La conoscenza della genetica e della biologia molecolare hanno aperto nuovi orizzonti per lo sviluppo di applicazioni biotecnologiche in agricoltura. Il moderno miglioratore genetico ha a disposizione strumenti di complessità e precisione crescente, dalla mutagenesi chimico-fisica alla transgenesi. Negli ultimi cinque anni si sono perfezionate tecniche molecolari ancora più potenti e precise, note con il nome di genome editing. Questo insieme di tecniche consente di modificare il Dna in modo mirato, aprendo nuove frontiere per il miglioramento genetico animale e vegetale, oltre che per lo sviluppo di terapie in campo medico.
Le tecniche transgeniche, basate sull’inserimento di nuovi geni nella cellula della pianta, hanno innescato un aspro dibattito pubblico, e in molte regioni del mondo la produzione o coltivazione di piante geneticamente modificate è vietata. Per questo, è particolarmente interessante il genome editing, che promette di modificare in modo chirurgico il Dna.
La modificazione mirata del Dna è infatti basata sull'alterazione di solo pochi nucleotidi di uno specifico gene, portando all'inattivazione della funzione genica; inoltre, sta diventando possibile sostituire un gene con una sua copia modificata, per poterne controllare l’espressione.
La precisione del genome editing lo rende simile, nel risultato, a tecniche consolidate fin dal secolo scorso, quali la mutagenesi. Per questo, le piante che risultano da genome editing sono approvate per la coltivazione e consumo in molti Stati.
L’Unione europea sta discutendo a livello politico e scientifico circa l’opportunità di deregolamentare i prodotti del genome editing.
Questo seminario intende fare capire cosa siano le tecniche di genome editing, ed esplorerà alcuni esempi tratti dalla loro applicazione al miglioramento genetico vegetale.
L'incontro partecipa al programma di formazione permanente per i dottori agronomi e i dottori forestali per 0,312 Cfp.
Scopri la locandina e le modalità di adesione per lo streaming dell'evento sul genome editing
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Società agraria di Lombardia