Recentemente i viticoltori del Comitato Aoc Champagne hanno deciso l'introduzione del vitigno a bacca bianca Nobis, che da quest'anno ha iniziato ad essere impiantato andando a far parte dei 34mila ettari della pregiata area viticola a Denominazione Controllata Francese. Il vitigno potrà occupare il 5% dei vigneti di una singola proprietà e il 10% nella cuveè dello champagne prodotto.

 

Si tratta di una svolta interessante per la viticoltura mondiale riguardando un vitigno resistente, ovvero Piwi (termine contratto di pilzwiderstandsfähig "viti resistenti ai funghi") nell'area viticola più nota del Pianeta.

Come molti sanno i Piwi sono incroci di varietà europee con varietà americane caratterizzati da resistenza poligenetica alle principali malattie fungine della vite.

Con una lunga serie di incroci, la presenza di Dna delle varietà americane è stata estremamente ridotta annullando l'influenza negativa di queste sulla qualità del prodotto della vinificazione.

 

Nel nostro Paese le varietà Piwi possono essere iscritte al Registro Nazionale delle Varietà di Vite e possono quindi essere vinificate, tranne che per i vini a Denominazione di Origine. Tuttavia, i vitigni Piwi sono ancora relativamente poco diffusi (anche se in crescita) nel nostro Paese, occupando poco più di un migliaio di ettari (lo 0,15% della superficie vitata).

 

Per ora i vitigni Piwi nella Valle della Marna Champagne saranno utilizzati nella vicinanza di strade, scuole e aree residenziali per evitare gli attriti sociali dovuti ai trattamenti antiparassitari. Ma fanno però già parte di un grande progetto nazionale (si sa della grandeur transalpina) per rendere l'Esagono un paese all'avanguardia per la resistenza alle malattie della vite. In ossequio a tutte le nuove direttive Ue - e diremmo (forse) anche alle esigenze di mercato.