Mentre si iniziano a muovere dei trattori anche sulle strade italiane, a seguire le vivaci contestazioni in tanti paesi europei, pensiamo al profondissimo cambiamento in corso nel mondo agricolo. Un cambiamento che interessa evidentemente tutti i paesi europei e che in alcuni appare particolarmente drammatico.

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I nostri lettori ricorderanno che anni fa segnalammo per primi in Italia il terribile fenomeno dei suicidi agricoli che dopo avere interessato gli Stati Uniti era passato in Francia (il paese leader agricolo nella Ue) con esiti altrettanto drammatici. I suicidi in agricoltura sono il segnale conclamato di un cambiamento di cui poco o nulla si parla nei principali media, un fenomeno pressoché ignorato dalla ricerca sociale come e soprattutto dalla politica.

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Sebbene con aspetti meno severi rispetto ad altri paesi, il cambiamento agricolo è profondo anche in Italia e, parimenti, ignorato dalla politica nazionale. Un cambiamento che comprende tutti gli aspetti della attività agricola a partire dalla proprietà fondiaria per passare alla età media di imprenditori e lavoratori, poi fino alla tecnica, agli aspetti fitopatologici, alla meccanizzazione….

 

Se penso alla realtà che conosco meglio, ovvero la mia Emilia Romagna, mi sovvengono un paio di dati che desumo dall'approfondita indagine che il professor Fanfani dà alle stampe ogni anno. In questa si legge come in una delle regioni con la maggiore profittabilità agricola del Paese vi siano oggi solo 3.500 giovani under 35 che stanno prendendo il posto di 30mila agricoltori over 75 (proporzione uno a nove circa). Buona parte di questi giovani agricoltori oltre ai loro terreni coltivano terre di terzi o in affitto con mezzi meccanici in genere molto evoluti. Il contoterzismo è un fenomeno in notevole sviluppo in tutta la penisola e oggi si può calcolare che circa 1/3 della Sau agricola italiana sia gestita da contoterzisti (si accettano correzioni da volenterosi). In crescita anche gli affitti. Conosco agricoltori che fra terreni propri, in affitto e gestiti contoterzi arrivano a un migliaio di ettari.

 

E ora un piccolo aneddoto: anni fa in Australia con alcuni amici andammo a visitare un agricoltore che gestiva (da solo) appunto un migliaio di ettari. Era giovane e vigoroso con macchine fantastiche che riempivano un capannone da fare invidia a un padiglione dell'Eima. Poi ci raccontò che era coperto di debiti e nella modestissima casa di abitazione non riuscì a trovare abbastanza bicchieri per offrirci da bere.

Ecco: l'effetto Australia non mi piace per niente.