Trattori teleguidati, costruiti con fibre vegetali, robot piccoli come insetti, fabbriche semoventi capaci di raccogliere e confezionare sul campo frutta e ortaggi. Sono queste le macchine agricole del futuro, mezzi intelligenti capaci di provvedere da soli, anche in assenza dell’agricoltore, ad ogni tipo di lavorazione. Lo sostiene Unacoma, l’associazione della Confindustria che rappresenta i costruttori di macchine per l’agricoltura e il movimento terra, che ha presentato a Udine, nell’ambito di InnovAction, il proprio ‘Laboratorio per l’Innovazione’.
Si tratta di una struttura specializzata nella ricerca e nell’applicazione al settore della meccanizzazione delle più avanzate tecnologie nel campo dell’elettronica, della motoristica, della chimica dei materiali. Oltre all’agricoltura, il Laboratorio guarda al settore delle macchine per le costruzioni (escavatori, pale meccaniche, ecc.) prefigurando cantieri dove macchine di ogni tipo, precise e silenziose, lavorano senza operatore, governate a distanza da una postazione di controllo.
Il Laboratorio ha il suo ufficio di coordinamento a Bologna, e svolgerà le attività sperimentali grazie ad un network di strutture di ricerca specializzate.
“L’industria italiana che produce macchine e attrezzature per l’agricoltura e il movimento terra – ha spiegato in conferenza stampa Michele Galdi, responsabile del servizio tecnico Unacoma e coordinatore del Laboratorio – si colloca ai primi posti a livello mondiale per ampiezza di gamma e per fatturato, con oltre 1 milione 600 mila tonnellate annue prodotte per un valore di oltre 11 miliardi di euro. Per mantenere questo primato deve investire in modo sempre più consistente nell’innovazione”.
“Spesso si confonde la semplice evoluzione tecnologica con la vera innovazione – ha aggiunto Marco Migliari, docente di Industrial Design al Politecnico di Milano e consulente del Laboratorio – perché la prima consiste nel miglioramento e nel perfezionamento di mezzi meccanici già esistenti, la seconda nella realizzazione di mezzi del tutto nuovi, capaci di svolgere in modo integrato differenti funzioni”.
Il Laboratorio ha già effettuato una ricognizione dei principali progetti in corso presso varie Università e Centri di ricerca, e sta ora programmando attività sperimentali nel settore dei nuovi materiali, dei sistemi elettronici intelligenti, dei nuovi processi produttivi, delle innovazioni in particolare nella viticoltura e nelle biomasse energetiche. Un esempio interessante della collaborazione fra l’industria e il mondo universitario è proprio nel settore dell’agricoltura “non food”, e riguarda una macchina per la raccolta della canapa, il cui prototipo – realizzato dall’Università di Udine in collaborazione con l’azienda Tonutti e con Unacoma - è stato esposto in anteprima ad InnovAction.
“Si tratta di un mezzo del tutto inedito – ha spiegato Romano Giovanardi, docente di agronomia all’Università di Udine – che consente la gestione meccanizzata di questa coltura, che ha importanti impieghi non soltanto nell’industria tessile ma anche in quella dei biopolimeri per la fabbricazione di scocche e pannelli per l’edilizia e l’arredamento”.