Proprio per parlare dell’evoluzione dell'agricoltura di precisione e di come questa possa aiutare l’umanità a rispondere alle sfide di Expo, si è tenuto all’interno dell’Auditorium del Padiglione Italia un incontro che ha coinvolto tutti gli stakeholder del settore: Cnh Industrial (New Holland), Telespazio (Finmeccanica), Mipaaf ed Enama. Presente anche chi di agricoltura sembra non occuparsi, come Microsoft.
Ma perché il precision farming dovrebbe sfamare il mondo? Lo scopo dell’agricoltura di precisione è produrre di più, con meno. L’ideale per rispondere alle sfide lanciate da Expo: nutrire un pianeta che da qui al 2050 avrà nove miliardi di abitanti.
“Con l’agricoltura di precisione si riducono al minimo gli sprechi e si massimizza la produzione”, spiega Antonio Marzia, di Cnh Industrial, che con i suoi marchi (tra i quali New Holland) è all’avanguardia in questo settore. “I dati generati dalle strumentazioni sui macchinari vengono raccolti e analizzati al fine di guidare l’agricoltore nella gestione del campo. In questo modo si sa esattamente quale parte del terreno ha bisogno di acqua o fertilizzanti, quale soffre per l’attacco di parassiti e ha bisogno di agrofarmaci, quale invece è pronta per il raccolto”.
I nuovi macchinari, dai trattori alle trebbiatrici, montano sensori in grado di raccogliere diversi tipi di informazioni, che poi vengono raccolte ed elaborate. Ed è qui che entra in gioco Microsoft che ha messo a disposizione le sue competenze, in partnership con l’Istituto Mario Boella, per "dare un senso" ai big data che ogni giorno vengono estrapolati dai campi.
Da questo punto di vista ci sono società, come e-Geos e Telespazio, che da anni raccolgono informazioni scandagliando dall’alto l’Italia. I primi strumenti di rilevamento sono stati introdotti per conoscere grandezza e ubicazione dei terreni coltivati e per eseguire controlli per gestire i finanziamenti europei, ma oggi un satellite o un aereo (se non un drone) ha la possibilità di raccogliere le informazioni più diverse: dal vigore vegetale allo stato di erosione del suolo, finanche alle prove utili per la persecuzione dei reati ambientali.
“Da parte del ministro Martina c’è grande interesse per l’agricoltura di precisione”, ha spiegato Giuseppe Cacopardi, direttore generale per lo Sviluppo rurale al Mipaaf. “Ci ha chiesto entro l'anno un rapporto sullo stato dell’arte e un piano per lo sviluppo del settore”. L’idea è quella di incentivare la diffusione dell’agricoltura di precisione per passare sempre più da una agricoltura di quantità ad una di qualità.
I fondi, almeno in apparenza, ci sono e sono quelli messi a disposizione dall’Unione europea attraverso la Pac. Oltre agli incentivi per l’acquisto dei mezzi (che variano dal 50 al 40 per cento sul prezzo del veicolo a seconda delle regioni), ci sono anche 1,3 miliardi di euro a disposizione per formazione professionale e consulenza aziendale. Già, perché l’agricoltura di precisione non si impara da un giorno all’altro. Serve conoscere le basi scientifiche e gli strumenti.
“Ma sono gli stessi agricoltori che ci chiedono di andare su questa strada”, ricorda Marzia. “Non esistono più i contadini come immaginiamo noi, oggi sono imprenditori a tutto tondo che pensano a migliorare la produzione e a guadagnare. Senza contare che le nuove generazioni hanno una dimestichezza con le tecnologie che neppure immaginiamo”.
La vera sfida ora sarà non solo diffondere le pratiche dell’agricoltura di precisione, mettendo in campo macchinari attrezzati con operatori in grado di farli funzionare. Ma anche sviluppare degli standard comuni, per rendere inter-operabili le macchine e per gestire i dati in maniera univoca.