Anteprima del Macfrut di Cesena il 25 settembre con il Simposio internazionale sulla fragola. L’evento ha richiamato esperti internazionali per coprire a 360 gradi il mondo della fragola: dal mercato all’innovazione varietale, dalla tecnica colturale alla commercializzazione.

Nella prima sessione del Simposio, il tema centrale è stato il post-raccolta: la commercializzazione, il marketing, la percezione dei consumatori, la segmentazione del prodotto, le esperienze nei diversi paesi e le idee per far diventare la fragola un prodotto di consumo di massa. Nella sessione pomeridiana si è parlato invece della situazione produttiva, delle prospettive, edelle novità della ricerca.
 
Il Simposio si è aperto con la relazione di Carlos Crisosto, dell'Università della California-Davis, sugli aspetti generali del post-raccolta sulle fragole. “E’ importante avere un continuo controllo della temperatura del prodotto, dal momento della raccolta fino alla sua commercializzazione ha spiegato Crisosto - In questo modo è possibile preservare la qualità delle fragole e ridurre al minimo l’eventuale insorgenza di marciumi e altre patologie. L’operatore dovrà quindi intervenire fin dalle fasi di raccolta per abbassare le temperature, adottando tecniche adeguate: riduzione dell’irraggiamento sul prodotto raccolto, rapido trasporto del prodotto dal campo al centro di condizionamento, utilizzo di un sistema di raffreddamento a ventilazione forzata per il condizionamento, utilizzare un packaging adeguato. Successivamente le fragole potrebbero essere trattate con CO2, allo scopo di inibire l’insorgenza di fenomeni di marcescenza. A questo punto le fragole saranno pronte per il trasporto alla catena di distribuzione; sarà necessario utilizzare camion dotati di sistemi di refrigerazione, ben ventilati, che non permettano ai pallet di toccare le pareti e con sistema di sospensioni ad aria per ridurre le sollecitazioni”.
 
A seguire la tavola rotonda che ha visto protagonisti Sthefan Dallman di Total Worldfresh (Gran Bretagna), Remco Van Endschot di Driscolls (Olanda), Jan Engelen di Veiling Hoogstraten (Belgio), Gordan Tolevski di Edeka (Germania),  Walter Buccella di Apofruit (Italia), Alessandro Giannetti di Coop Italia (Italia), Carlos Crisosto dell’Università della California e Roberto Della Casa dell’Università di Bologna.

Lo spunto iniziale è stato l’incremento dei consumi in Europa, e in particolare in Gran Bretagna. “Dal 2006 ad oggi abbiamo avuto un’esplosione di consumo di fragole e piccoli frutti, grazie al cambiamento nel modo di vedere questa tipologia di frutti da parte del consumatore - ha spiegato Sthefan Dallman -. Le persone vogliono mangiare cose che li facciano sentire bene e che si consumino velocemente, e i berries hanno proprio queste caratteristiche”.
Durante il dibattito è emerso come la qualità rappresenti la parola chiave nelle esigenze dei diversi mercati, dove per qualità si intende un giusto mix di sapore, fragranza, profumo e aspetto. “In Italia il mercato di fragole cresce ogni anno del 2-3% in termini di quantità - ha riportato Alessandro Giannetti -. Il mercato interno è sempre di più attento alla qualità e sempre di più si sta abituando ad una destagionalizzazione della fragola. Abbiamo però bisogno di fare un ulteriore passo in avanti per permettere di avere un prodotto di sempre maggiore qualità, e di averlo costantemente nell’arco del periodo di consumo”.

E’ evidente che il prezzo e l’origine non possono non essere presi in considerazione. “I consumatori sono sempre più attenti a come spendono i propri soldi e a quello che mangiano - ha detto Walter Buccella - . La qualità del prodotto e l’origine sono elementi di grande importanza. Se vogliamo aumentare ulteriormente i consumi dobbiamo permettere al consumatore di riconoscere quello che mangia e che ha apprezzato, dandogli la possibilità di riacquistarlo. In quest’ottica diventa importante unire origine, varietà e brand”.





Un momento del Simposio
 

Nella sessione pomeridiana, moderata dal direttore del CRA-FRF Walter Faedi, si sono analizzate le situazioni e le prospettive della fragola nei principali Paesi produttori. “E’ necessario creare un meccanismo che valorizzi la qualità del prodotto e i produttori più virtuosi. Perché, ad esempio, non pensare di pagare le fragole sulla base del grado zuccherino per valorizzarne la qualità?”. 

Mercato in crescita nei Paesi dell'Europa centrale e del Nord. “In Olanda - ha detto Philip Lieten di Fragaria Holland BV - si sta registrando un forte aumento delle coltivazioni su substrato. La varietà più coltivata è Elsanta (circa il 70%), seguita da Sonata (25%). Le varietà rifiorenti non rivestono grande importanza. Il principale problema riscontrato dagli agricoltori olandesi è la maculatura angolare.
La produzione è in crescita anche la Germania, che ha raggiunto i 13.500 ettari nel 2010. Questo dato ha portato il mercato tedesco ad una maggiore autosostenibilità. Inoltre in Germania si registra un forte aumento della produzione sotto tunnel e in fuori suolo. La varietà più coltivata è Elsanta, seguita da Darselect. In aumento anche le superfici coltivate in Gran Bretagna, in Finlandia e Norvegia".

Situazione stabile in Spagna, che si conferma terzo produttore mondiale dopo Stati Uniti e Cina e prima della Turchia. “Nell’area di Huelva, dove si concentra la produzione spagnola, la superficie investita a fragola si è stabilizzata attorno ai 6.400 ettari - spiega Juan Jesús Medina Mínguez, dell’Ifapa -. Per quanto riguarda le varietà, la più coltivata è Candonga® Sabrosa* con il 26%, seguita da Splendor*, Camarosa* e Florida Fortuna*. Il nostro maggiore problema è l'alta presenza di nematodi e malattie del suolo”. 
Situazione in grande evoluzione anche negli Stati Uniti e in Cina.

L'Italia sta attraversando un momento di difficoltà, con un calo delle superfici a fragola pari al 15% negli ultimi 10 anni (Fonte: Cso di Ferrara). "Tuttavia, alcune novità fanno intravedere segnali positivi per il futuro - ha detto Gianluca Baruzzi del CRA-FRF - Nell'ultimo anno, ad esempio, si è registrata una leggera crescita (+4% rispetto all'anno precedente) e le superfici coltivate si sono attestate ai valori del 2008-2009. Le aree maggiormente segnate da questo trend positivo sono state il metapontino e l'agro-aversano in Campania".