La Regione Siciliana dichiarerà lo Stato di Crisi per la Sicilia sudorientale per l'ondata di maltempo che ha duramente colpito centri urbani, infrastrutture, attività produttive e aziende agricole con piogge alluvionali. Lo ha annunciato ieri, 12 febbraio 2023, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, durante un primo sopralluogo effettuato in elicottero sulla vasta area disastrata. Il presidente Schifani ha incontrato i sindaci dei centri colpiti delle province di Ragusa, Siracusa e Catania, che hanno rappresentato il profondo disagio delle comunità vittime dell'evento calamitoso, consumatosi tra il 9 ed il 10 febbraio 2023.

 

Piogge alluvionali e danni incalcolabili

Campagne sott'acqua, danni alle serre, alberi abbattuti ma anche raccolta degli ortaggi e degli agrumi bloccata per effetto di violenti temporali e bufere di vento che hanno colpito città e campagne in Sicilia. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui danni provocati dall'ondata di maltempo abbattutasi sull'Isola tra il 9 e il 10 febbraio.

 

Nell'arco di due giorni l'uragano mediterraneo Nikola - sottolinea la Coldiretti - ha provocato ben 24 eventi estremi tra bombe d'acqua e tempeste di vento concentrate soprattutto sul versante orientale della regione, secondo l'analisi della Coldiretti sulla base su dati dell'European Severe Weather Database

 

Gli effetti devastanti delle piogge sono stati almeno in parte dovuti all'elevata concentrazione degli eventi nel tempo: a Modica in 48 ore sono caduti quasi 224 millimetri di pioggia per metro quadrato, misurati dalla stazione del Servizio Informativo Agrometereologico Siciliano alle ore 2 e 48 antimeridiane del 10 febbraio scorso. Sempre il Sias, alla stessa ora, dalla stazione di Siracusa misurava precipitazioni di 290 millimetri nell'arco delle precedenti 48 ore. Solo a Pachino, patria del pomodorino Dop, erano caduti nello stesso frattempo 148 millimetri, mentre Scicli sopportava l'urto di ben 159 millimetri di pioggia.

 

In una prima fase si sono manifestate severe difficoltà a raggiungere le aziende a causa del forte vento, della pioggia e della neve. Tra gli effetti del maltempo ha destato preoccupazione la discesa della colonnina di mercurio con il gelo che ha rischiato di bruciare fiori e gemme di piante e alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti dopo che - ricorda la Coldiretti - il caldo anomalo ha favorito il risveglio anticipato delle varietà più precoci. Al momento, i danni riguardano anche il maggiore costo per il riscaldamento per proteggere - continua Coldiretti - le produzioni di ortaggi e fiori nelle serre.

 

Se a Siracusa - sottolinea la Coldiretti - si è abbattuta una vera e propria bomba d'acqua, un violento temporale ha interessato nella provincia anche il comune di Cassaro, mentre a Catania si contano i danni della bufera di vento, ma la situazione di emergenza riguarda tutta la Sicilia e per la neve anche Vibo Valentia in Calabria. In Sila la temperatura è scesa il 12 febbraio 2023 a 9 gradi centigradi sotto zero, dopo una copiosa nevicata.

 

Il maltempo - precisa la Coldiretti - ha interessato a macchia di leopardo anche altre regioni del meridione come la Calabria e la Sardegna dove è stato rilevato addirittura un tornado a Villaputzu.

 

Schifani: "Dichiareremo lo stato di crisi"

"In settimana dichiareremo lo stato di crisi. Ma dobbiamo correre. Insieme alla Protezione Civile regionale, che ringrazio, interverremo immediatamente sulla base dei suggerimenti delle autorità locali per risolvere le necessità più urgenti. Utilizzeremo i fondi regionali e chiederemo anche di poter attingere a quelli extra regionali".  Lo ha detto ieri, 12 febbraio 2023, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nel corso dell'incontro con i sindaci del ragusano e le autorità locali che si è tenuto ieri mattina al municipio di Comiso. In questo territorio, particolarmente ingenti sono stati i danni all'agricoltura prodotti dal ciclone nella zona di Acate e del fiume Ippari.

 

Con la dichiarazione dello stato di crisi sarà anche dichiarato lo stato di calamità naturale per il settore agricolo nelle zone dove i danni hanno colpito strutture e infrastutture agricole e quando su colture superano il 30% della produzione lorda vendibile media degli ultimi tre anni. Non solo, la Regione Siciliana chiederà con ogni probabilità l'attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale. In tal senso va la decisa richiesta al presidente Schifani dell'eurodeputata della Lega Annalisa Tardino.

 

"Ho voluto fortemente questa visita a Ragusa, Siracusa e Catania - ha aggiunto Schifani - per osservare personalmente lo scempio che si è determinato a causa di questa ondata anomala di maltempo. Ormai dobbiamo prendere atto che la natura è cambiata e adeguare il sistema di protezione dei territori. Abbiamo gravissime ondate di calore in estate e fortissime precipitazioni in inverno, così violente che mettono in discussione la tenuta del nostro tessuto sociale, del sistema logistico e di quello economico".

 

Il presidente Schifani, infine ha detto: "Questi eventi, però, fanno emergere anche quanto sia necessario e non più rinviabile un ritorno alle province, che avevano il compito di vigilare sul territorio. Credo che i tempi siano ormai maturi affinché il Governo se ne occupi ed è quello che faremo nelle prossime settimane".

 

Vigo: "Manca la manutenzione dei canali"

Ma non è la prima volta che proprio la Sicilia sudorientale è teatro di allagamenti così ampi, di veri e propri eventi alluvionali. "Dopo le piogge alluvionali dell'ottobre 2018 e quelle dell'ottobre 2021 la Pubblica Amministrazione non ha fatto nessuna manutenzione sui corsi d'acqua, ad eccezione di qualche sparuto intervento, pubblicizzato con roboanti comunicati stampa" sottolinea nel suo blog l'agronomo Corrado Vigo, attivo sul territorio colpito, e sul quale conta non meno di 18 eventi alluvionali tra il 1984 ed il 2023.

 

"Eppure è sotto gli occhi di tutti che fiumi, torrenti, canali, sono tutti come prima, anzi peggio. Canne, rovi, arbusti, addirittura piante, tutto quanto staziona all'interno dei corsi d'acqua da oltre un ventennio" continua Vigo, che sottolinea: "E adesso? Ecco che subito si dà la colpa ai cambiamenti climatici. Sì, vero, in parte è così, ma negli anni eventi simili ci sono stati con ricorrenza decennale ed anche più ridotta nel tempo".