Dalla fine degli anni Novanta, le aziende si sono specializzate in singoli indirizzi colturali puntando sulla massima qualità del prodotto. Un'impostazione organizzativa che comporta un impiego maggiore di manodopera concentrata in determinati periodi, difficilmente programmabili, anche per le variabilità climatiche. Reperire molti lavoratori per brevi periodi è difficile e per questo le aziende hanno la necessità di individuare strumenti alternativi al lavoro subordinato e l'appalto è quello più efficace.

 

Il contratto di appalto è stato al centro del webinar organizzato da Upa Siena lo scorso 24 luglio e disponibile online sul canale YouTube dell'organizzazione agricola.

 

Il lavoro e le peculiarità dell'agricoltura

Le aziende non riescono a far fronte all'esigenza di effettuare delle lavorazioni concentrate e specializzate, anche in periodi peculiari come nel fine settimana, d'estate, o durante le festività. Questo non può essere certamente imputato a una mancata o insufficiente programmazione o ad imprevisti dell'ultima ora, ma si tratta di situazioni tipiche del settore, ancor di più nelle aziende biologiche.

 

Un esempio sono i trattamenti fitosanitari: devono essere effettuati qualche giorno prima delle piogge e pertanto i margini operativi si riducono drasticamente. Così come gli andamenti stagionali anomali (primavera e inverno con temperature oltre la norma) possono accelerare o rallentare le operazioni di potatura che poi, necessariamente, devono essere "recuperate" rapidamente. In moltissimi casi, l'assenza di immediate risposte compromette il raccolto e le produzioni finali, con le immaginabili conseguenze.

 

Il committente deve però avere la possibilità di poter individuare delle aziende che possano assicurare e garantire la sicurezza, il rispetto delle norme sindacali e la retribuzione dei propri occupati.

Tra le preoccupazioni inerenti al tema vi è la possibilità che nell'impegnativo iter burocratico si possa ingenerare del contenzioso fra le parti a detrimento del committente e dei lavoratori.
Un argomento che merita certamente impegnativi approfondimenti; ma oltre a sottolineare talune "criticità", anche di carattere normativo, è doveroso di proporre soluzioni praticabili ed efficaci.

 

La proposta di legge n 701

In questa direzione, sostanziandola, va la proposta di legge n 701. Un provvedimento che contiene l'agognata semplificazione e mantiene inalterate le tutele e la sicurezza per i lavoratori.

Il contratto di appalto certamente non "sostituirà" mai il lavoro subordinato in quanto tale, ma completa una serie di opportunità di carattere organizzativo imprescindibili per le aziende. Tutto si evolve: il mercato e le aziende che, conseguentemente, si trascinano tutte le esigenze organizzative che devono adeguarsi al momento e non rimanere cristallizzate su posizioni e concetti confacenti e pensati per un contesto ormai passato.

 

Una proposta per semplificare

"Il tema degli appalti, non solo a livello agricolo ma in generale in tutti i contesti economici del nostro Paese, è ormai oggetto da anni di innumerevoli controversie - ha detto Maria Cristina Caretta, Fdi, vicepresidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, proponente della proposta di legge -. È uno strumento che esiste e continuerà ad esistere in Italia. C'è sempre stata una incomprensibile tendenza che ha reso lo strumento dell'appalto sempre più costoso e ingestibile"

 

"Lo strumento dell'appalto nel caso dell'agricoltura ha una forza straordinaria perché diventa il ponte con cui vari attori della filiera vengono messi in contatto" ha aggiunto Caretta, ponendo poi il caso della carenza di manodopera. Questa, secondo Caretta, può colpire per due differenti motivi: se le dimensioni dell'azienda sono tali per cui le risorse umane sono ridotte e si ricorre ad elevati livelli di esternalizzazione, oppure se ci si trova un contesto di crisi dove manca la manodopera qualificata e specializzata.

 

Ricorrere al contratto di appalto risponde da un lato a delle criticità, permettendo a chi ne ha bisogno di trovare la manodopera che gli serve, e dall'altro permette almeno nel caso del mondo agricolo a tantissime piccole attività di poter comunque produrre, a prescindere dall'effettiva dimensione dell'azienda.

 

La sfida, ha spiegato Caretta, consiste nell'adottare una regolamentazione che fornisca uno strumento sempre più performante con costi e tempistiche contenuti e che al contempo garantisca i diritti dei soggetti coinvolti. "Proprio con questa finalità abbiamo preparato questa proposta di legge presentata alla Camera che introduce in modo definitivo la fattispecie dell'appalto agricolo nella contrattualistica nazionale, ponendo come soglia per tale tipo di appalto tutte le casistiche con una corresponsione in denaro non superiore ai 200mila euro. Questa proposta di legge dovrà essere uno strumento di aiuto per l'intero comparto".

 

"La proposta l'abbiamo già incardinata in Commissione Agricoltura, credo che inizierà il suo iter con le audizioni subito dopo la pausa estiva quindi del mese di settembre. Siamo pronti anche a modificare questo strumento purché possa essere poi un realmente efficace per il mondo dell'agricoltura".

 

Il contratto d'appalto in agricoltura e la sua dimensione quantitativa

La proposta di legge è "un'iniziativa importante, che recepisce le istanze portate avanti anche a livello nazionale" ha detto l'avvocato Giorgio Buso dell'Ufficio legislativo dell'Unione provinciale Agricoltori di Siena.

 

Buso ha illustrato l'articolo 1 che definisce l'appalto agricolo sottolineando: "il fatto che questo appalto non debba superare i 200mila euro è un'indicazione importante, perché la proposta sostanzialmente recepisce una indicazione del legislatore che è avvenuta intorno al 2019 il quale si era già reso conto che l'applicazione delle normative sull'appalto, soprattutto nei confronti di imprese di medie piccole dimensioni, sfuggiva alla logica che aveva presieduto ai cosiddetti sviluppi dell'appalto a cascata".

 

"Ci si è resi conto che, data la complessità della materia, era sostanzialmente difficile, oneroso e scoraggiante al di sotto di una certa soglia imporre tutte quelle regole per cui già il legislatore nel 2019 aveva indicato la soglia di 200mila euro. Secondo me giustamente questa proposta di legge recepisce questa indicazione e nel definire l'appalto agricolo mette questo tetto, che potrebbe anche essere in parte riconsiderato".

 

Quando vengono introdotte nuove norme a volte non si considera quanto andranno ad impattare dal punto di vista amministrativo ed economico: l'imprenditore si trova di fronte a nuovi oneri che finiscono per rendere ancora più difficoltosa la gestione. "Un aspetto molto interessante di questa proposta di legge è la tendenza a modificare queste problematiche e alla fine non comportano una diminuzione delle garanzie, o meglio, non incidono in maniera significativa" ha spiegato l'avvocato Andrea Vichi.

 

L'incontro è proseguito con l'analisi dell'articolato, che è possibile rivedere nel video del webinar.

 

Questi sono solo alcuni estratti del webinar che è possibile rivedere online sul canale YouTube di Upa Siena

 


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