso Giansanti -, la misura andrebbe calata in un quadro più ampio, che tenga conto anche di una più accentuata valenza ambientale, guardando all'implementazione del carbon farming".
Altre proposte erano state in realtà già presentate il 13 aprile scorso al Tavolo Pnrr innanzi al ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Coldiretti, raddoppiare i fondi per agroalimentare
E proprio in quella occasione, Coldiretti aveva chiesto "per salvare la spesa degli italiani costretti a tagliare del 5% in quantità il cibo acquistato nel 2023 e difendere la sovranità alimentare del Paese" di "aumentare i fondi destinati ai contratti di filiera per soddisfare gli investimenti proposti dalla pasta alla carne, dal latte all'olio, dalla frutta alla verdura".
Coldiretti aveva anche sottolineato come "occorre raddoppiare i fondi per l'agroalimentare che si è dimostrato capace di assorbire le risorse di chi non riesce a spendere come dimostrano le domande presentate dalle nostre imprese sui bandi aperti, dalle filiere alle energie fino alla logistica".
La Coldiretti aveva proposto quindi di investire su tre grandi assi con misure sui contratti di filiera e la logistica, l'innovazione e la semplificazione. "È il momento di colmare il gap logistico che frena ancora il nostro potenziale di export ma anche intervenire per contrastare gli effetti del cambiamento climatico realizzando come proposto dalla Coldiretti e dall'Anbi il Piano Invasi per costruire bacini di accumulo nel Paese, per contrastare la siccità, dare acqua alle famiglie e agli agricoltori, produrre energia".
"È importante la complementarietà con il Fondo Innovazione della Legge di Bilancio, che vale 225 milioni di euro. Vanno sostenuti infatti - aveva affermato la Coldiretti - gli investimenti per l'innovazione anche sui piccoli agricoltori, per l'utilizzo di sensoristica e piattaforme di agricoltura e irrigazione di precisione che rispondano anche all'adattamento climatico".
Dall'Organizzazione agricola anche un suggerimento sugli aspetti procedurali. "È necessario semplificare il più possibile i decreti attuativi delle diverse misure, tenendo conto che è essenziale un grado di flessibilità per affrontare il continuo incremento dei costi, che rischia di essere fortemente penalizzante rispetto alle domande presentate. In questo contesto è decisivo potenziare le strutture amministrative competenti per le diverse misure, assicurando l'efficienza e l'efficacia dell'azione della Pubblica Amministrazione affinché possano garantire risposte adeguate ed in tempi certi alle imprese".