Il progetto, della durata di due anni, si avvale della direzione scientifica di Fabio Mencarelli, professore ordinario all'Università della Tuscia e della collaborazione della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Un team di ricercatori che fanno capo a queste due istituzioni ha sviluppato prototipi e tecniche che includono l’uso dell’ozono in vigna e in cantina e le più moderne tecnologie, grazie a droni e sensori.
Innanzitutto l’ozono ha una funzione disinfettante e sanificante sulle foglie e induce una maggiore resistenza sulla pianta. Durante la dimostrazione, tenutasi lo scorso mercoledì 27 luglio in località Diaccialone a Scansano, attraverso il passaggio di un trattore è stata diffusa sulle piante l’acqua ozonata (in attesa che venga realizzato il supporto per l'ozono gassoso). Viste le caratteristiche dell’ozono, l’obiettivo è creare un’alternativa valida e sostenibile ai trattamenti chimici. Il fatto che l’ozono non lasci residui permette poi di trattare la vigna anche pochi giorni prima della raccolta, senza alcun rischio per il consumatore. L’ozono sarà applicato anche in cantina, sia per ridurre o eliminare l’impiego di solfiti nel vino, sia per le attività di disinfezione e sanificazione di strumenti e aree di produzione, permettendo in questo caso di recuperare le acque utilizzate e prive di residui, per una gestione ottimale delle risorse.
Ma oltre all’innovativo uso dell’ozono, ci saranno anche altri strumenti. Tra quelli presentati mercoledì, un drone capace di mappare un ettaro di vigneto in 6 minuti. Attraverso una camera iperspettrale e uno scanner 3D, il drone è capace di “fotografare” il vigneto pianta per pianta ricavando informazioni relative a vigoria, stress idrico e altri dati fisiologici del vigneto. Le mappe create dal drone verranno poi assemblate in un mosaico a formare il totale del vigneto. Questo strumento si unirà ad altri microsensori a basso costo collegati a una scheda Arduino. Anche questi serviranno a monitorare nel dettaglio il vigneto creando delle stazioni microclimatiche che archivieranno tutti i dati su una scheda di memoria Sd (come quelle delle fotocamere) per poi comunicarli via Bluetooth agli operatori, anche a distanza. Inoltre sarà possibile attraverso uno spettrometro Nir collegato al computer, anch’esso mostrato durante l’evento di mercoledì, fare un’analisi prossimale delle foglie e dei grappoli.
Tutti questi dati raccolti attraverso i dispositivi Internet of things (internet delle cose) permetteranno di costruire una mappa di prescrizione grazie alla quale basterà impostare il trattore per intervenire solo dove e quando necessario. Ne consegue quindi un impatto ambientale minimo, visto che i trattamenti saranno ridotti all’indispensabile, ma anche un’evidente riduzione dei costi dei trattamenti per proteggere le piante. E tutto questo con un vantaggio finale per il consumatore.
Del resto, come dichiarato durante la presentazione da Benedetto Grechi, presidente dei Vignaioli del Morellino di Scansano, “la tutela del consumatore per noi viene prima di tutto. È per questo che già prima di questo progetto ci siamo impegnati in questi anni per la certificazione della tracciabilità di prodotto e per misurare e ridurre l’impronta di carbonio dei nostri vini”. Non a caso i Vignaioli del Morellino di Scansano sono anche fra le aziende pilota ad aver aderito al progetto Viva sustainable wine del ministero dell’Ambiente. Uno degli aspetti più interessanti di questo progetto, oltre alla valenza innovativa e scientifica, è il fatto che vede una squadra di produttori insieme con un obiettivo comune. Perché come ha dichiarato Grechi “è solo in gruppo, solo lavorando in squadra, che si può andare avanti e affrontare il mercato”.
Il viaggio di Image Line per raccontare l'AgroInnovazione in Italia è iniziato!
Scopri l'AgroInnovation Tour,
le nuove opportunità del digitale per l'agricoltura di oggi e di domani!
© AgroNotizie - riproduzione riservata