Protestano gli autotrasportatori aderenti all'Usb che da sei giorni presidiano i varchi della raffineria Eni di Taranto bloccando l'accesso dei mezzi. E molti distributori di carburanti di Taranto sono rimasti senza benzina e senza gasolio. I manifestanti lamentano di essere stati esclusi dalla parte dell'appalto che nel luglio scorso è stato riassegnato alla Ditta ligure G e A. Secondo la G e A agli autotrasportatori sarebbe comunque stato garantito il 50% del servizio in subappalto, ma i manifestanti sono fuoriusciti dal Consorzio Trasporti Carburanti Taranto con il quale è stato rinnovato il rapporto di subappalto.

 

Pertanto gli esclusi continuano nella protesta, che andrà avanti almeno fino a domani, mercoledì 7 settembre 2022, quando è previsto un incontro in Prefettura tra le parti: l'Eni, la G e A e i manifestanti sotto egida Usb. Ancora nel pomeriggio di ieri, 5 settembre 2022, circa 80 camion erano parcheggiati lungo la strada consortile che collega le statali 100 e 106 Jonica. Intanto, proprio in Puglia, il prezzo dei carburanti agricoli - da ieri di difficile reperimento - è alle stelle e mette in difficoltà il mondo agricolo della regione, alle prese con l'avvio della vendemmia e con la ormai prossima raccolta delle olive.


Coldiretti, preoccupa lo sciopero

"Preoccupa lo sciopero degli autotrasportatori per la distribuzione di carburante che mette a rischio le consegne degli alimenti al consumo e le lavorazioni nei campi della Puglia, per una delicata vertenza in un momento di crisi per l'intera economia". È quanto afferma Coldiretti Puglia, la quale evidenzia che lo sciopero degli autotrasportatori davanti alla raffineria Eni a Taranto "ha un effetto grave sulla catena della distribuzione dei prodotti agroalimentari, mentre volano i prezzi dal petrolio al gas per effetto dell'invasione Russa in Ucraina".

 

"Si stanno esaurendo le colonnine nella regione - aggiunge Coldiretti Puglia - per i rifornimenti di gasolio, con quello agricolo che già è ridotto al lumicino".

 

La produzione agricola e quella alimentare in Puglia assorbono oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all'anno dei consumi totali. "I rincari dell'energia - sottolinea la Coldiretti regionale - hanno dunque un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui con la pandemia da covid-19 si è aperto uno scenario di, accaparramenti, speculazioni e aumenti dei prezzi di beni essenziali che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare".


"Senza gasolio si spengono le serre in Puglia - insiste Coldiretti Puglia - con gli agricoltori che devono abbassare le temperature per produrre ortaggi, fiori e funghi coltivati".


Cia, prezzi carburanti troppo alti

"Scende il prezzo al barile, non accenna a diminuire quello in distribuzione: il costo del gasolio agricolo in Puglia per le imprese del comparto, a luglio ha toccato quota 1,50 euro al litro, ad agosto era sceso di pochi centesimi, ma ad oggi continua ad attestarsi attorno a 1,35-1,40 euro al litro, esattamente il doppio di qualche mese fa, addirittura il triplo rispetto all'inizio del conflitto russo-ucraino. Tutto questo nonostante negli ultimi giorni le quotazioni al barile abbiano fatto segnare un calo, seppure lieve". È quanto sottolinea Cia Agricoltori Italiani Puglia in una nota stampa diffusa ieri, 5 settembre 2022. "Ci chiediamo perché non intervenga l'Antitrust", aggiunge Cia Puglia.

 

"Siamo in un contesto di economia di guerra - sottolinea l'Organizzazione agricola - la verità è che il costo delle sanzioni all'aggressore russo lo stanno pagando le imprese e i cittadini. Sembrerà una provocazione, ma se la guerra durerà ancora a lungo, come annunciano gli esperti, occorrono misure drastiche come la nazionalizzazione delle grandi imprese energetiche".

 

Cia Puglia infine esprime preoccupazione per "Le vendemmie e la raccolta settembrina di ortaggi, frutta e legumi" che "sarà affrontata dagli imprenditori agricoli in condizioni di estrema difficoltà".